Gianni D'Affara: maestro nel raccontare le armi, con la luce

Gianni D'Affara
Gianni D'Affara all'IWA di Norimberga mentre esamina una mitragliatrice Minimi

Tanto per incominciare raccontaci qualcosa di te....

Giovanni D’Affara, ma da sempre chiamato “Gianni”. Sono nato a San Daniele del Friuli, il 24 Giugno 1949 ove tuttora vivo e lavoro - da una ricerca è stato accertato che i miei avi hanno vissuto in questa terra dal lontano 1723, pertanto sono un “friulano DOC”.

Dopo il diploma di tecnico di riparatore  ho collaborato con mio padre nella conduzione di un’officina per la riparazione di auto e moto, e la grande passione per i motori mi ha portato a gareggiare in competizioni motociclistiche.

Sin da ragazzetto ho manifestato un particolare interesse anche per le armi, in particolare “le corte” ed all’inizio degli anni Settanta ero già iscritto alla Federazione e agonista nella categoria Pistola Automatica dove con le mitiche Domino, ho ottenuto  buoni piazzamenti.

Gianni D'Affara
Gianni D'Affara è un fotografo molto versatile, capace di spaziare dallo “still life” industriale e archeologico all'architettura, al paesaggio
Gianni D'Affara
Gianni D'Affara è un fotografo molto versatile, capace di spaziare dallo “still life” industriale e archeologico all'architettura, al paesaggio

Come ti sei avvicinato alla professione di fotografo?

Alla fotografia sono giunto quasi per caso e non da giovanissimo. Come tanti miei coetanei sentivo interesse per la fotografia abbinata alle attività sportive che si praticano da giovani, sci, gite in montagna, e quant’altro ma senza un preciso indirizzo.

Una serata all’inizio degli anni Ottanta, partecipai alla presentazione di un volume fotografico e in quella circostanza un editore mi chiese di realizzare delle foto sulla mia cittadina con lo scopo di farne un libro. Quella opportunità mi ha dato la possibilità di entrare nel mondo dell’editoria e di poter iniziare a collaborare con Case Editrici nazionali ed estere.

Tra gli anni ottanta e novanta il maestro di fotografia Fulvio Roiter, divenuto famoso per i sui libri su Venezia e la sua laguna, collaborava con la stessa Casa Editrice dove anch’io lavoravo e questo mi permise di prendere spunti che mi sono serviti a migliorare la mia esperienza.

In quegli anni a Spilimbergo (Pn) nasceva “Friuli Fotografia” e le mostre ed i convegni promossi dall’Agenzia “Artè”, servivano a far giungere i migliori fotografi del giornalismo e della creatività, nomi di prestigio come John Philips, Gianni Beregno Gardin, Ferdinando Scianna, Tazio Secchiamoli, Franco Fontana, Gabriele Basilico, Gastel ecc.

La collaborazione con l’editoria è durata circa un ventennio in cui ho avuto modo di realizzare qualche decina di pubblicazioni riguardanti varie tematiche: natura, reportage, architettura, arte, archeologia, storia e monografie aziendali.

Poi è venuta a diminuire la richiesta dei libri fotografici e questo cambiamento mi ha portato a dedicarmi alla foto pubblicitaria per aziende delle più svariate tipologie di produzione.

Tra queste, le coltellerie di Maniago, dove da subito ho instaurato una collaborazione che dura tutt’ora e che mi ha permesso di giungere a quelle del comparto armiero di Gardone V.T.

Gianni D'Affara
Gianni D'Affara è un fotografo molto versatile, capace di spaziare dallo “still life” industriale e archeologico all'architettura, al paesaggio
Corpi Speciali degli Emirati Arabi Uniti
Uno scatto da un reportage sui corpi speciali degli Emirati Arabi Uniti, qui armati con pistole Caracal
Doppietta Zanotti
Una classica composizione fotografica di Gianni D'Affara, che ama inserire nelle sue immagini elementi correlati. L'arma è una doppietta Zanotti

Quali sono i lavori che hai svolto nel settore armiero?

Tra le prime aziende della Val Trompia con cui ho avuto modo di collaborare è stata fratelli Piotti a cui ho realizzato il catalogo delle loro armi fini, poi di seguito Perazzi, Zanotti, Tanfoglio, Arsenal Firearms ecc.

