Le scorciatoie degli antiarmi: “Il mio sentiero è il solo sentiero”.

Gregge di pecore
Il gregge è facile da controllare, per questo piace ai potenti.

Si chiamano scorciatoie di pensiero. Spesso sono utili, perché ci aiutano a prendere delle decisioni, su come comportarci, in tempi compatibili con la realtà.

Non posso trascorrere giorni in biblioteca a cercare le composizioni chimiche dei dentifrici, ogni volta che ne devo comprare uno. Gli esperti della comunicazione antiarmi, le utilizzano però a ragion veduta: sfruttano le euristiche per portare fuori strada le persone.

Mi sono accorto cercando di interagire con alcuni ferventi contrari alla legittima difesa/armi legali.

Non importa il contenuto, ma i processi, cioè quali sono i meccanismi difensivi e i bias appunto, sempre presenti.

Qui i Media e le organizzazioni pacifiste giocano un ruolo fondamentale di reframing e intossicazione dell’informazione.

Cacciatori con cani
Gli anti-armi sono ossessionati dagli incidenti di caccia, ma non da quelli, molto più frequenti, che coinvolgono i ciclisti,

Ora la copertura mediatica di un omicidio con armi da fuoco, è molto maggiore rispetto ad un omicidio commesso con altri mezzi. Maggior permanenza online, migliore indicizzazione, miglior posizionamento in un giornale cartaceo (vicinanza alla prima pagina, posizione del pezzo nella pagina, pagina pari o dispari e altro).

Soprattutto in TV, o nei talk show, si riportano quasi esclusivamente eventi connessi con l’uso criminale dell’arma da fuoco; mass shootings, etc, mai eventi sull’uso difensivo dell’arma. Questo porta lo spettatore medio, a fargli balzare in mente velocemente e facilmente, solo l’uso criminale dell’arma da fuoco.

Di conseguenza, in base all’euristica della disponibilità, l’uomo di strada giudicherà più probabili gli omicidi/usi criminali commessi con armi da fuoco che con altri mezzi.

Questo fatto è sconfessato da statistiche serie: lo studio dell’Università la Sapienza, e perfino a saper leggere i dati, anche da ricerche EURISPES. Non parliamo poi del confronto con paesi sudamericani dove vi è una legislazione molto restrittiva sulle armi da fuoco legali. Giocano poi altri fattori, come il condizionamento e l’ancoraggio: le persone assoceranno l’arma esclusivamente all’uso criminale.

Anche “lavoro” di certi analisti e delle loro pagine social o siti internet, spesso collegati a partiti politici chiaramente antiarmi, va in questa direzione: diffusione delle sole informazioni funzionali a produrre il bias della ”Euristica di Disponibilità”.

Il fatto che quasi sempre censurino ogni commento ed ogni evidenza contraria anche da siti ed organi istituzionali (Es. FBI) è una dimostrazione di quanto sopra indicato.

Abbiamo già parlato inoltre del meccanismo del consenso.

Euristica della rappresentatività

Si ha quando un’informazione viene sovrastimata. Porta a ignorare la probabilità reale di un fenomeno.

Tavola tratta da “L’uomo delinquente” di Cesare Lombroso, 1876
Tavola tratta da “L’uomo delinquente” di Cesare Lombroso, 1876

Questo accade in particolare quando l’informazione è suggestiva, vivida, capace di “colpire l’emotività”. Gli articoli di giornale, i media, quando accade un fatto di cronaca nera con armi da fuoco, insistono molto volentieri su certi dettagli. Vediamo quali. Se l’omicida ha tatuaggi, se ha simpatie politiche di destra, se è razzista, (o presunto tale), se fa arti marziali. Se ha la passione delle armi da fuoco, viene immediatamente indicato; se ha passione per i coltelli, idem.  Se è anche o è stato cacciatore, il giornalista ci va a nozze. Non importa che sia vero, allora basta semplicemente dire nell’articolo probabilmente appassionato di… o con un passato di cacciatore

Perché? Per operare quella che io chiamo la “Lombrosizzazione dell’appassionato di armi”:

Vediamo con un esempio neutro e realmente utilizzato durante un esperimento di psicologia (Kahneman e Tverski, 1973).

Tiratrice
Se un crimine viene commesso da un appassionato di armi, o di coltelli, e di arti marziali, i giornali si affrettano a sottolinearlo, spesso anche quando questo non è vero.

“Jack è un uomo di 45 anni, sposato, 4 figli. In genere è prudente, ambizioso. Non gli interessano i problemi politici sociali, passa il tempo con i suoi hobby di giardinaggio”.

Lo sperimentatore dice al primo gruppo sperimentale: “ la descrizione è stata presa a caso tra quella di 70 ingegneri e 30 avvocati: Secondo lei, che probabilità c’è che il soggetto sia un ingegnere o un avvocato?”.

Poi diceva l’opposto, al secondo gruppo sperimentale:” la descrizione è stata presa a caso tra quella di 30 ingegneri e 70 avvocati: secondo lei, che probabilità c’è che il soggetto sia ingegnere o avvocato?”

Secondo i soggetti di entrambi i gruppi, c’era il 90% di probabilità che Jack fosse un ingegnere. Nonostante lo sperimentatore avesse chiaramente dato i numeri per calcolare la probabilità reale che fosse ingegnere (70% o 30%)!

Ora è semplice trasferire lo stesso concetto, agli articoli di giornale… Anziché fare un calcolo statistico reale su quanti, tra i legali detentori di armi (comprese FFOO e cacciatori) compiono omicidi (non per difesa), rispetto alla popolazione generale, i media preferiscono dare indicazioni su hobby e caratteristiche personali del singolo.

Euristiche disarmiste: Prime conclusioni

Le euristiche sono parecchie, oggi ne abbiamo viste due. In realtà tutti le abbiamo. L’importante è essere consapevoli di come funzionano. Solo così, ci si può rendere conto di quali dati, informazioni cercare per limitarne le conseguenze sul nostro cervello, ma soprattutto per capire quando invece, c’è chi ci gioca per portare errori sistematici nei ragionamenti.


Francesco Volta (analista di rischio e praticante Mindfucker)

Associazione Utilizzatori delle Armi

www.AUDA.it

 

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