Carabina Semiautomatica VZ-58

AK 47 e VZ58
Esteticamente simili ma meccanicamente molto diversi: il cecoslovacco VZ58 (sopra) ed il sovietico AK47(sotto)

Possiamo far ricadere i sistemi di chiusura geometrica delle carabine semiautomatiche in tre categorie: quello in cui l’otturatore ruota, come sull’AK47 e sugli AR15, quello in cui l’otturatore oscilla, vedi il FAL belga della FN o l’SVT sovietico, e quello in cui l’otturatore si muove semplicemente avanti e indietro con moto rettilineo e serve un terzo componente che provveda a bloccarlo stabilmente alla canna.

Quest’ultima è la tipologia che ha regnato sovrana nei fucili semiautomatici a canna liscia fino a pochi anni orsono ed ha avuto un notevole successo nelle armi corte (Mauser C96, P38, Lathi, Beretta, Cz 52, fino alla recentissima Arsenal Strike One).

VZ 58
Sul fianco destro del castello in acciaio troviamo la recente scritta apposta dal grossista, che tra l'altro da dato il nome di "Gazela" a queste armi. Più indietro la leva di sicura-selettore, ambidestra

Al contrario, sulle armi semiauto rigate, tipologia eminentemente militare almeno fino a pochi anni fa, il sistema di chiusura basato su una terza componente non ha avuto molti rappresentanti e di questi quasi nessuno ha avuto successo e diffusione.

Tra le armi “a tre” possiamo ricordare i Gew 41 e 43 tedeschi e le russe Degtyarev, con le loro alette che sporgevano o rientravano nel corpo dell’otturatore (idea risalente ad un progetto svedese del 1907) nonché il sistema a rulli impiegato sulla MG42, ma ben poche altre armi di questo tipo hanno avuto un qualche successo.

VZ 58
Lo sgancio del caricatore è posto molto in alto ed il ponticello in lamiera presenta una piegatura che aiuta l'operatore a raggiungerlo da sinistra. Davanti al ponticello si nota il pulsante circolare che permette di attivare manualmente l'hold open

Ad esempio, subito dopo la guerra è comparsa una carabina in 7,62x39 che impiegava appunto un sistema a tre componenti fortemente ispirato nientemeno che alla P.38, il cecoslovacco VZ58, che per vari motivi è rimasto relegato all’uso interno del suo paese di origine e non ha avuto alcun successo internazionale né alcuna discendenza.

Ricordiamo come l’allora Cecoslovacchia era venuta a cadere nella sfera di influenza sovietica a causa degli accordi di Yalta e fin da subito gli “amici” russi avevano cercato di imporre la propria egemonia in tutti i campi, compreso, ovviamente, quello degli armamenti.

VZ 58 
In alto il grosso portaotturatore, solidale alla manetta di armamento e, sotto, la faccia recessa dell'otturatore. Su quest'ultima si notano la testa del percussore flottante, l'estrattore e l'espulsore meccanico

La fierezza dei cecoslovacchi, che si sentivano evidentemente più attratti dal mondo occidentale e non amavano molto i fratelli dell’Est, li portò in un primo momento a sviluppare armi leggere del tutto particolari, camerate per un’interessantissima cartuccia intermedia altrettanto particolare. Le carabine erano le VZ52, invero alquanto bruttine e tutto sommato molto tradizionali, mentre la munizione era la 7,62x45, dalle ottime caratteristiche e dalle buone possibilità di sviluppo, rapidamente abbandonata e oggi diventata praticamente introvabile.

VZ 58
Sotto la tacca di mira spunta la testa del pistone a corsa corta che darà l'impulso al portaotturatore al momento dello sparo. Come si vede la camera di scoppio è facilmente accessibile per ogni evenienza

I sovietici, alla fine, imposero il loro 7,62x39 e molte VZ52 furono trasformate in questo calibro, ma non bastava: per uniformità i capi moscoviti premevano affinché la Cecoslovacchia adottasse il Kalashnikov, ma ancora una volta l’industria armiera locale riuscì a fare di testa propria, proponendo un’arma esteticamente simile all’AK47, ma totalmente diversa come soluzioni meccaniche, appunto il VZ58.

