Nuovo quadriennio, nuove regole e per l’Italia è subito argento. Segno positivo soprattutto perché a conquistarlo è stata Jessica Rossi, campionessa Olimpica di Londra 2012, che con questa affermazione ha chiarito da subito le sue intenzioni nel cammino verso Tokyo. In una gara condizionata dal fortissimo vento, la poliziotta di Crevalcore ha iniziato le qualificazioni con 21/25 nella prima serie, rischiando di pregiudicare la sua performance, ma si è poi ripresa con i successivi 23/25 e 22/25 ed è arrivata al totale di 66/75 che le ha permesso di spareggiare con altre cinque tiratrici per un posto nella finale a sei, poi centrata con +3.
Il round decisivo per le medaglie è stato disputato con le nuove regole, che dopo i primi 25 piattelli prevedono l’eliminazione diretta di una tiratrice ogni cinque colpi fino a lasciare in pedana le due migliori, protagoniste del duello per l’oro e l’argento sulla distanza di ulteriori 10 lanci. L’azzurra ha passato indenne tutte le scremature fino ad arrivare a giocarsi l’oro e l’argento con l’australiana Penny Smith, in vantaggio sulla nostra con il punteggio di 31/40 a 30/40.
Jessica Rossi a Nuova Delhi
“Dopo Rio non ho passato un bel periodo – ha spiegato Jessica subito dopo la gara – Ovviamente l’obiettivo era un altro. Quindi ho voluto prendermi una pausa e non ho sparato per parecchi mesi. Poi durante l’inverno mi sono resa conto che il tiro mi mancava da morire e che avevo voglia di dare ancora tanto a questo sport. Ho imbracciato il fucile e mi sono messa a lavorare a testa bassa”.
“Il mio obiettivo principale è Tokio 2020 – ha proseguito l’olimpionica – “Voglio tornare me stessa e affrontare tutto con più serenità.
Oggi non è andata proprio come volevo. Quella tranquillità non c’è stata, ma è anche normale. Il podio mancava da parecchio tempo e volevo concretizzare un risultato di valore. Finita la terza serie di gara avevo già smontato il fucile perché non pensavo che con 66 si potesse sperare nella finale o nello shoot-off. Poi, quando è arrivata la notizia dello spareggio si è accesa una lampadina e mi sono detta che avrei dovuto prendere la palla al balzo. Una volta dentro ho riacquistato serenità e ho sparato benissimo tranne due momenti, gli unici in cui ho ripensato alla non brillantissima qualifica. Mi spiace un po’ di non essere arrivata più in alto, ma non posso lamentarmi. Spero che questo sia il punto di una nuova partenza. Sono molto contenta”.
“Sono doppiamente contento – ha commentato il Direttore Tecnico Albano Pera – La felicità più grande viene dal fatto che Jessica abbia aperto la stagione salendo su un podio importante come quello di una Coppa del Mondo. È una tiratrice di grande valore e vederla con questo argento al collo mi riempie di gioia. In seconda battuta sono contento anche di come ha funzionato la finale con la nuova regola che ho inventato io. Questa nuova formula riporta al centro della gara il valore dei protagonisti e non la fortuna. Non abbiamo vinto noi, ma non sempre si può essere i più forti. Sono molto soddisfatto anche della prestazione delle altre due tiratrici in gara. In particolare di Lucia, che a soli diciotto anni ha dimostrato di avere le carte in regola per spareggiare per una finale di prestigio ed impensierire tiratrici con più esperienza”.
Oro e Argento per il Trap maschile
Altre due medaglie sono arrivate dal Trap Maschile: oro per Simone D’Ambrosio e argento per Giovanni Pellielo.
Il primo ha debuttato in Coppa del Mondo Senior con un magnifico oro, conquistato battendo il suo idolo sportivo Johnny Pellielo.
“Ancora non ci credo, sono emozionatissimo – ha confessato il giovane tiratore – Trovarmi fianco a fianco con Johnny non è una novità, mi è capitato in allenamento. Ma farlo durante una finale di Coppa del Mondo fa tutto un altro effetto. Ad oggi è la più grande emozione sportiva della mia carriera. Non ho davvero parole”.
“Simone è la testimonianza che l’Italia sta lavorando bene con i giovani ed i risultati lo dimostrano – ha dichiarato Pellielo – Se con la mia carriera sono stato d’esempio per ragazzi come lui, non posso essere che lusingato e, per quanto mi riguarda, ho intenzione di continuare ad esserlo ancora per un po’”.
