Mosul, la storia della Stalingrado dell’Iraq su Netflix

Mosul è il nome odierno dell’antica Ninive, capitale dell’impero Assiro, che oggi costituisce la terza città più importante dell’Iraq con i suoi 1,8 milioni di abitanti, ma è anche il titolo di un film uscito su Netflix nel  novembre 2020, prodotto dai fratelli Joe e Anthony Russo e diretto da Matthew Michael Carnahan, sulla durissima battaglia che si è qui combattuta dall’ottobre del 2016 al luglio 2017 per strappare la città alle milizie dell’autoproclamatosi Stato Islamico che l’avevano occupata nel giugno del 2014,  durante la loro avanzata dalla Siria nei territori dell’Iraq occidentale. 

Pattuglia SWAT a Mosul
La pattuglia SWAT avanza tra le strade di Mosul; in primo piano Waleed con coltello stile Ka Bar USMC. In seconda fila Jasem con un AK-47 con diverse modifiche, tra cui un vertical grip, un mirino olografico EOTech.

Una durissima battaglia che ha attraversato la città quartiere per quartiere, caseggiato per caseggiato, strada per strada, tra la polvere di angusti vicoli e tra le carcasse di veicoli crivellati di colpi. Una battaglia che ha lasciato sul campo migliaia di morti, di cui ben 11.000 civili, combattuta senza esclusione di colpi e che ha visto l’impiego di ogni tipo di arma leggera e medio pesante disponibile sul teatro operativo per l’impiego da parte di entrambe le fazioni contendenti. Il film, che ha visto l’ingaggio per la sua realizzazione di tutti attori arabi che hanno recitato nella loro lingua madre, ricostruisce realisticamente lo scenario spettrale della città dove si sono scontrati per mesi miliziani del Califfato contro reparti dell’esercito regolare iracheno, Peshmerga e truppe della coalizione internazionale, con la popolazione civile che spesso si è trovata, suo malgrado, sulla linea di fuoco. Ma è anche, e qui veniamo al nostro settore, la vetrina di ogni genere di armamento all’epoca in dotazione sia ai ribelli appartenenti alle fila degli jihadisti di Daesh che ai regolari governativi o ai combattenti Peshmerga curdi. 

Mosul. La Stalingrado dell’Iraq
Il maggiore Jasem con due elementi della Team Nineveh SWAT. Tutti indossano le uniformi nere dell’unità speciale della polizia irachena con le relative patch.

Mosul: una Babele di armi

Su tutte domina ogni variante possibile del fucile d’assalto Kalashnikov per le armi lunghe; per le corte la regina incontrastata è la Glock nelle sue versioni 17 e 19, per gli sconti a breve distanza mentre per il tiro di cecchinaggio è l’SVD Dragunov il leader della scena. Ma iniziamo dagli Ak 47 che vediamo spesso impugnati dagli uomini di un’unità d’élite della polizia irachena, gli SWAT locali, comandanti dal maggiore Jasem (Suhail Dabbach) che sono i protagonisti della pellicola. L'AK-47 di Jasem è per esempio un modello con diverse modifiche, tra cui un vertical grip, un mirino olografico EOTech, un calcio pieghevole, Tapco Intrafuse e caricatori assemblati “jungle-style”. Molti degli uomini dell’unità d’élite del maggiore Jasem utilizzano anche degli AKS 47 e AKM, come del resto i fighters jihadisti di Daesh. Kawa (Adam Bessa) il giovane poliziotto, che una volta salvato da un’imboscata tesagli dagli uomini del Califfato, decide di unirsi alla Swat di Jasem, impiega di contro un Norinco Type 56-1. Al modello Ak si rifà anche il fucile d’assalto finlandese Valmet 76, che nel film si vede imbracciato da alcuni miliziani appartenenti alle Forze di Mobilitazione Popolari / PMU sciite di matrice iraniana, anch’esse facenti parte della vasta coalizione anti ISIS. I miliziani PMU impiegano anche, in almeno un’occasione, il Beretta SCP-70/90 con calcio pieghevole. Altro cameo è l’apparizione di uno shotgun Franchi PA8 calibro 12 sempre in pugno ad un elemento del PMU. Per concludere la carrellata: Akram (Mohamed Attougui), uno degli uomini con maggior esperienza del team Swat, fa largo uso dell’IMI Romat, la versione israeliana del FN FAL. Nel tiro a distanza tra postazioni occupate da cecchini entrano invece in gioco sia il Norinco NDM-86 strappato da Amir (Mohimen Mahbuba) del Team SWAT ad uno sniper dell’ISIS sia l’SVD Dragunov. 

Rovine della città di Mosul
Le impressionanti rovine della città di Mosul dopo la fine dei combattimenti.

Venendo alle corte, utilizzate negli scontri ravvicinati durante le irruzioni nei caseggiati semidistrutti, sia Kawa che il suo collega Jameel Ziad Al Qurtibi (Ali Al Jarrah) usano pistole Glock 17 mentre si difendono da un attacco dell'ISIS nella scena iniziale del film. Ma anche i loro soccorritori, membri del Team Nineveh SWAT, sono anche essi equipaggiati con Glock 17 di terza generazione portate in fondine cosciali. Jasem preferisce invece una Glock 19 di terza generazione come arma secondaria. Non poteva mancare la mitica Beretta 92FS che si vede nelle mani di Waleed del Team SWAT, sia in versione normale che in versione silenziata. 

Locandina del film Mosul su Netflix
La locandina del film della Netflix.

Mosul è un film che ricostruisce scontri tra piccole unità, per lo più sostenuti con armi leggere individuali sia principali che secondarie ma non mancano scene in cui vengono impiegate anche armi di squadra come la mitragliatrice ZB-53 / vz. 37 montata sulle torrette di due Humvee del Team SWAT e la mitragliatrice M60 montata sulla torretta di un terzo Humvee della colonna Jasem. Nella realtà, ricordiamo infatti che il film si basa su fatti veramente accaduti, sappiamo che la squadra SWAT della provincia di Ninive impiegava mitragliatrici PKM, essendo completamente equipaggiata con armi da fuoco del blocco sovietico. Immancabile e fondamentale per eliminare sacche di resistenza dell’ISIS un lanciarazzi RPG-7 spalleggiabile. Per quanto riguarda le granate a mano e le armi bianche, dai pugnali da combattimento alle asce tattiche ben presenti nella pellicola, non vi sveliamo altro invitandovi a guardare il film, se non lo avete ancora visto. Buona visione.

Guarda il trailer ufficiale qui: https://www.netflix.com/it/title/81041495