Questa carabina automatica, ad una prima occhiata può sembrare un AK a causa del caricatore curvo da trenta cartucce, della presa di gas che corre sopra la canna e del mirino su traliccio, ma un esame anche poco più approfondito rivela differenze sostanziali che fanno dell’arma cecoslovacca un progetto del tutto innovativo e in molti punti addirittura superiore all’AK47.

VZ 58
I recessi di chiusura sono ricavati sul castello in acciaio del VZ5: i due tenoni del blocco di chiusura vi entreranno durante l'avanzamento del complesso otturatore-portaotturatore

Il sistema di recupero del gas vede un pistone a corsa corta, dotato di una propria molla di ritorno: questo permette di lasciare del tutto libera la finestra di espulsione e rende la camera facilmente accessibile, laddove sull’AK47 la presenza del pistone solidale al portaotturatore limita la possibilità di intervenire in caso di (improbabili) problemi.

La costruzione è tutta dal pieno, ma d’altra parte al tempo della sua progettazione anche l’AK era ricavato mediante queste metodiche produttive e la lamiera stampata sarebbe arrivata solo negli anni successivi; le lavorazioni sono molto accurate e quasi sprecate su un’arma militare, mentre la finitura esterna vede il ricorso ad una specie di verniciatura a forno che dà quasi l’idea di un qualcosa di diverso da un’arma marziale.

VZ 58
L'otturatore separato dal grosso portaotturatore. In evidenza il blocco oscillante deputato a rendere l'otturatore solidale al complesso canna-castello

Molto particolare il sistema di chiusura, derivato da quello a blocchetto della P.38: tra otturatore e canna è presente un terzo elemento, il blocchetto oscillante appunto, che mediante piani inclinati viene sollevato dal portaotturatore al momento dello svincolo e viceversa è forzato a ruotare verso il basso al momento della chiusura; come si vede il movimento è esattamente il contrario di quello utilizzato dalla P38, che chiude sollevando ed apre abbassando il blocchetto, ma il principio di funzionamento è esattamente lo stesso.

Il coperchio posteriore è facilmente rimovibile, essendo bloccato solo da un perno prigioniero e da un incastro posti nella parte rivolta vero il tiratore: questo tipo di bloccaggio consente di evitare che il coperchio appoggi anteriormente e questo, ancora una volta, contribuisce a lasciare del tutto libera la zona intorno alla camera di scoppio.

VZ 58 
Il blocco di chiusura separato dall'otturatore: la somiglianza con quello della P38 è notevole. Il "tubo" che sporge posteriormente dal portaotturatore è la "massa battente" che va a percuotere il percussore flottante ospitato nell'otturatore: qualcuno la definisce "cane lineare"

Il sistema di accensione si basa su un percussore lanciato, o meglio su una specie di massa battente che colpisce il percussore vero e proprio ospitato nell’otturatore, sistema inusitato su un’arma automatica e se pensate che un percussore lanciato debba avere una minore forza rispetto ad un cane ricredetevi: sul VZ58 la percussione è molto potente e non vi sono inneschi in grado di resistervi.

La massa battente ha una corsa di vari centimetri e viene spinta da una robusta molla a fili ritorti, scaricando sul percussore una notevole energia: impossibile che un innesco in normali condizioni non si accenda alla prima battuta.

In origine questo impulsore, chiamato anche linear hammer, ossia cane lineare, è dotato di due protuberanze che vanno a contrastare, in basso, con due denti di scatto presenti nel castello, con la leva sicura-selettore che attiva uno o l’altro: quello di sinistra comanda il fuoco semiautomatico, quello di destra, coadiuvato da altri leveraggi di consenso, la raffica.

