Brutte notizie arrivano per chi, soprattutto negli USA, sostiene posizioni e proposte di legge volte a limitare la possibilità per i comuni cittadini di detenere e portare armi da fuoco, adducendo che ad una maggiore diffusione di queste ultime sia da collegare un aumento del crimine.
La National Shooting Sports Foundation, l'associazione che negli Stati Uniti accomuna gli interessi degli sport del tiro e della caccia, tanto per gli appassionati quanto per le aziende attive nel settore armiero, ha reso noti i dati di un'inchiesta realizzata dal Pew Research Center − noto studio indipendente di analisi statistica con sede a Washington − sul numero di crimini commessi annualmente con armi da fuoco negli USA.
La ricerca, che può essere esaminata quì nei dettagli, si basa su dati che partono dal 1993 − annus horribilis per il Gun Crime negli Stati Uniti − ed arrivano sino ad oggi. Essa dimostra come, già stando ai dati del 2011, il numero di omicidi commessi con armi da fuoco negli USA era calata del 49%, e come, incrociando i dati raccolti dal WISQARS, dal 1981 al 2010, il numero di morti per omicidio con arma da fuoco negli USA sia calata da 6.6 casi ogni 100mila abitanti a soli 3.6 casi ogni 100mila abitanti. Al contempo, dal 1993 al 2011, il numero di crimini commessi con armi da fuoco che non abbiano visto come risultato un omicidio è passato da 7.976,3 casi ogni 100mila abitanti a 2.254,2 casi ogni 100mila abitanti. Per chi se lo chiedesse, il WISQARS è una branca del CDC − Centro per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie Infettive del Governo federale USA − che si occupa di raccogliere i dati relativi ai ferimenti e alle lesioni, mortali e non, che accadono ogni giorno e ogni anno in tutti gli Stati Uniti per qualsiasi motivo, dagli incidenti alle aggressioni.
In particolare, il centro di ricerche Pew mostra come già nel 2011 il tasso di crimini diversi dagli omicidi fosse calato del 75% rispetto al 1993, e che in generale il crimine violento, anche con armi non da fuoco, nello stesso periodo sia calato del 72%. Nello stesso tempo, tuttavia, la vendita di armi da fuoco sul mercato civile USA è esponenzialmente aumentata: se nel 1993 erano presenti sul mercato statunitense 20 milioni di armi da fuoco, nel 2011 se ne contavano 120 milioni. Insomma, un brutale schiaffo a chi sostenga che una maggiore circolazione di armi legali porti necessariamente ad un maggiore numero di crimini commessi, soprattutto dato che negli Stati Uniti il grosso dei crimini oggi ha luogo nelle grandi metropoli, ovvero i luoghi ove, a causa di leggi e regolamenti locali, è più difficile procurarsi un'arma legalmente.
Resta tuttavia il fatto che i crimini e le tragedie della follia che vedono protagoniste le armi negli Stati Uniti continuano, nonostante i dati contrari, a sollevare ondate disarmiste molto pericolose. Secondo i dati del centro Pew e della NSSF, la colpa è da ascriversi ai Mass Media. I dati dimostrano infatti come il 56% degli americani sia convinto che i crimini a mano armata siano aumentati nel medesimo periodo, a causa del fatto che le notizie di crimini con armi da fuoco sono quelle su cui i Media USA "battono" di più, a livello locale − ancor più delle notizie sullo stato del traffico stradale e sulle previsioni meteorologiche.