Radicalismo anti-armi: il manifesto di Christopher Dorner

L'agenda di Christopher Dorner
Dorner è ricercato per lʼomicidio di Monica Quan, figlia di un ex comandante di polizia, del suo fidanzato Keith Lawrence, e di un agente della Polizia di Riverside, nonché per il ferimento di altri tre

Sta facendo notizia in queste ore, anche in Italia, la storia di Christopher Jordan Dorner, il 33enne losangelino, ex riservista della Marina Militare USA e licenziato dalla sua carica di agente della Polizia di Los Angeles in seguito alle false accuse rivolte a un collega nel 2007, oggi ricercato in tutta la California per aver ucciso il 3 febbraio scorso la ventottenne Monica Quan − figlia di uno dei membri della commissione disciplinare che decise la sua espulsione dal corpo di Polizia − e il suo fidanzato, il 27enne Keith Lawrence. Dorner, il 7 febbraio successivo, in due distinti agguati ha aggredito a colpi dʼarma da fuoco due pattuglie dei dipartimenti di Polizia di Los Angeles e di Riverside, uccidendo un agente e ferendone altri tre. I mass-media hanno da subito parlato diffusamente del suo dettagliatissimo “Manifesto”, nel quale Dorner formula pesanti, dirette minacce a tutti gli appartenenti della Polizia di Los Angeles. Ma potrebbe esserci molto di più, dietro le sue azioni; qualcosa di molto più inquietante, soprattutto per il mondo degli onesti possessori dʼarmi da fuoco.

L'agenda di Christopher Dorner
Dorner, 33 anni, in passato membro della Marina Militare USA, ha prestato servizio in Bahrain prima di entrare nella Polizia di Los Angeles

Quasi tutte le fonti dʼinformazione hanno infatti pubblicato estratti del “Manifesto” da 11mila parole di Dorner, che ora gira in rete anche in versione integrale, senza censure. La pubblicazione è stata ripresa in seguito anche dalla FOX Tv, e in tutte le copie sono leggibili le sezioni che attaccano il mondo delle armi, portando legittimamente a credere che le azioni di Dorner siano motivate da qualcosa di più − forse di peggio − di un accesso di follia e una vendetta personale:

«Se una legge sulla messa al bando delle “Armi dʼassalto” (nel testo originale AWB, N.d.A.) fosse in vigore, tutto questo non accadrebbe. È giunto il tempo di restituire il bando, e salvare vite. Per quale motivo uno sportivo ha bisogno di caricatori da trenta colpi per cacciare? Perché un civile dovrebbe avere bisogno di un silenziatore? Perché chiunque dovrebbe aver accesso a un AR-15? È lo stesso sistema dʼarma usato nello sradicamento di Al Qaeda, dei Talebani, e di tutti i combattenti nemici sin dallʼepoca della Guerra del Vietnam. Non prendetemi per il c**o con la storia che non sono armi a raffica come quelle usate dai militari, perché le truppe che portano M-16 ed M-4 in prima linea usano la raffica molto raramente, in meno dellʼ1% dei casi, e sarebbe ora di capire che a nessuno dovrebbe essere permesso di procurarsene uno tanto facilmente quanto ho fatto io. Chi, sano di mente, avrebbe mai bisogno di un fo**uto silenziatore!!! Chi ha bisogno di un AR-15 a canna corta!! Nessuno! Basta Virginia Tech, Columbine HS, Wisconsin temple, Aurora theatre, Portland malls, Tucson rally, Newtown Sandy Hook. Che sia per ordine esecutivo o tramite un atto bipartisan del Congresso, una legge sulla messa al bando delle “Armi dʼassalto” deve tornare in vigore. PUNTO!!!»


L'agenda di Christopher Dorner
Può lo stragista losangelino Christopher Dorner, attualmente in fuga dalla giustizia, essere semplicemente spinto da moventi anti-armi o sarebbe plausibile supporre dellʼaltro?

Nel manifesto di Dorner si trovano anche parole di apprezzamento e incoraggiamento al vicepresidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e alla senatrice Dianne Feinstein, autori delle bozze di legge anti-armi più radicali oggi proposte in America, e un esasperato attacco a Wayne LaPierre, figura di spicco dellʼNRA.

