In Germania arriva il registro nazionale delle armi (NWR). Funzionerà?

La Germania ha annunciato l’imminente lancio – previsto per il 1° Gennaio 2013 – del Nationales Waffenregister (NWR), letteralmente “Registro Nazionale delle Armi da Fuoco”. Ciò che era finora demandato a circa 500 uffici amministrativi locali e regionali sparsi per i Länder e per le circoscrizioni minori in omaggio all’assetto federale del Paese sarà centralizzato a livello nazionale: gli uffici locali continueranno a lavorare come sinora, ma a partire dal primo gennaio dell’anno prossimo tutti i dati saranno fatti confluire nel nuovo NWR ed ivi amministrati. La registrazione continuerà inoltre ad essere obbligatoria per tutti i tipi d’arma da fuoco, lunga o corta, ad anima liscia o rigata, a ripetizione manuale o semi-automatica e finanche per le armi ad avancarica a colpo singolo. 

L’istituzione del NWR è il risultato del recepimento della direttiva europea che impone l’istituzione di tali registri a tutti gli stati membri, con una deadline fissata per il 31 dicembre 2014. «L’istituzione del NWR faciliterà le attuali complesse operazioni di controllo su scala nazionale», ha dichiarato il Ministro degli Interni tedesco, Hans-Peter Friedrich, «la Polizia sarà così in grado di controllare chi possiede legalmente quale tipo d’arma». L’accesso al NWR non sarà tuttavia ristretto solo alle autorità nazionali: sono già in corso i test per lo scambio di dati con altri paesi membri dell’Unione Europea.

Inizialmente l’NWR riguarderà solo gli individui che possiedano privatamente armi da fuoco; in seguito la registrazione sarà obbligatoria anche per le aziende produttrici, i distributori e gli armieri, gli importatori e i banchi di prova; il governo tedesco assicura che le più rigide norme imposte dal BSI (Ufficio Federale tedesco per la Sicurezza Informatica) sono state scrupolosamente seguite nell’implementazione del sistema.

Tuttavia non mancano, e a ragione, le critiche all’istituzione dell’NWR, riguardanti in particolare l’utilità in sé del sistema. Le statistiche del BKA (Bundeskriminalamt, equivalente tedesco dell’FBI) e di altri organi di polizia nazionali ed esteri mostrano come le armi detenute legalmente non costituiscono un pericolo per la pubblica sicurezza, dato che vengono utilizzate in meno del 10% di tutti i crimini commessi annualmente in Germania – e si tratta per la maggior parte di armi rubate.

Inoltre, il numero e le tipologie di armi da fuoco legalmente detenute dai cittadini tedeschi è già noto alle autorità, dunque l’istituzione dello NWR si configurerebbe come niente più, niente meno che uno spreco di denaro pubblico, che peraltro apre un’altra porta all’istituzione di uno Stato accentratore e potenzialmente autoritario, e che oltre a mettere in pericolo i diritti individuali dei cittadini onesti e rispettosi delle leggi e dei regolamenti che legalmente detengono armi avrebbe anche l’effetto di “gonfiare” artificiosamente le statistiche sul numero di armi in circolazione, per motivi più o meno maliziosi (“troppe armi in giro, bisogna fare qualcosa!), inserendo nel novero – come prevede la legge tedesca – anche tutte quelle costruite nel XIX secolo, che mai verranno usate in un atto criminoso e raramente fanno fuoco persino in ambito prettamente legale!

Persino l’autorità federale tedesca per la protezione dei dati personali ha espresso al riguardo dei seri dubbi, sulla base del poco trascurabile fatto che nessun sistema informatico è interamente a prova di intrusione: un eventuale attacco al database porterebbe, nel migliore dei casi, alla distruzione della banca-dati, con gravi conseguenze per le autorità, e nel peggiore alla divulgazione di dati sensibili importantissimi, incluse le identità di chi possiede pezzi da collezione unici e a grave rischio di furto.

Infine, aggiungiamo, l’implementazione di “cervelloni” centralizzati sulle armi legalmente detenute dai cittadini è stata tentata in numerosi paesi negli scorsi anni, risultando quasi ovunque in un clamoroso fallimento: in Canada, ad esempio, una serie di referendum popolari peraltro appoggiati dal governo in carica del Primo Ministro Stephen Harper ha portato a una drastica riduzione d’importanza del National Firearms Registry istituito nel 1995, e universalmente bollato come un fallimento negli scopi preposti e uno spreco di finanze pubbliche: in tutte le provincie del paese nordamericano tranne il Quebec i dati concernenti le armi lunghe privatamente detenute sono stati distrutti, e cancellato l’obbligo di registrazione futura. Le storture del National Firearms Registry e il rischio da esso rappresentato per la privacy e per i diritti individuali dei cittadini canadesi sono venuti alla luce tra il 2010 e il 2012 quando la RCMP (Polizia canadese) ha arbitrariamente reso illegale come “Arma facilmente modificabile a raffica” il fucile d’importazione cinese Norinco Type 97A e, basandosi sui dati contenuti nel registro, ha bussato casa per casa alle porte di tutti coloro che l’avevano legalmente acquistato per procedere alla confisca senza indennizzo.

C’è da dire che, nonostante quanto il governo tedesco sostenga, la Germania non è il primo paese europeo a tentare l’istituzione di un registro nazionale delle armi da fuoco. In Italia il Progetto SPACE, lanciato all’epoca in cui l’Area Armi ed Esplosivi del Ministero dell’Interno era retta da Giovanni Aliquò, oggi passato ad altre mansioni nell’organigramma della Polizia di Stato, si trascina da ormai più di due anni in una sorta di limbo che non l’ha mai visto decollare completamente e raggiungere i suoi obiettivi, che sarebbero stati quelli di diventare il “Cervellone” nazionale e il punto di riferimento universale per produttori, distributori e possessori di armi da fuoco ed esplodenti; questo a riprova di quanto una materia così potenzialmente complessa e vasta risulti difficoltosa, e peraltro molto costosa dati gli ingenti fondi investiti, da centralizzare in quegli ambiti ove una pratica di trattazione verticizzata non sia già presente e ben consolidata da molti decenni. Solo paesi che hanno introdotto un registro nazionale in “tempi non sospetti” sono oggi in grado di procedere su quella via.

Insomma, le premesse per il NWR tedesco non sono sicuramente le migliori. L’istituzione di un registro nazionale non preverrà un singolo crimine, i suoi operatori e funzionari non riusciranno sicuramente a scoprire l’esistenza di una singola arma detenuta illegalmente in tutta la Germania, e anzi apriranno un’altra strada a quelli che sono gli scopi dichiarati di fronde disarmiste internazionali molto potenti anche a livello ONU ed UE, ovvero il disarmo totale della popolazione civile, con la destinazione delle armi da fuoco ai soli “individui autorizzati”, che sarebbero i funzionari dei corpi dello Stato. 


Per maggiori informazioni 

NWR:Bundesverwaltungsamt – Ufficio Federale per l’Amministrazione Pubblica

www.bva.bund.de