La collaborazione con testate giornalistiche e le frequentazioni a fiere del settore, mi hanno permesso di conoscere ed avvicinarmi ad aziende nazionali ed estere con cui tuttora collaboro.

Nighthawk Costa Recon
Un'altra bella immagine di una pistola semiautomatica Nighthawk, in questo caso è un modello Costa Recon

Tu ti dividi tra architettura e still life: quali sono le principali differenze tra questi due modi di fotografare?

Ritengo che tra la fotografia di architettura e lo still life non ci sia una grande differenza se ci si riferisce al controllo delle luci che in ogni caso il fotografo deve essere in grado di gestire per una corretta ripresa.

Ritengo che chi ha acquisito esperienza in studio, sia agevolato nel gestire situazioni di riprese in esterno di architettura e di interni arredati.

Arsenal Firearms AF2011-A1
Una delle foto preferite di Gianni è quella della Arsenal Firearms AF2011-A1

Qual è la principale difficoltà artistica nel fotografare un'arma?

Direi che non è facile fotografare qualsiasi oggetto di  metallo, di conseguenza quando ci troviamo di fronte a un'arma o un coltello, normalmente costituiti da acciaio e da un diverso materiale esiste questa difficoltà che va superata. Si va quindi a cercare di ottimizzare il posizionamento delle luci in modo da evitare di “bruciare” le luci alte (cioè gli acciai) senza togliere dettaglio alle parti più scure. Questo non è facile anche perchè ogni arma, ogni oggetto ha una storia a sé. Ci sono delle regole fondamentali per fotografare un oggetto, però ogni volta bisogna inventarsi qualcosa di nuovo per creare una ripresa ottimale.

Caracal
D'Affara ha curato l'immagine delle pistole Caracal, prodotte negli Emirati Arabi Uniti

I tuoi clienti di solito ti lasciano carta bianca  oppure ti danno indicazioni precise su come realizzare una fotografia?

Mi capita che qualche cliente mi arrivi con richieste precise, magari concordate con uno studio grafico o un'agenzia pubblicitaria, e in questo caso ho un layout al quale attenermi. Altre volte il cliente mi dà carta bianca e in questo caso posso sbizzarrirmi ad andare oltre le riprese tradizionali e fare qualcosa di non prestabilito. In questo modo a volte riesco a ottenere degli effetti e dei risultati fotografici inattesi.

Carabina Kelbly 
Carabina da bench rest della Kelbly fotografata per il catalogo dell'armeria Regina di Conegliano (TV)

Quanto è importante capire come funziona un'arma per poterla fotografare al meglio?

Sicuramente nel predisporre il soggetto in uno scenario o un'ambientazione è importante cogliere tutti gli aspetti e i dettagli che verranno poi colti dal lettore. In questo caso conoscere le armi è importante, permette di smontarle correttamente, di capire come reagiscono all'uso e tutto questo permette di coglierne il lato migliore.

Quali sono i problemi burocratici e legali relativi al tuo lavoro con le armi?

Finché lavoravo solo con le coltellerie non ho avuto alcun problema, anche perché Maniago si trova a 25 chilometri dal mio studio quindi mi è sempre stato facile recarmi dalle aziende o ricevere i campioni da fotografare. 

Naturalmente tutto cambia quando parliamo di armi da fuoco, che come saprete prevedono degli adempimenti burocratici molto precisi. Negli ultimi anni ho quindi deciso di richiedere la licenza di armiere. Questo mi consente di tenere un registro di carico e scarico delle armi, un caveau equipaggiato con armadi blindati e tutto quello che serve per custodire delle armi. Grazie a questo posso avere a disposizione le armi per tutto il tempo che mi serve a svolgere il mio servizio fotografico.

La carabina semiautomatica P15 della DBG
La carabina semiautomatica P15 della DBG di Pagnacco (UD) fotografata per il catalogo dell'azienda
Carabina H1000 DBG
La DBG ha sviluppato in proprio una nuova azione a otturatore girevole/scorrevole e sta producendo carabine da caccia e da tiro basate su di essa. Nella foto la carabina H1000 in calibro 8x68

Come è cambiato, se lo è, il tuo approccio con la fotografia negli ultimi anni?

