Il diritto alle armi in Russia

Articolo disponibile anche in altre lingue


Verosimilmente, anche nei paesi dell'Europa orientale − in particolare nella Federazione Russa e in quelli che una volta erano i suoi paesi satelliti − che pure hanno una tradizione pluridecennale o addirittura pluricentenaria nella caccia e negli sport di tiro, sta prendendo piede una più diffusa percezione positiva del possesso d'armi da parte dei cittadini comuni in ambito difensivo o per la pratica delle discipline di tiro dinamico o ricreativo.

I motivi sono molti: un (limitato) rilassamento delle leggi dovuto alla sempre maggiore democratizzazione dell'area; la permanenza di una forte stratificazione sociale nonostante una crescente diffusione del benessere, che spinge le neonate classi medie a cercare protezione dagli attacchi criminali; ed una maggiore apertura di questi mercati all'importazione delle realizzazioni armiere estere, in particolar modo europee.

In occasione della sessione plenaria 2014 del World Forum on Shooting Activities (WFSA), tenutasi presso il centro fieristico di Norimberga alla vigilia dell'apertura della 41ma edizione di IWA & OutdoorClassics, gli interessi della crescente comunità di tiratori e possessori d'armi russi era rappresentata da Maria Butina, presidentessa dell'associazione "Diritto alle Armi" (in russo «Право на оружие»). Organizzata in più sezioni su tutto il territorio della Federazione Russa, l'associazione "Diritto alle armi" si batte per migliorare le condizioni dei tiratori e dei possessori d'armi russi, rispetto a leggi che − come precedentemente indicato − nonostante un limitato rilassamento vissuto negli anni passati sono ancora molto restrittive.

A titolo di mero esempio, attualmente è difficile per un cittadino russo acquistare numerosi tipi di armi: le licenze per le armi lunghe a canna rigata sono concesse solo dopo anni di possesso ed uso di fucili a canna liscia "senza incidenti"; altresì vige ancora oggi la totale proibizione del possesso di armi corte (pistole o rivoltelle); la legittima difesa è riconosciuta automaticamente solo quando ha luogo all'interno delle mura domestiche, mentre per il porto difensivo sono consentiti solo spray al peperoncino e pistole a limitata capacità offensiva, che usano cartucce a gas per propellere pallettoni in gomma ad effetto traumatico la cui efficacia contro aggressori sotto l'effetto di sostanze che alterano la percezione − alcool o stupefacenti − si è spesso rivelata molto limitata. Anche in tal caso, resta comunque molto difficile, per un cittadino russo che si trovi a doversi difendere da un'aggressione subita al di fuori della propria abitazione, vedersi riconosciute dalle autorità giudiziarie le proprie ragioni.

L'associazione "Diritto alle armi" si impegna dunque, nell'ambito di uno spirito di collaborazione raramente visto in quest'ambiente, ad assimilare le lezioni e le esperienze di organizzazioni internazionali simili, in Europa e nel resto del mondo, al fine di rafforzare anche nella Federazione Russa il riconoscimento e il godimento di quello che in qualsiasi paese civile dovrebbe − anche se troppo spesso, pur nei paesi più democratici, non lo è! − riconosciuto come un diritto umano.