VZ 58
Le operazioni di demilitarizzazione sono realizzate all'interno dell'arma ed esteriormente non vi è traccia dei numerosi interventi effettuati. Notare l'elevata qualità delle lavorazioni meccaniche che caratterizzano il VZ58

Ovviamente le operazioni di demilitarizzazione hanno comportato la fresatura di tutte le componenti interessate al fuoco automatico e la saldatura del passaggio della leva consenso raffica, ma le operazioni sono state effettuate con discrezione e all’esterno non si vedono trecce dell’inevitabile mutilazione.

Quello che invece si nota alla prima occhiata è il materiale con cui è realizzata la calciatura, sia la pala che l’astina: si tratta di un composito di resina e legno che da lontano ricorda un po’ la bakelite.

VZ 58
La tacca di mira, lavorata con molta cura, è regolabile da 100 a 800 metri. Sul VZ58 l'astina si separa estraendo il perno dalla testa zigrinata visibile nella foto

Esaminando più da vicino, invece, si vede che si tratta proprio di frammenti di legno impregnati di una qualche resina che sono stati pressati e stampati nelle forme dovute: le superfici risultano lisce al tatto e la resistenza all’usura deve essere notevole se l’esercito cecoslovacco non ha sentito la necessità di modificare o sostituire questo strano materiale.

Del VZ58 demilitarizzato, denominato “gazela” dal distributore ceco, la Zeleny Sport, sono disponibili due versioni contraddistinte una dalla calciatura realizzata nel materiale appena citato ed una con calciatura metallica in origine pieghevole sul lato destro dell’arma ma bloccata in apertura per la commercializzazione sul mercato civile. 

VZ 58
Ogni esemplare di VZ58 demilitarizzato è fornito con caricatori esteticamente intatti ma ridotti a cinque colpi come da classificazione

Questo calcio metallico è foggiato ad L, con un traliccio centrale saldato al calciolo in lamiera, ed è incernierato ad una placca metallica collegata a sua volta al castello: a ben vedere non risulta poi molto comodo nell’uso sportivo ma consente, ove ripiegato, di ridurre ulteriormente le già piccole dimensioni della carabina. L’alimentazione del VZ58 è affidata a caricatori ricurvi da trenta cartucce, ridotti a cinque in modo irreversibile per la commercializzazione nel nostro Paese: anche questi ricordano quelli dell’AK ma sono totalmente diversi e non intercambiabili.

Sono realizzati in alluminio, con due semigusci incastrati e saldati, per cui sono leggerissimi ma sono anche resistenti a urti e maltrattamenti, grazie a numerose nervature di irrobustimento e all'elevato spessore del leggero metallo

VZ 58
A sinistra il caricatore del VZ58, a destra quello di un AK47: notare il canale a sezione rettangolare sporgente posteriormente dal caricatore del VZ58 entro cui scorre l'appendice dell'elevatore deputata ad azionare l'hold open all'ultimo colpo
VZ 58 
Anche la fresatura di aggancio anteriore del caricatore è ben diversa tra AK47 (dietro) e VZ58 (in primo piano)

Posteriormente presentano un canale sporgente a sezione rettangolare entro cui scorre una propaggine dell’elevatore che va ad attivare il comando dell’hold open dopo aver esploso l’ultimo colpo, altra finezza che è assente sull’arma russa.

Lo smontaggio del VZ58 è semplicissimo: si sfila il perno posteriore, che rimane prigioniero nel castello, e si tira verso l’alto il coperchio, cui rimangono fissate le molle di recupero e della massa battente. A questo punto basta arretrare l’otturatore e sfilarlo dal lato superiore.

Per smontare il pistone del gas basta sfilare il perno a testa zigrinata posto sullo zoccolo della tacca di mira e sollevare la parte superiore dell'astina: si mette così a nudo l'intero pistone che può essere sfilato tirandolo indietro e sollevandone l'estremità anteriormente: semplicissimo e quasi geniale.

