Charlton KIWI

Per i paesi oceanici del Commonwealth britannico, le cose iniziarono seriamente a mettersi male nel 1941, con lʼingresso del Giappone nella Seconda guerra mondiale. Con la rapida espansione militare giapponese, lʼAustralia e la Nuova Zelanda si ritrovarono isolate ed esposte al rischio di unʼinvasione nemica. Ma mentre lʼAustralia, paese estesissimo, poteva contare su grandi risorse interne, ciò non valeva per la Nuova Zelanda, paese piccolo, scarsamente popolato e mal difeso: la maggior parte delle sue truppe erano schierate a fianco degli inglesi in nord Africa, e la sua guardia nazionale, la Home Guard, poteva a malapena contare su armi quali i fucili Lee-Enfield SMLE-MkIII calibro .303-British, oltre a grandi quantità di Lee-Metford MLM calibro .303 a polvere nera accantonati negli arsenali dallʼepoca delle guerre Anglo-Boere. Scarseggiavano soprattutto le armi automatiche: mitra STEN, fucili automatici BREN, mitragliatrici Lewis e Vickers erano rari. Era necessario fare qualcosa per aumentare la potenza di fuoco delle truppe locali.

Fucile Charlton
Un prototipo della Conversione Howell

Philip Charlton, ingegnere neozelandese, proprietario di una piccola officina di riparazioni meccaniche, la Charlton Motors Workshop, aveva studiato in Inghilterra, e aveva avuto modo di esaminare alcuni dei progetti per la produzione di un fucile semiautomatico che sostituisse lo SMLE: tra questi la conversione Howell da cui prese lo spunto, ottenendo il permesso di convertire alcuni Lee-Metford.

Il sistema di ripetizione che ideò era piuttosto singolare, seppur semplice: al lato dellʼarma veniva installato un tubo separato, contenente un pistone e una molla di ritorno; i gas di risulta dello sparo vi venivano immessi tramite un foro sulla canna vicino alla volata, in modo simile al Garand; il gas spingeva indietro il pistone, collegato allʼotturatore dellʼarma. Per rendere più solido il tutto, veniva installato sulla parte superiore dell'arma un vero e proprio “blocco” di fissaggio del sistema, che tra lʼaltro aggiungeva peso rendendo il rinculo più gestibile. Anche la canna veniva rimpiazzata con una da 25”, modificata per una migliore ventilazione e munita di un nuovo spegnifiamma/freno di bocca, necessario giacché lʼarma, seppur ideata per essere utilizzata in semiauto, poteva sparare a raffica. Per migliorare la controllabilità, lʼarma era dotata di una nuova calciatura a pistola, di unʼimpugnatura avanzata supplementare e di un cavalletto ripiegabile. Il “Fucile Automatico Charlton” poteva essere alimentato sia tramite i piccoli caricatori da 10 colpi degli MLM/SMLE o tramite i caricatori della mitragliatrice BREN. Tutti i nuovi componenti potevano essere fabbricati facilmente in qualsiasi laboratorio meccanico, ed essendo fatti di metallo stampato erano poco costosi. Il peso totale, a vuoto, si attestava sui 7 kg.

Charlton
Il fucile automatico dellʼing. Charlton

La cosa sorprendente fu che il Fucile Automatico Charlton funzionò, sin da subito, a meraviglia. A metà del 1941, la piccola attività di Charlton fu pronta a iniziare la produzione; le previsioni erano di convertire 200 Lee-Enfield e Lee-Metford al mese; i ritmi reali furono drasticamente inferiori, giacché fu data priorità alla produzione dei mitra Owen. Dal 1941 al 1945 furono prodotti solo 2000 Fucili Automatici Charlton; alcuni, con differenze significative riguardanti la calciatura, furono fabbricati anche in Australia dalla Electrolux, e anche in Sud Africa col nome di “Fucile Automatico Reider”.

I fucili Charlton non furono mai usati in battaglia, e rimasero a disposizione della Home Guard neozelandese fino al 1946, quando il deposito militare di Palmerston North che li ospitava fu distrutto in un incendio. Ne sono sopravvissuti poco più di 200, custoditi in musei militari sparsi tra Inghilterra, Australia e Nuova Zelanda.