Continua la guerra alle armi negli USA!

Gli Stati Uniti d'America sono universalmente conosciuti come "la terra delle libertà", ma sono anche il paese delle contraddizioni; un paese dove, accanto al Primo Emendamento della Costituzione, che garantisce la libertà d'espressione, e al Secondo Emendamento, che garantisce il diritto di possedere e portare armi per difendersi da un eventuale governo tirannico, possono aver luogo episodi di questo tipo, che dimostrano come, in realtà, i diritti delle persone oneste siano in pericolo ovunque e costantemente.

È accaduto per la precisione lo scorso 20 aprile a Logan, città dello Stato del West Virginia, al quattordicenne Jared Marcum Lardieri, uno studente di "Ottavo Grado" − l'equivalente della nostra terza media. Il giovane Jared ha frequentato per diversi giorni le lezioni indossando di tanto in tanto una T-Shirt marrone riportante il logo della NRA, l'associazione statunitense per la protezione dei diritti dei possessori d'armi da fuoco, l'effige di un fucile da caccia e la dicitura Protect your gun rights ("Proteggete il vostro diritto alle armi"). Fatale è stato l'incontro con un insegnante che gli ha chiesto di cambiare la maglietta, o di indossarla al rovescio per nascondere gli emblemi. Al suo rifiuto, sono scattate le misure esagerate delle autorità scolastiche: il giovane studente è stato portato nell'ufficio del Preside ed è stato ufficializzato un provvedimento di sospensione; contemporaneamente è stata chiamata la locale Polizia, alla quale è stato chiesto di arrestare il quattordicenne per ostruzione all'attività di pubblica istruzione.

Ovviamente sono state infuocate le reazioni della famiglia dello studente; alle dichiarazioni del padre, Allen Lardieri, sono seguite proteste contro la scuola e la stazione di Polizia. In seguito ad alcuni giorni di pressione mediatica, il giovane è stato rilasciato senza l'ufficializzazione di alcun'accusa ed è stato riammesso a scuola - assieme alla sua maglietta.

Il regolamento interno della Scuola Media di Logan vieta a studenti e Staff di indossare abiti che riportino slogan o immagini volgari, incitanti alla violenza o alla discriminazione; non vi è nessun riferimento alle armi. E sono in molti gli osservatori che ritengono quest'evento come l'ultimo sintomo dell'isteria collettiva che ha colpito gli Stati Uniti in seguito alla strage che ha avuto luogo il 14 dicembre 2012 a Newtown, nel Connecticut, ove il ventenne Adam Lanza fece irruzione alla scuola elementare Sandy Hook ed aprì il fuoco contro alunni ed insegnanti, uccidendone in tutto ventisette prima di suicidarsi.

Dopo il massacro, una fronda politico-culturale si è scatenata contro il mondo dell'industria armiera, dei legittimi possessori ed appassionati d'armi, e contro la National Rifle Association medesima; mentre fioccavano le proposte di leggi restrittive, i prezzi delle armi e dei caricatori di capacità non ridotta salivano alle stelle, e fucili, carabine e pistole, caricatori e munizioni andavano esauriti dappertutto, caricando l'industria di ordinativi superiori alle sue capacità produttive − tanto da spingerle ad un quasi totale blocco delle esportazioni per concentrarsi sulla domanda interna − e causando problemi d'approvvigionamento di alcuni articoli, che continuano ancora oggi.

Lo scorso 17 aprile, il Senato USA ha bocciato ben due proposte di leggi anti-armi: quella proposta dalla senatrice californiana Dianne Feinstein, che avrebbe messo definitivamente al bando tutte le armi semi-automatiche con anche una sola caratteristica "d'impostazione militare", e quella dei senatori Joe Manchin e Pat Toomey, che avrebbe imposto anche a due privati che effettuassero una permuta d'armi tra loro di passare attraverso un'armeria per un controllo dei precedenti; il 23 marzo scorso, lo stesso Senato aveva invece approvato la mozione del senatore James Inhofe, che di fatto vieterà agli Stati Uniti di ratificare lo U.N. Arms Trade Treaty (ATT), il trattato ONU sul commercio internazionale di armi, perché esso contiene delle clausole che limiterebbero anche la circolazione di armi ad uso civile. Al contempo, si registrano feroci reazioni alle leggi restrittive passate localmente in alcuni Stati quali il Connecticut, lo Stato di New York e il Colorado: si allarga sempre di più la lista di aziende che hanno deciso di rifiutarsi di vendere armi, munizioni ed altre dotazioni alle Forze dell'Ordine in quegli Stati e in quelle località che hanno adottato o pensano di adottare leggi più restrittive sul possesso e l'uso di armi da parte dei privati cittadini; molte altre industrie armiere con sede in tali Stati hanno deciso di traslocare in altre località con leggi più permissive, come la famosa MagPul Industries Corporation. La guerra mossa dalla fronda anti-armi americana contro i diritti garantiti dal Secondo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti sembra dunque ancora in atto, ma di sicuro il fronte pro-armi continua ad incassare importanti vittorie. A noi resta l'onere di sostenere i nostri fratelli e sorelle d'America nella lotta per la preservazione dei loro diritti: qualora i nemici delle nostre libertà riuscissero a vincere negli Stati Uniti, noi europei e gli appassionati di tutto il mondo saremmo i prossimi a finire nel mirino!