Quando ho iniziato trent'anni fa la mia attività riguardava prevalentemente la fotografia architettonica e di paesaggio per arrivare alla foto di opere d'arte come ad esempio la riproduzione di affreschi. 

Negli ultimi anni a causa della minore richiesta da parte degli editori mi sono convertito a una fotografia più commerciale, questo significa anche che ho trasformato un po' lo studio, ho modificato l'attrezzatura, dotandomi di illuminatori e fotocamere a banco ottico più adatti a fotografare oggetti in situazioni di still life. Quindi negli ultimi dieci anni questo cambiamento mi ha portato quasi naturalmente a passare dai coltelli alle armi da fuoco.

Se tu dovessi dare un consiglio a un aspirante fotografo che cosa gli raccomanderesti, di essere versatile o di specializzarsi in un settore ben preciso?

È difficile dare dei consigli, io posso parlare solo della mia esperienza. Io non sono figlio d'arte e non ho iniziato a fare il fotografo da giovanissimo, però attribuisco alla mia versatilità il fatto di essere riuscito a continuare a fare questo lavoro. 

Non so se altri miei colleghi che si sono fossilizzati su settori ristretti possano aver avuto la mia stessa fortuna.. È altrettanto chiaro che non si può fare tutto, anch'io ho rinunciato a fare foto di cerimonie, oppure ritratti. D'altra parte l'arte fotografica è molto vasta ed è impensabile che un fotografo possa esprimersi ai massimi livelli in tutti i settori.

Carabina bolt-action Piotti
Un' altra arma esclusiva dei fratelli Piotti, la nuova carabina bolt-action con azione in acciaio o in titanio, disponibile in una infinita gamma di calibri

Che tipo di attrezzatura usi?

Fino a poco tempo fa per fare fotografie professionali di still life era indispensabile una fotocamera a banco ottico con dorso digitale ad altissima risoluzione. Con le ultime tecnologie che si sono affermate negli ultimi anni si riescono a ottenere dei risultati analoghi con attrezzature dal costo molto più contenuto, come ad esempio una reflex digitale con sensore a pieno formato e delle buone ottiche.

Negli ultimi anni la fotografia è passata da un procedimento chimico a un evento digitale: tu sei un nostalgico o un tecnologico?

Ho la nostalgia di profumi e odori che venivano emanati dal processo di sviluppo. 

Quando il proprietario del laboratorio mi lasciava avvicinare alla macchina che sviluppava le diapositive e si sentiva chiaramente il profumo della pellicola e il calore... toccare la pellicola (naturalmente con i guanti) guardarla controluce... Questo mi manca molto. 

Anche quando sono nel mio archivio analogico, quando apro questi cassettoni dove conservo tutte le diapositive e le pellicole ordinate per tipologia, data e soggetto, è un'emozione sempre bella e sempre maggiore di quella che si può provare guardando la fotografia sul monitor di un computer.

Qual è l'arma che ti è piaciuto di più fotografare?

Ho la fortuna di avere clienti che fanno tutti prodotti eccezionali, dalle armi ai coltelli, e mi sarebbe davvero difficilissimo fare un nome a discapito di un altro. Il fatto di fare una ricerca, prima mentale e poi di concentrarmi sul soggetto da fotografare mi crea una emozione sempre nuova e sempre molto bella. Posso però dirti che se dovessi scegliete tra le armi lunghe e quelle corte, sceglierei queste ultime.

Piotti/Benelli
Il fucile semiautomatico Piotti/Benelli, immagine scattata per il catalogo della Fratelli Piotti di Gardone Val Trompia

Se non facessi il fotografo, quale lavoro ti piacerebbe fare?

Sono stato immerso nel mondo dei motori, visto che mio padre aveva un'officina meccanica dove riparava auto e moto. 

Da ragazzo inizia una carriera semi professionale nel mondo delle corse motociclistiche, con buoni piazzamenti a livello nazionale. Probabilmente se mio padre mi avesse lasciato all'epoca un po' più di spazio, questa sarebbe potuta diventare una professione. 

Comunque sarebbe difficile scegliere, diciamo che mi piacciono tutti i lavori dove è richiesta manualità, precisione e concentrazione.


Per ulteriori informazioni visita il sito www.fotodaffara.it