“Kalashnikov” diventerà un brand!

La notizia viene da una fonte di tutto rispetto, e peraltro è stata rilanciata nel più moderno dei modi: in un Tweet sulla pagina del suo profilo ufficiale sul noto Social Network, Dmitry Rogozin, vice-premier della Federazione Russa e responsabile governativo per lʼindustria militare, ha annunciato lʼimminente nascita del KALASHNIKOV Complex, un conglomerato armiero che dovrebbe portare alla fusione delle due principali realtà produttive russe nel settore sotto l'egida del nome del più noto progettista militare dʼoltrecortina, Mikhail Timofeʼevič Kalashnikov.

Non è la prima volta che lʼormai novantatreenne ex-generale dellʼArmata Rossa, famoso per aver inventato dopo la Seconda Guerra Mondiale il fucile dʼassalto più noto e diffuso al mondo, “concede” su licenza lʼimpiego del suo cognome, peraltro universalmente già impiegato in maniera colloquiale per riferirsi alle armi di sua creazione. Il nome “Kalashnikov” è stato acquisito da aziende tedesche e francesi per la produzione di cloni SoftAir o a percussione anulare del fucile AKM, e lo stesso diretto interessato compartecipa in patria alle azioni di una distilleria che produce a suo nome una marca di Vodka venduta in bottiglie dalla foggia inconfondibile. Per la prima volta, tuttavia, il suo nome sarà ufficialmente impiegato in Russia dallʼindustria militare nazionale.

Il nome “Kalashnikov” diventa un brand per lʼindustria armiera russa
Con il lancio dellʼAK-12 lʼindustria armiera russa mira, oltre alla modernizzazione degli arsenali governativi nazionali, a rivitalizzare un settore export da tempo languente

Le aziende che dovrebbero nel prossimo futuro fondersi per formare il KALASHNIKOV Complex sono la O.A.O. “IZHMASH” e la FGUP “Izhevsky Mekhanichesky Zavod”, o “BAIKAL”, ambedue con sede a Izhevsk, città della provincia dellʼUdmurtia affacciata sul lago Baikal nonché uno dei cuori pulsanti, assieme alla città meridionale di Tula, del comparto armiero russo. IZHMASH e BAIKAL sono i principali attori dellʼindustria delle armi leggere di Mosca, e sono società a capitale misto pubblico-privato, il cui 51% delle azioni è comunque ancora solidamente stretto nelle mani del Cremlino. Tra i prodotti delle due aziende si annoverano le pistole Makarov e PYa Yaryigin, oltre a una vasta gamma di armi a impiego civile come i fucili e le carabine SAIGA e TIGR, le pistole MCM Margolin, i fucili da tiratore designato Dragunov SVD e modernizzazioni, e lʼintera gamma di AK-47, AK-74, AKM e AK-100. La IZHMASH ha tentato in passato senza successo di piazzare sui mercati nazionali ed esteri il fucile dʼassalto Nikonov AN-94, e ha recentemente presentato lo AK-12, nato per soppiantare i modelli delle precedenti generazioni.

Ambedue le industrie si trovano attualmente in precarie condizioni economiche. Segnatamente BAILAK e IZHMASH non paiono in grado di sostenere la concorrenza interna, con la KBP di Tula più lanciata verso lʼinnovazione, né quella estera, dato che i mercati che tradizionalmente hanno puntato tutto sullʼimport di armi leggere ex-sovietiche ora si rivolgono sempre più a fornitori europei e statunitensi in grado di offrire soluzioni armiere moderne e modulari in grado di affrontare con maggiore efficacia le minacce dei conflitti asimmetrici. Segnatamente, la IZHMASH si trova da circa due anni in amministrazione controllata, ufficialmente in stato di fallimento, dopo aver fallito il lancio dellʼAN-94 come rimpiazzo nazionale del Kalashnikov, mentre la BAIKAL ha visto il suo “affare del secolo”, il lancio della pistola semi-automatica Yaryigin PYa nata sotto lʼegida del programma Grach per il rimpiazzo della Makarov, sfumare a causa di livelli qualitativi del prodotto decisamente altalenanti. Ambedue le imprese ora potrebbero far fronte comune, scegliendo come traino magari lʼAK-12, arma di concezione decisamente modulare e moderna pur nascendo da salde radici tradizionali.

La decisione di fondare il KALASHNIKOV Complex potrebbe essere la risposta del governo russo a mesi e mesi di proteste e appelli da parte dei lavoratori di ambedue le aziende, culminate, qualche settimana fa, nellʼarrivo sulla scrivania del presidente Vladimir Putin di unʼaccorata lettera scritta da Mikhail Kalashnikov medesimo in cui si supplicava il governo di Mosca di fare tutto quanto in suo potere per salvare i posti di lavoro dei dipendenti IZHMASH e, con essi, il centro nevralgico dellʼindustria armiera russa. 


Per maggiori informazioni

VPK - Commissione per l'industria militare del Governo della Federazione Russa

oborona.gov.ru