«Senatrice Feinstein, lei sta facendo la cosa giusta nellʼaprire la strada alla restituzione di un AWB. Mai più dovrà un pubblico ufficiale dire che “i suoi pensieri e le sue preghiere sono per le famiglie”. È diventato un cliché senza significato, è ora di agire. Che questa sia la sua eredità allʼAmerica [...] Nel mio arsenale troverete numerose armi leggere della Bushmaster, fucili di precisione Remington e silenziatori AAC, tutti prodotti della Cerberus/Freedom Group, la stessa compagnia responsabile per le sparatorie di Portland, Webster e Newtown [...] Non si può più dibattere sul “Gun Control”, non è più oggetto di conversazione, è un imperativo morale».

L'agenda di Christopher Dorner
Nel manifesto da 11.000 parole del folle Christopher Dorner si leggono frasi di fuoco contro le armi sportive moderne, che definisce “Armi dʼAssalto”, terminologia dispregiativa molto in voga tra gli attivisti anti-armi

Oltre a dimostrare la tendenza alla “proiezione” − non assumersi la responsabilità delle sue azioni, e anzi dare la colpa alle armi che lui stesso impiega! − tipica del pensiero anti-armi, nel suo “Manifesto” il criminale Dorner sottolinea la “facilità” con cui si sarebbe munito di armi dʼimpostazione militare e persino silenziatori, dimenticando il fatto che, essendo stato un agente della Polizia di Los Angeles sino al 2008 e un membro della riserva della Marina Militare USA sino a oggi, egli era esentato dalle restrizioni severissime imposte su armi dʼimpostazione militare e silenziatori sia dalle leggi dello Stato della California che dalle leggi federali. Tutte le leggi sulle armi in vigore negli USA, infatti, prevedono delle specifiche eccezioni in base alle quali i membri dei corpi dello Stato che si identifichino come tali sono esentati dai controlli di routine allʼatto dellʼacquisto di armi e accessori − anche del tipo regolamentato dal National Firearms Act del 1934 − e possono acquistarne in tuttʼAmerica, liberamente, senza passare per le forche caudine del NICS, il controllo computerizzato presso gli archivi dellʼFBI a cui ogni cittadino viene sottoposto dagli armaioli allʼatto dellʼacquisto di armi, munizioni, e alcuni tipi di accessorio. Ciò in quanto numerosi dipartimenti di Polizia USA sponsorizzano i programmi di “Individual Officerʼs Purchase”, in base ai quali gli agenti possano acquistare privatamente armi per utilizzarle in servizio e far risparmiare soldi allʼamministrazione pubblica. Questa verità, di per sé evidente, è sufficiente non solo a neutralizzare gran parte del blaterìo delirante di Dorner, ma anche le posizioni dei fronti anti-armi statunitensi ed europei − tra cui quello italiano! − appoggiati purtroppo anche da alcune frange delle Forze dellʼOrdine, che vorrebbero certi tipi di armi e accessori destinati esclusivamente agli uomini e alle donne in uniforme, “per maggiore sicurezza”

L'agenda di Christopher Dorner
Il fronte anti-armi ha già dato prova di non riuscire a fornire risposte concrete contro il crimine e la violenza... può essere ora direttsmente responsabile della morte di tre persone (finora)?