Non da finale, ma comunque buona la performance del terzo azzurro in gara. Valerio Grazini, carabiniere di Viterbo, si è fermato in ottava posizione con 115/125, pagando forse troppo caro il 21/25 della quarta serie di gara.
James Willet ha vinto invece la gara di Double Trap. Dopo la Coppa di Cristallo, conquistata lo scorso anno a Roma nella Finale di Coppa del Mondo, il ventunenne australiano si conferma come uno dei tiratori più in forma del momento e con 138/150 in qualificazione e 75/80 nella finale è salito anche sulla vetta del podio indiano, sul quale erano anche il padrone di casa Ankur Mittal, argento con 74/80, e l’inglesino diciottenne James Dedman, bronzo con 56/60 ed il nuovo record del mondo juniores. A giocarsi le medaglie ci ha provato anche il nostro Alessandro Chianese, entrato in finale con il punteggio di 167/150. Purtroppo il marinaio di Casandrino (NA), oro poco più di una settimana fa in Qatar, è partito con il piede sbagliato inciampando in due zeri nei primi quattro piattelli e, passata indenne l’eliminatoria per il sesto posto, a causa di altri due errori si è dovuto fermare, aggiudicandosi il quinto posto con il punteggio di 36/40.
Lontano dai giochi per le medaglie e dai suoi standard Antonino Barillà, marinaio di Villa San Giuseppe (RC), solo dodicesimo con il totale di 130/150.
Molto buona, invece, la prestazione di Daniele Di Spigno tra gli MQS. Il poliziotto di Terracina (LT), pluricampione del Mondo di specialità, ha sparato ad altissimi livelli arrivando al punteggio finale di 142, migliore della gara. In gara tra gli MQS anche Stefano Ales di Tivoli, che ha chiuso la sua prova con 126/150.
"Mi spiace molto per Alessandro, che anche oggi si è dimostrato in grande forma arrivando alla finale, e per Marco, rimasto fuori per un soffio. Bene anche Daniele autore della migliore prestazione. Non bene, invece, Nino che sta sparando molto al di sotto delle sue possibilità – ha dichiarato Mirco Cenci, Direttore Tecnico della Nazionale italiana – Però non mi sento di biasimare né lui né gli altri. Oggi abbiamo gareggiato per una competizione dai toni molto cupi, con una stridente differenza tra l’atmosfera sugli spalti, pieni di pubblico ed ammiratori, e le pedane rese tetre dalla decisione di giorni scorsi. Non ci sono state ansia e tensione mordente, ma tanta rabbia e amarezza. Non ho parole per questa gara. Vorrei dire molto, anzi tutto. Vorrei raccontare la storia di 20 anni di impegno, sacrificio e amore per lo sport. Quello vero, quello dove i sogni si realizzano sulle pedane e non nei ristoranti e nelle sale dei grandi alberghi, in cui tre burocrati decidono il destino degli atleti di tutto il Mondo.
Ho detto tre perché è mia convinzione che tre siano i burattinai che hanno tirato i fili di questo teatrino. A nulla è valso il grande impegno del Presidente Luciano Rossi, il migliore dei Presidenti. Il Presidente che ha reso la FITAV la più forte e importante Federazione del Mondo. Cattiverie, invidie personali, sotterfugi, odi, vendette e rancori nascosti ad arte, degni delle più squallide mafie, hanno cancellato il Double Trap.
Da lungo tempo con metodo e sinergia hanno costruito i pretesti per distruggere questa specialità. Pretesti futili e bugie come nemmeno i bambini riescono talvolta a dire. Frasi come "il Double Trap non ha le donne". Certo che non le ha! Avete forse dimenticato che di averle tolte voi nel 2005?.
Non una delle migliaia di lettere inviate è stata presa in considerazione. Ignorati atleti, tecnici, federazioni, Società di Tiro e le Aziende, tacciate di non aver fatto nulla per la federazione internazionale. Il mio pensiero ed il mio cuore sono con tutti i ragazzi che si sono impegnati con dedizione e sacrificio nel Double Trap. Sopra la nostra passione hanno calato il sipario".
A New Delhi è andata in scena anche la gara di Coppia Mista di Fossa Olimpica, probabile sostituto del Double Trap nel programmo olimpico a partire dai Giochi di Tokio.
La gara è stata un test per definire quello che sarà il format da proporre definitivamente al CIO. Come base di partenza sono state adottate le regole con cui si è gareggiato per la prima volta ai Giochi Europei di Baku nel 2015, ovvero due serie da 15 piattelli per ciascun componente del team e poi le sei migliori coppie delle qualifiche hanno proseguito con due semifinali per determinare le contendenti dei medal match per oro ed argento e per bronzo e quarto posto.
