Non è un bel momento quello che sta attraversando il Tiro a Segno Nazionale di Milano, una delle istituzioni sportive più prestigiose del capoluogo lombardo. La sua fondazione risale al 1860 e dopo alcuni spostamenti aveva trovato la sua sede in un’area di 32.000 metri quadrati, in Viale Achille Papa, 22/B.
L’impianto si trova in una zona di Milano moderna, ricca di servizi e facilmente raggiungibile con mezzi pubblici o privati. Offre agli appassionati 5 linee per il tiro a fuoco a 50 metri dotate di cambio automatico dei bersagli per le specialità di carabina e di pistola, 5 poligoni doppi per il tiro a 25 metri di pistola automatica (oppure 40 linee di tiro a 25 metri per la specialità di pistola standard- PGC a seconda dell'allestimento) 34 linee di tiro a 25 metri per il tiro propedeutico a fuoco di pistola cal.22, 60 linee per le specialità di carabina e pistola ad aria compressa alla distanza di 10 metri. La sezione del TSN di Milano ospita regolarmente tappe della Coppa del Mondo, gare giovanili, ed è un punto di riferimento per gli appassionati di Tiro a segno a livello internazionale. Inoltre svolge un importante compito istituzionale permettendo l’addestramento e i rinnovi del porto d’armi delle guardie giurate. Che cosa potrebbe andare storto? Bene, purtroppo sono andate storte un sacco di cose.
La crisi del TSN di Milano: le prime conseguenze

L’UITS, a giugno, aveva effettuato un’ispezione e le prime novità a giungere da Roma, nei mesi a venire, si sapeva avrebbero riguardato quella singola parte di una vicenda che andava delineandosi come molto più grande e complessa.
Il risultato dell’ispezione è stato il commissariamento del TSN e la nomina di un commissario straordinario nella persona dell’Avvocato Filippo Giancola, già presidente del TSN di Como. (qui potete scaricare il documento ufficiale).
Nel periodo natalizio il commissario straordinario Avv. Filippo Giancola aveva organizzato con i soci, privi di notizie dai giorni del passaggio di consegne, una riunione in occasione della quale si era parlato della grave situazione in cui versava il TSN, rinunciando a discutere di questioni di responsabilità poiché verifiche e controlli erano ancora in corso.
Le due recenti sentenze sono dunque riconducibili a tale operazione mentre nulla ancora si conosce riguardo al lavoro del commissario straordinario ed alle sue conseguenze, cui accennano i documenti pubblicati riferendosi espressamente ad altri procedimenti disciplinari in essere.
Le sentenze sono scaricabili da queste pagine:

Quel che sappiamo delle cause specifiche che han portato alla deposizione del vecchio direttivo, ed a questa prima condanna, deriva unicamente dalla lettura di due documenti, pubblicati sul sito dell’Unione Italiana Tiro a Segno, due sentenze, una delle quali durissima nei confronti dell’ex presidente e dell’ex segretario, cui viene comminata la pena della radiazione, vale a dire l’allontanamento definitivo dalle sezioni TSN italiane.
In oltre quaranta pagine di testo l’UITS ha ricostruito parte di quel che è accaduto, negli ultimi anni, all’interno di uno dei poligoni istituzionali più grandi d’Italia e che, in occasione dell’assemblea per l’approvazione del bilancio 2024, lo stesso presidente del collegio dei proboviri, Pietro Marfia, aveva denunciato come sospetto, invitando l’UITS ad intervenire per accertamenti.
Accertamenti che hanno portato a decisioni importanti e hanno svelato una situazione eccezionalmente grave, tale da mettere in crisi, come affermato nella riunione natalizia, la sopravvivenza stessa del poligono milanese.
Una vicenda che non si è ancora conclusa
Quel che si legge nelle due sentenze delinea dunque un ritratto netto, benché ancora parziale, di una vicenda buia dello sport italiano tanto che ci è impossibile, per esigenze estetiche e di sintesi anche solo elencare, per numerose che sono, le violazioni imputate ai condannati, alcune delle quali persino penalmente rilevanti e le relative prove, tutte puntualmente riportate, con tanto di registrazioni vocali.
Non commenteremo neanche il contenuto di questi documenti del tribunale federale UITS, ma invitiamo vivamente i lettori ad aprire i documenti originali, di pubblico dominio, e a leggerli attentamente poiché hanno il valore di un monito: certe cose non dovrebbero accadere e, sebbene questa volta la crisi sia stata scoperta e denunciata dall’interno della struttura interessata, dalla parte sana della dirigenza, guardando al futuro sarà d’obbligo adottare, in generale, misure adeguate di prevenzione e controllo anche da parte della stessa UITS, magari a livello statutario.
Se si riflette sulla circostanza che le massime pene inflitte hanno colpito l’ex presidente Berardinetti e l’ex segretario Moreni, unici soggetti in carica da lungo tempo a differenza degli altri, condannati a pene più miti, si comprende anche che il tempo sia in via generale una risorsa nel bene ma un problema nel male e, per questo, che la prevenzione divenga fondamentale. Il malaffare non deve trovare spazio, ed occasioni, in nessun luogo, soprattutto nei poligoni. La vicenda, comunque, non è ancora conclusa. Vi terremo aggiornati.