Niccolò Campriani, oro a Rio

Niccolò Campriani ha dominato la finale di carabina ad aria compressa alle Olimpiadi di Rio de Janeiro, migliorando se stesso rispetto a Londra dove fu argento, e scrivendo, con due record olimpici (630.2 nelle qualificazioni e 206.1 in finale), una pagina significativa nella storia del tiro a segno italiano. 

La cronaca della gara parrebbe raccontare di un trionfo, atteso quanto scontato, dell'atleta toscano ma così non è stato come ha dimostrato il gesto liberatorio cui Niccolò si è lasciato andare al termine della gara.

Campriani è passato al comando della finale a otto di specialità al sedicesimo tiro, quando l'eliminazione dell'indiano Bindra e del rumoroso tifo che lo sosteneva gli ha permesso di sparare con maggior tranquillità. A quel punto ha prima regolato il russo Vladimir Maslennikov, terzo, poi l'ucraino Serhiy Kulish. L'ultimo 10.7 di Nicco lo ha staccato di un punto e mezzo.

Abbiamo sentito Niccolò poche ore dopo la gara e abbiamo parlato con un atleta sereno, alleggerito, forte della consapevolezza di un uomo che ha vinto i suoi demoni e l'ha fatto nell'occasione più importante, coronando con il successo un percorso personale durato 4 anni. Perché, così come ha dichiarato il campione italiano ai giornalisti al termine della gara, “le nuove regole (entrate in vigore dopo Londra, ndr) non le ho mai digerite. Di fatto questa è la prima medaglia d'oro che conquisto da quando sono cambiate nel 2013. Mi sono ritrovato quasi ad odiare questo sport perché non mi ritrovavo più nelle caratteristiche con cui avevo iniziato”.

Oro per Niccolò Campiani a Rio
Niccolò Campriani ha vinto la Medaglia Olimpica nella carabina ad aria compressa a Rio 2016

Niccolò ha concluso la sua intervista con numerosi ringraziamenti. Anzitutto al padre e alla fidanzata Petra (Zublasing, atleta della nazionale italiana anche lei in gara a Rio, ndr) “che negli ultimi anni si è resa conto che non ero felice ma mi ha sopportato e per questo le devo tantissimo. È molto difficile distinguere tra vicende personali e sportive". Poi alla Federazione italiana di tiro, che “mi ha protetto in tutte le scelte di vita e ha saputo investire sulla persona oltre che sull'atleta”. Infine al team Pardini. Alla gioia della vittoria – prosegue Campriani – si aggiunge “la soddisfazione di aver trionfato per la prima volta con una carabina interamente di fabbricazione italiana, al cui progetto ho partecipato in prima persona assieme al team della Pardini Armi di Camaiore”. È un po' come aver vinto anche il mondiale costruttori: “la carabina Pardini ce la siamo progettata da soli, dal niente. Dopo Londra volevo questa sfida nuova e in 3 anni siamo riusciti ad arrivare al primo titolo olimpico nella storia con una carabina italiana”.

Adesso Campriani è atteso dalla gara di carabina a tre posizioni, dove è campione olimpico in carica.