Dallʼinizio della disastrosa avventura criminale di Dorner, numerose versioni del suo “Manifesto” hanno preso a circolare in rete, molte prive dei riferimenti al “Gun Control”. Numerose fonti d'informazione on-line, tra cui anche lo Huffington Post, respingono qualsiasi dubbio riguardo allʼautenticità di tali brani, che sarebbero state presenti nella versione originale pubblicata dallo stesso Dorner sulla sua pagina Facebook, prima che venisse chiusa; nel frattempo, negli ultimi giorni, ben cinque diverse persone sono state accusate di aver aperto falsi account su Twitter spacciandosi per Dorner. Secondo fonti non ufficiali, la versione originale del documento sarebbe stata recuperata e messa on-line da Anonymous, il famoso gruppo di hacker noto per le sue azioni eclatanti. Anonymous si è recentemente dichiarata contraria ad ogni stretta legale sulle armi, e ha lanciato una “Operazione Gun Rights" contro qualsiasi attacco al Secondo Emendamento, operazione della quale questo potrebbe essere il primo atto. La versione del "Manifesto Dorner” comprendente le parti riguardanti il “Gun Control” sono ora riconosciute come reali anche da importanti reti televisive quali la NBC e quotidiani come lo Examiner e il Wall Street Journal; fonti allʼinterno dei mass-media statunitensi ora accusano più o meno velatamente il Dipartimento di Polizia di Los Angeles − che nelle prime ore della crisi ha messo sotto sequestro il documento − di averne resa pubblica una versione strategicamente censurata non solo per motivi di segreto istruttorio e per tutelare la sicurezza delle persone ivi citate, ma anche per ragioni politiche, dato che Los Angeles è una delle città con le leggi sulle armi più severe dʼAmerica, e il “Gun Control” trova molti sostenitori anche tra le alte sfere dello LAPD.


L'agenda di Christopher Dorner
Alcune fonti dei Media USA oggi accusano la Polizia di Los Angeles di aver tentato di pubblicare una versione dellʼagenda Dorner priva delle parti relative al controllo delle armi per motivi politici

Dopo la lettura di queste parole da brivido, l'imperativo morale che sorge a noi, appassionati di armi, tiratori onesti, pacifici e rispettosi delle leggi, è chiederci: fino a che punto l'ottusa follia del fronte anti-armi può arrivare? Possono le idee sul controllo delle armi − che implicano la sottrazione dei nostri diritti! − essere tanto aspre e radicali da spingere un attivista ad uccidersi, a macchiarsi degli stessi crimini che questi asini imputano a noi, che noi stessi sappiamo poter solo essere opera di menti contorte, in modo da forzare la mano al legislatore al fine di distruggere il nostro sport, il nostro hobby, il nostro mondo, le nostre vite, i nostri diritti?

La risposta, purtroppo, sembra essere una sola: SI.

L'agenda di Christopher Dorner
Nel manifesto di Dorner, anche parole di fuoco contro Wayne LaPierre, vice-presidente esecutivo della NRA, definito “vile e disumano”

È allora il tempo di guardare in faccia la realtà, di smascherare lʼpocrisia del fronte anti-armi globale, che dovrebbe invece, per coerenza, chiamarsi “fronte anti-libertà”. È tempo di mettere questi signori − uno dei quali oggi si permette di definire Wayne LaPierre, vice-presidente esecutivo dellʼNRA, un “vile e disumano pezzo di me**a”, un “fallimento di essere umano”, e si augura che tutti i suoi familiari “muoiano di una morte orribile proprio di fronte a lei” − di fronte alle loro responsabilità e alle loro colpe: la responsabilità per ogni persona innocente morta per mano di un criminale o di un pazzo perché le leggi locali non consentono la legittima difesa; la responsabilità per ogni vittima di regimi dittatoriali ove dissidenti e oppositori vengono disarmati prima di essere mandati al macello; la responsabilità per aver creato delle fallimentari Gun Free Zones che sono lʼequivalente di un carniere privato per psicopatici omicidi in tuttʼAmerica; la responsabilità dellʼaumento vertiginoso, a tre cifre, della percentuale di crimini violenti commessi nel Regno Unito e in Australia dopo la messa al bando di fucili semiautomatici e armi corte. La responsabilità di aver inculcato nella mente di uno psicolabile, reso folle dalla perdita dell'uniforme che lo faceva sentire potente e rispettato, idee disastrose che lo hanno spinto − forse paradossalmente, forse non troppo − ad armarsi e uccidere per portare avanti tale fallimentare, turpe agenda. È ora di riconoscere la vera natura del fronte anti-armi internazionale, che conta purtroppo estimatori anche dalle nostre parti, e denunciarla, affinché mai più le loro idee asinine e i loro principi malati trovino presa tra chi sia in pieno possesso delle proprie facoltà mentali.

Noi di all4shooters.com facciamo la nostra parte in questo.