Approfittando dell’economicità delle munizioni 7,62x39 abbiamo esploso centinaia di colpi con un paio di VZ58, con risultati lusinghieri: il rinculo è limitato, così come la sensazione di scuotimento, merito del sistema di presa gas che evita grossi urti a fine corsa. Anche i bossoli vengono espulsi con decisione ma mai con violenza, cadendo a circa un metro a destra del tiratore dopo aver descritto un’elegante parabola.

VZ 58
Semplicissimo e lineare il pistone a corsa (veramente) corta dell'arma cecoslovacca

Le cartucce Barnaul hanno dato luogo a pittoresche fiammate, mentre munizioni cecoslovacche surplus, reperibili a basso costo in confezioni da seicento colpi, si sono dimostrate molto più discrete e, soprattutto, costanti e molto precise.

Unico problema, non certo imputabile al VZ58, è la scarsa capienza dei caricatori da cinque colpi: proprio quando si inizia a prenderci gusto è necessario sostituire l'astuccio. Il problema, ovviamente, riguarda tutte le armi di tipologia B7 demilitarizzate: per fortuna insieme al VZ58 viene fornita anche una sacca in cuoio contenente altri quattro astucci, il che rende più accettabile alla pesante limitazione sulla loro capacità.

VZ 58 
Alcune versioni di VZ58 sono dotate di calciatura metallica ripiegabile sul lato destro

Probabilmente solo motivi politici hanno decretato la fine del VZ58: leggero, piccolo e affidabile avrebbe potuto avere una maggiore diffusione militare, ma è caduto vittima del più grezzo AK. Oggi sono disponibili anche versioni civili di quest’arma costruite ex novo, sia esteticamente simili all’originale che “truccate” da caccia, ma un VZ58 demilitarizzato ha ancora il suo fascino e non sfigura di certo né in una collezione né sul campo di tiro.

VZ 58
Una volta rimossa la copertura in lamiera si scopre il portaotturatore con le molle di recupero: il foro superiore è per la molla di recupero, mentre sotto di esso si vede la coda della massa battente, forata per il passaggio della relativa molla
VZ 58
Continuando una tradizione nata con l'occupazione tedesca, le armi cecoslovacche hanno per anni indicato gli arsenali di produzione con un codice di tre lettere: questo esemplare è stato costruito nel 1962 dalla CZ di Uhersky Brod. Le spade incrociate sono il marchio di accettazione militare
VZ 58
Il complesso della presa gas è molto simile a quello dell'AK47. Il grosso anello metallico è il punto di aggancio anteriore della cinghia di trasporto
VZ 58 
Anche il supporto del mirino può sembrare simile a quello dell'AK47, ma a ben vedere le differenze sono notevoli

CZSCHEDA TECNICA

AK 47 e VZ58Giuliano Cristofani

 VZ58

Produttore

Arsenali Militari Cecoslovacchi

Česká Zbrojovka di Uherský Brod (CZ-UB)

Importatore

Legion Italia SRL

www.legionitalia.com

ModelloVZ 58 “Gazela”
Tipocarabina semiautomatica demilitarizzata
Calibro7,62x39
Azionecarabina semiautomatica a presa di gas; chiusura a blocchetto oscillante con due tenoni laterali (tipo P38)
Sistema di scattosingola azione a due tempi
Sicuremanuale a due posizioni
CapacitàCaricatore estraibile bifilare con capacità ridotta a cinque colpi
Canna399 mm
Organi di miratacca posteriore regolabile da 100 a 800 m, mirino a palo su traliccio
Lunghezza totale
850 mm (versino con calcio ripiegabile: 850/630 mm)
Peso a vuoto
3.100 g
Materiali e finiturearma tutta in acciaio. Calciatura in legno impregnato di resina e pressato. Finitura con verniciatura a spessore
NoteDisponibile anche con pala del calcio metallica, in origine ripiegabile ma resa fissa