Cultura armiera e Social Network: cambiamenti in vista su Facebook!

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Cultura armiera e social network: cambiamenti in vista su Facebook?
I gruppi anti-armi americani continuano ad esercitare su Facebook un'intensa pressione per mettere totalmente al bando le pagine e le discussioni attinenti alle armi

Le notizie, riprese nelle ultime settimane da numerosi siti d'informazione e blog di cultura armiera, rimbalzano da un capo all'altro della rete diffondendo una certa preoccupazione tra gli appassionati di armi e i tiratori di tutto il mondo.

Facebook, il Social Network più famoso e popolare al mondo, avrebbe deciso di cambiare ancora una volta le sue regole relative a pagine, gruppi e post attinenti ad armi, munizioni, accessori, tiro sportivo, ed in generale a tutto ciò che gravita nella galassia di quella che è − inutile negarlo − la nostra passione.

Secondo la rivista Forbes, questi cambiamenti dovrebbero essere indirizzati ad un miglioramento della politica di autoregolamentazione del Social Network, una responsabilizzazione degli utenti, in modo che siano loro stessi a gestire al meglio, e sempre nel rispetto delle leggi e dei regolamenti vigenti, le possibilità da esso offerte.

Cultura armiera e social network: cambiamenti in vista su Facebook?
Facebook è oggi luogo d'incontro e discussione per gli appassionati d'armi di tutto il mondo, cosa che evidentemente ad alcuni non va giù...

I cambiamenti si baserebbero in pratica solo sulla cancellazione dei post relativi alla vendita di armi tra privati senza un preventivo controllo dell'identità e dei precedenti penali dell'acquirente e del venditore − tema di non particolare rilevanza in Europa, dato che tutte le cessioni tra privati sono da noi subordinate alla registrazione da parte di ciascuna delle due parti degli estremi relativi al porto d'armi dell'altra, e in seguito alla pronta denuncia alle autorità di Polizia della cessione e della presa in carico dell'arma stessa.

Sarà inoltre bloccato l'accesso alle pagine relative alla compravendita di armi tra privati ai minori di 18 anni, e per chi intende utilizzare il Social Network per questi scopi saranno istituiti appositi servizi sia su Facebook che sulla piattaforma di condivisione fotografica da esso controllata, ovvero il popolarissimo Instagram.

Cultura armiera e social network: cambiamenti in vista su Facebook?
Gli ultimi e più importanti cambiamenti nelle regole di Facebook sulle discussioni attinenti alle armi sono stati adottati dopo la strage di Newtown

Un cambiamento che va, insomma, nella direzione di tutelare le attività legali e colpire solo il mercato nero, che cozza contro la richiesta messa al bando totale di qualsiasi cosa attinente alle armi avanzata da due importanti gruppi anti-armi statunitensi, per la precisione la Brady Campaign to Prevent Gun Violence e il Mayors Against Illegal Guns - Everytown for Gun Safety di Michael Bloomberg, che nei mesi scorsi hanno esercitato al riguardo importanti pressioni su Facebook.

Nelle settimane scorse una portavoce di quest'ultimo gruppo ha dichiarato al sito VentureBeat di sperare proprio in un simile provvedimento draconiano, mentre l'annuncio delle nuove regole ha lasciato "insoddisfatto" Dan Gross, presidente della "Brady Campaign", il quale ha dichiarato che la politica di Facebook sulle armi sia "molto pericolosa" e che a suo parere "è solo questione di tempo prima che un'arma acquistata su Facebook venga usata in una terribile tragedia."

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Da sempre è proibita su Facebook la vendita diretta di armi, munizioni ed accessori

A prescindere, tuttavia, dal modo in cui criminali, terroristi e persone pericolose in tutto il mondo abbiano imparato, nell'ultimo ventennio, a sfruttare le potenzialità del web per portare avanti traffici illegali, a ben vedere Facebook non è, né mai è stato, un "porto franco" per le vendite di armi, legali o meno.