Dopo l’argento di Jessica Rossi nella gara femminile e la doppietta di Simone D’Ambrosio e Giovanni Pellielo, oro ed argento in quella maschile, l’Italia è tornata sul podio con la coppia formata da Alessia Iezzi di Manoppello (PE) e Valerio Grazini di Viterbo, entrambi in forza al Gruppo Sportivo dei Carabinieri.
Con il punteggio di 28/30 a 21/30 i due azzurri hanno regolato senza troppi complimenti l’accoppiata spagnola formata da Fatima Galvez e Alberto Fernandez. Davanti a loro il team Cinese di Xiaojing Wang e Shuo Yu, oro con 25/30 ai danni dei neozelandesi Natalie Rooney e Owen Robinson, argento con 21.
La prima prova di coppa del mondo del 2017 porta comunque la firma della fuoriclasse Kimberly Rhode, bronzo a Rio 2016 dietro a Diana Bacosi, oro, e a Chiara Cainero, argento.
Sulle pedane del “Dr Kami Singh Shooting Range” la statunitense si è imposta in finale con un eccellente 56/60 sulla tailandese Sutiya Jiewchaloemmit (51/60) e la neozelandese Chloe Tipple (42/50).
Sesto posto per Diana Bacosi, entrata di diritto tra le migliori sei con il pettorale n. 3 grazie ad un ottimo 72 di qualificazione. Purtroppo i sei zeri nei primi 20 piattelli di finale ne hanno bloccato la corsa al podio.
L’Inno di Mameli ha fatto da colonna sonora invece alla gara di Skeet maschile, ultima della prima prova di Coppa del Mondo. A portare il tricolore sulla vetta del podio sono stati Riccardo Filippelli e Gabriele Rossetti, autori di una splendida doppietta che ha regalato all’Italia un oro ed un argento. Dopo una qualificazione di altissimo livello, chiusa da Filippelli (Esercito) di Pistoia con 122 e da Rossetti (Fiamme Oro) di Ponte Buggianese (PT) con 123 (miglior punteggio di giornata), i due azzurri hanno proseguito la rincorsa alle medaglie nella finale a sei, per la prima volta disputata con la nuova regola ad eliminazione diretta. Nel round decisivo il ritmo è stato imposto da Filippelli, in testa al sestetto sin dal primo sbarramento sulla soglia dei 20 piattelli, seguito a ruota dal Campione Olimpico di Rio, sempre incollato al compagno di squadra ed amico.
“Sono felicissimo di aver vinto per la seconda volta una coppa del mondo - ha spiegato a fine gara – Mi sono impegnato tanto ed ho preparato questa gara in maniera molto meticolosa ed alla fine è arrivato questo oro bellissimo che dedico tutto alla Federazione ed al nostro Presidente, che non manca mai di farci avere tutto il suo supporto e la sua vicinanza morale. Sono orgoglioso di aver rappresentato il mio Paese al meglio e penso di poter rappresentare l’Italia in molte altre occasioni, compreso il Mondiale del prossimo mese di settembre a Mosca”. D’argento Rossetti, salito sulla piazza d’onore. “Sono contento – ha detto l’olimpionico – Dopo Rio non mi preoccupava dovermi riconfermare. Non voglio passare da presuntuoso, ma sapevo di valere l’oro olimpico e so di valere il primato mondiale. L’oro dei Giochi non mi da nessuna pressione, anzi è per me da stimolo a fare sempre bene e restare al top.
Questa prima prova era importante per un altro motivo. Ho cambiato il fucile da pochi mesi e questo era per me un test molto importante. Voglio ringraziare la Perazzi per avermi accolto nella sua famiglia e per avermi fornito uno strumento validissimo, cucendomelo addosso in tempi molto ristretti. Devo ammettere che, in un campo non facile come questo, mi ha dato molta sicurezza e mi ha permesso di condurre una gara ad altissimi livelli”.
Ultima gara, il test event del Misto di Skeet. Vince la coppia statunitense Kimberly Rhode (15/15)- Hayden Stewart (14/15) con 29/30 sull’Argentina (26/30) composta dai due Gil, Melissa (14) e Federico (12). Terzo posto per Ind-Usa (28/30) formata da Anghad Vir Singh Bajwa (15) e Haley Dunn (13). Sesto posto per Bacosi (9) e Rossetti (9) con un totale di 18. A differenza del Trap Misto, che è stato proposto nel programma olimpico al posto del Double Trap, a partire da Tokyo 2020, la gara mista di Skeet per ora non sembra avere un grande futuro. Si sperimenta solamente.