9 Parabellum: la postilla sulle munizioni a marchio NATO voluta dal Ministero dell’Interno

Come abbiamo avuto modo di appurare negli ultimi giorni è stato rimosso l’assurdo divieto di commercializzazione di armi e munizioni corte in calibro 9x19 per il mercato civile ma il Ministero dell’Interno ha preteso che sul testo della normativa fosse apposta una particolare postilla che riguarda quelle cartucce, sempre in calibro 9x19, destinate alle forze armate.

In particolare, con l’approvazione della legge europea 2019-2020, viene approvato appunto l’emendamento Fazzolari ma, a quell’articolo che rimuove appunto il divieto, il Ministero dell’interno ha preteso di aggiungere un ulteriore comma all’art. 1 del testo normativo prevedendo, sostanzialmente che “le munizioni di cal. 9x19 destinate alle forze armate o ai Corpi armati dello Stato devono necessariamente il marchio NATO o altra marcatura idonea a individuarne la specifica destinazione”.

Il nostro commento: la magnifica ossessione del Ministero

Il comma 1 della nuova norma che di fatto restituisce agli italiani il 9x19 prevede quindi che le munizioni e i bossoli con marchio NATO o simili siano esclusi della liberalizzazione e considerati comunque munizionamento militare, con tutto quello che ne consegue in termini legali e pratici. Questo significa che per i civili non sarà mai possibile, a differenza di quanto avviene in paesi come Svizzera e USA, acquistare munizioni o anche solo bossoli da ricarica di surplus militare, precludendo la possibilità di grande risparmio per i tiratori e introiti extra (ridotti, ma comunque non trascurabili) per lo Stato.

Che ci possiamo fare? Evidentemente il Ministero è ossessionato dalla possibilità che i civili possano allestire ricariche con i micidiali bossoli marcati con il punzone ella crocetta nel cerchio e usarli per perpetrare chissà quale misfatto impossibile da conseguire con componenti di provenienza civile. O forse teme che furieri infedeli possano allestire fuori dai poligoni bancarelle estemporanee di munizioni e bossoli trafugati dai depositi militari e della polizia? Che il ministero degli Interni abbia storicamente una certa diffidenza nei confronti degli italiani (o almeno di quelli incensurati che detengono legalmente le armi) è cosa nota, ora la nostra impressione è che abbia lo stesso sospettoso atteggiamento anche nei confronti di chi lo stato lo dovrebbe servire e gestirne le risorse. 

Resta da capire se resteranno in piedi i processi intentati contro i pericolosissimi cittadini colti in flagrante possesso di un bossolo spento di calibro 9 Parabellum o 7,62 NATO raccolto da terra e così via.

Ma forse siamo troppo di parte e non riusciamo a cogliere il grande disegno voluto dal Min. Interno. Se qualcuno che lo vuole spiegare, noi siamo qui, ben disposti ad ascoltare ed eventualmente a cambiare idea. (G.B.)