È chiaro che qualunque malintenzionato possa voler approfittare delle opportunità offerte da Internet, ma non per questo una persona civile e democratica dovrebbe cedere alla tentazione di limitare l'accesso a questo mezzo di comunicazione − come a qualsiasi altra cosa di cui si possa potenzialmente abusare, dalle auto veloci alle armi stesse, o persino alle cosiddette "droghe leggere"! − a chi invece rispetta la legge e le regole ed ha la testa a posto; tanto più che Facebook si è già data da tempo delle regole ferree relative alle attività riguardanti le armi.

Cultura armiera e social network: cambiamenti in vista su Facebook?
Già da anni è inoltre proibito alle pagine relative ad armi, munizioni ed accessori acquistare pubblicità a pagamento su Facebook

Per la precisione, la sezione "Contenuti Vietati" del regolamento di Facebook indica chiaramente che:

"Le inserzioni e le notizie sponsorizzate non possono promuovere armi da fuoco, munizioni, pistole a inchiostro o ad aria compressa, fuochi d'artificio, esplosivi, spray al peperoncino, coltelli, taser o armi di qualunque tipo, incluse quelle utilizzate a scopi di difesa personale. 

Le inserzioni e le notizie sponsorizzate non possono contenere collegamenti diretti o indiretti a pagine di destinazione in cui le persone possono acquistare tali prodotti.

Le immagini di armi sono in genere consentite, purché l'arma non punti direttamente verso la persona che guarda l'immagine.

Le inserzioni e le notizie sponsorizzate che promuovono blog o gruppi che mettono in contatto le persone con interessi correlati a tali prodotti sono consentite, purché il servizio non porti alla vendita di armi o esplosivi."

Le linee-guida sulla pubblicità invece recitano chiaramente:

"Le inserzioni non possono promuovere la vendita o l'uso di armi, munizioni o esplosivi."

Tali norme recano restrizioni rispetto a quelle precedentemente vigenti, e sono state stabilite dopo la strage della Scuola Elementare Sandy Hook di Newtown (Connecticut) del 14 dicembre 2012, in seguito − neanche a dirlo − a pressioni da parte dei gruppi anti-armi USA.

Cultura armiera e social network: cambiamenti in vista su Facebook?
La querelle su Facebook non è che un altro aspetto della polemica sul diritto alle armi che continua ad infuriare negli USA

Non è dunque la prima volta che il Social Network di Mark Zuckerberg finisce sotto il tiro dei gruppi disarmisti statunitensi, il cui attacco alle pagine pro-armi su Facebook continua nonostante le porte del popolare Social siano ormai praticamente chiuse alle vendite di armi che possano essere indirizzate a minori o a persone che altrimenti non potrebbero legalmente acquistarle.

Appare evidente che c'è dell'altro sotto, e cosa sia non è neanche troppo difficile da capire. 

Tutte le recenti campagne anti-armi portate avanti a livello nazionale negli USA sono fallite, con un supporto popolare scarsissimo, mentre i Social Network e più in generale la Rete rappresentano il punto focale dell'organizzazione delle attività e delle iniziative dei gruppi per la difesa del diritto alle armi

Per accorgersene, basta guardare la differenza di "Mi Piace" che corre tra la sola pagina della National Rifle Association e le principali pagine delle organizzazioni anti-armi. 

Ma il fenomeno non è limitato agli Stati Uniti: il caso di Firearms United è emblematico di come la Rete possa rappresentare anche per gli appassionati d'armi europei la migliore occasione per organizzare i propri sforzi per resistere ai tentativi disarmisti.

Al di là dei fatti − interpretabili come l'ennesimo capitolo della battaglia sul diritto alle armi che dall'epoca di Newtown impazza negli Stati Uniti − resta dunque il solido sospetto che la strategia dei gruppi anti-armi statunitensi sia mirata a far "mancare il terreno sotto i piedi" alle associazioni per la difesa dei diritti degli appassionati armieri, privandole della possibilità di usare la Rete − e in particolare i Social Network − per stringere e mantenere i contatti con sostenitori e personalità di riferimento, e per organizzare le proprie attività ed iniziative.

Cultura armiera e social network: cambiamenti in vista su Facebook?
Forse non saremo del tutto disinteressati, ma per il bene degli appassionati armieri di tutto il mondo speriamo che quest'attacco alla nostra libertà d'espressione non abbia seguito!