Tiro a segno robotizzato, un lavoro di squadra dalla Sicilia

La Sicilia ha dato i natali ad Archimede, il più famoso scienziato e inventore di sempre, e quindi non siamo rimasti troppo sorpresi quando abbiamo visto l’invenzione messa a punto da un gruppo di appassionati di tiro che gravitano attorno al vivace Etna Shooting Club di Catania.

Un lavoro di squadra di alto livello

Tiro a segno robotizzato, un lavoro di squadra dalla Sicilia
Il cuore del sistema è il modulo su ruote con supporto per bersaglio basculante, tutto è controllato da una app.

Il nome ufficiale e depositato dell’invenzione è “Sistema robotizzato per tiro a segno con bersaglio mobile a scomparsa programmabile da remoto tramite smartphone/tablet” e rappresenta risultato di una squadra interdisciplinare costituito dal prof. Filippo Scaglione, docente di Elettronica, dal prof. