Intervista doppia con Diana Bacosi e Celso Giardini

Un commento sulle Olimpiadi e sugli allenamenti che ti hanno portata a Rio

Diana Bacosi
Diana Bacosi con la medaglia d'oro conquistata nello skeet a Rio 2016

Diana: È stata la mia prima partecipazione ed ho ottenuto la medaglia d’oro. Non posso essere che felice. 

Guardando ovviamente alla preparazione che mi ha portata a Rio, ci sono stati tanti sacrifici e tantissimo lavoro, iniziato con Celso verso ottobre – novembre dell’anno scorso. 

Senza forzare, abbiamo fatto tutti i passaggi necessari, curando ogni singolo particolare sia sotto l’aspetto tecnico che psicologico. 

Lui, essendoci passato (Giardini ha partecipato a tre Olimpiadi, n.d.r.) mi ha spiegato a cosa sarei andata incontro e insieme abbiamo approntato le strategie necessarie a superare qualsiasi eventuale inconveniente.

In questo periodo ci sono state gare disastrose, come l’Europeo, a un mese dalle Olimpiadi, che mi aveva buttata nettamente giù; però con lui abbiamo parlato, ragionato, pianto… e abbiamo superato ogni difficoltà. Per arrivare a questa medaglia dovevo passare anche di lì.

Sono cinque anni che lavoriamo insieme; non abbiamo mai pensato alle Olimpiadi, abbiamo sempre lavorato gara dopo gara.

Quanto ti alleni?

Diana: Tutti i giorni, ogni mattina, esclusi il sabato e la domenica. Ovviamente, con l’avvicinarsi delle gare importanti, cerco di rimanere anche alcuni pomeriggi per fare un doppio allenamento.

Bacosi e Giardini
Diana Bacosi e l'allenatore Celso Giardini

Celso, un paragone fra partecipare alle Olimpiadi come tiratore e come allenatore

Celso: È più “semplice”, se così si può dire, partecipare da atleta che da allenatore. È molto stressante non poter influire sul tiratore e non capire fino in fondo i suoi pensieri, dubbi e paure… specialmente nel momento in cui si è distanti da lui/lei.

Al contrario, quando si è vicini fisicamente al proprio allievo, a volte basta uno sguardo per risolvere un problema e far ritrovare la giusta concentrazione al tiratore.

Diana e Celso
Diana e Celso scherzano con la medaglia d'oro conquistata alle olimpiadi di Rio

Quanto vi siete sentiti durante le Olimpiadi?

Diana: io lo chiamavo regolarmente per raccontargli degli allenamenti, delle eventuali difficoltà e così via. Ovviamente a distanza è tutto un pochino più complicato.

Il nostro C.T. Andrea Benelli comunque è sempre in contatto con i nostri allenatori personali. Secondo me è molto importante sia avere un istruttore personale sia che esista un buon rapporto fra lui e il commissario tecnico della squadra nazionale.

Fondamentale poi sono un buon equilibrio e sostegno familiare. Senza il supporto dei miei genitori e di mio marito non mi sarei potuta assentare tutti questi giorni. Inoltre io sono una delle fortunate che è in un gruppo sportivo e non ho quindi l’obbligo di timbrare un cartellino. Posso gestire da sola i miei allenamenti. Secondo me senza un gruppo sportivo non si arriva a questi livelli.

Diana Bacosi firma autografi
Diana Bacosi firma autografi alla Coppa del Mondo 2016 al TAV Valle Aniene

Come vi state organizzando per il prossimo ciclo olimpico?

Diana: Ovviamente lo sguardo è rivolto verso Tokyo, io però prima voglio vincere altre gare che mancano al mio medagliere: voglio salire su un podio Europeo e Mondiale, a livello individuale.

Ci tengo molto a ringraziare Celso e tutta la famiglia Giardini, il gruppo sportivo dell’Esercito e i miei sponsor: Beretta e Clever.

Celso, come pensi di impostare il lavoro con Diana nel futuro?

Celso: Alle Olimpiadi adesso non penso per niente. Bisogna concentrarsi sulle Coppe del Mondo, Europei e Mondiali. Poi, arrivati all’anno prima delle prossime Olimpiadi, allora cominceremo ad organizzare il lavoro specifico per Tokyo.

Bisogna cercare di arrivare all’Olimpiade senza fatica, semplicemente. È già un evento molto stressante e non ci si può arrivare con un carico emotivo di quattro anni. Bisogna lavorare obiettivo dopo obiettivo, mese dopo mese.

Diana Bacosi al tiro
Diana Bacosi in pedana nelle finali di Coppa Del Mondo al TAV Valle Aniene

Celso, come organizzi il tuo lavoro fra gestione del campo ed allenamenti di tiratori di livello nazionale?

Celso: Il mio campo esiste da 52 anni, è uno dei più vecchi campi d’Italia. Sul di esso sono passati molti tiratori di alto livello: Diana, Tammaro Cassandro, Riccardo Filippelli… Quest’ultimo è fortissimo già di suo, ma magari con il mio piccolo aiuto è riuscito a coronare un sogno: il record del mondo al Campionato Europeo.

In più, in questo 2016, ho avuto la grandissima soddisfazione di avere, nel Campionato Italiano, le tre ragazze che alleno sul podio: Simona Scocchetti, Diana Bacosi e Chiara Costa. Questo non era mai successo e per me è motivo di grande orgoglio e soddisfazione, significa che stiamo lavorando bene. Tre tiratrici della squadra nazionale che si allenano con me, nel campo di famiglia che gestisco da anni!

Sono più contento adesso di quando sparavo! Prima, quando gareggiavo io, appena tornato dalla gara non avevo neppure il tempo di godermi la vittoria che già dovevo ricominciare la preparazione per l’impegno successivo. Adesso le ragazze vincono, festeggiamo… e la soddisfazione dura più a lungo nel tempo.

Video: Intervista a Diana Bacosi medaglia d'oro nello Skeet femminile a Rio 2016