La propaganda antiarmi "coperta" per bambini e ragazzi. Analisi di un caso emblematico...

Ho ricevuto uno spezzone di un film. È un esempio tipico di come i messaggi di un certo tipo, siano incastrati e ben confezionati all’interno di prodotti per bambini e ragazzi. Si tratta di “Thirteen”. È una serie americana. In italiano è “Tredici”, è in streaming su Netflix dal 31 Marzo 2020. Ha suscitato critiche ed è stato oggetto di censure, poiché ha “romanticizzato” il suicidio.

La scena – prodotto di propaganda

Locandina di Tredici
La locandina originale della serie su Netflix “Tredici”, titolo originale 13 reasons why.

Un ragazzo in un ufficio, ha un colloquio con un funzionario dell’università. L’addetto, in giacca e cravatta e sguardo severo, ha sulla scrivania delle fotografie. Si vede una foto di una pistola ripresa dalla volata.

Funzionario: “il tuo lavoro è molto bello. ..parlami delle armi. Le fai apparire … eleganti.” (sorriso e sguardo ironici).

Ragazzo: “credo che possano essere stupende”.

Il Funzionario aggrotta le ciglia, rimane congelato in un’espressione di disapprovazione.

Ragazzo: “La loro forma, insieme a quello che possono fare, .. insomma si può essere attratti”.

Funzionario: “Secondo te è una cosa sana?”

Ragazzo: “No” (gesti di automanipolazione, abbassa lo sguardo). “..Il fatto che abbia ritratto una pistola, non significa che la voglia esaltare. .. una foto che volevo che la gente vedesse. .. le armi in realtà a me fanno paura. Tuttavia, trovo che siano molto belle. .. so che molti sostengono che i giovani siano dei malati…dei violenti, ma nessuno parla mai, di una cosa ben più complicata, e cioè del fatto che siamo attratti dalle armi. A qualcuno fanno orrore, .. ma alcuni di noi sono attratti come incantati, queste foto servono a far riflettere la gente, a chiedersi come mai.”

Analisi degli aspetti principali

Tutta la scena, soprattutto il linguaggio non verbale/paraverbale, è guidante.

Lo psicoterapeuta Milton Erickson elaborò l'omonimo modello linguistico per influenzare il comportamento dei suoi pazienti.

Le domande del funzionario, non lasciano scampo per opinioni diverse. Non sono domande. La domanda chiave è “secondo te è una cosa sana?”.

Non si entra nel merito del contenuto: il funzionario presuppone già che sia “non sano” il fatto di essere attratto da un’arma.

“Sano”, è un giudizio di valore, non è un argomento. Sano rispetto al concetto di “sanità” culturalmente condiviso, in quella data epoca, in quel dato contesto politico, sociale ed ambientale.

“Sano” va contestualizzato. È “sano” andare al poligono, e organizzare una gara il cui ricavato andrà in beneficenza per una organizzazione che cura bambini autistici? È “sano” difendere se stessi o i propri cari e casa propria, con un’arma da fuoco?

L’oggetto… È “sano” il bisturi in sé, o come lo utilizzo? Tirando all’estremo, se un chirurgo lo usa per una chirurgia distruttiva ma salvavita (un arto irrecuperabile), l’oggetto-bisturi, rimane “sano”? E il Chirurgo?

Ho già parlato diffusamente sui social, della convenzionalità ed arbitrarietà delle definizioni perfino di legge (“arma è un oggetto la cui…destinazione naturale..è l’offesa alla persona..”).

Presupposizioni, decontestualizzazione, nominalizzazione, generalizzazione, giudizio di valore, squalifica e domanda guidante (retorica) ad implicita risposta affermativa. Quante cose in un dialogo innocente…

Voilà, The Brain in The Box, il cervello è nella scatola! Le pareti della scatola sono il contesto, il tipo di setting relazionale, e di domande.

La struttura della relazione è un altro vincolo molto importante. È evidente che si tratta di una tipica interazione complementare. Infatti, lo studente deve rimanere “one down”, e non ha altra scelta che compiacere il funzionario (è lui che comanda è “one up”). Lo studente è attratto dalle armi, le trova belle. Ma deve ritrattare, ricacciare giù i suoi pensieri e sentimenti (i gesti di automanipolazione e abbassare lo sguardo, sono rivelatori).

I messaggi disseminati del Milton Model, nel discorso del ragazzo, provocano connessioni inconsce: armi-suicidi-paura-malati-violenti. Inquadrato in una serie tv il cui argomento principale è il suicidio, e in cui l’attenzione dello spettatore è focalizzata (stato ipnoide=apertura alle suggestioni).

Conclusioni e prospettive future

I metamessaggi che passano a livello inconscio, dietro una apparente oggettività, sono i soliti: armi caccapupù, ma soprattutto: sentiti in colpa se ti attraggono. Purtroppo su un target audience che non ha strumenti concettuali e di conoscenza pratica, per poter portare alla coscienza i metamessaggi e gli impliciti, e quindi per poterli anche solo analizzare.

Il Milton Model, e quello che abbiamo analizzato in breve qui, non è una mia fissazione. È usato nella propaganda e nella pubblicità, perfino nel marketing persuasivo:

Per tornare al ragazzo che diceva “I motivi per cui le armi attraggono”…I motivi, sono tutt’altro che “da malati”, ma li affronterò in prossimi articoli. Insieme alle disseminazioni della propaganda in fumetti e perfino negli emoticons Whatsapp… e quindi accennerò alle PSYOP.

Dimenticavo: attenti a cosa propina la tv ai vostri figli.

Francesco Volta (analista di rischio e del Mindfucking)

Associazione Utilizzatori delle Armi

www.AUDA.it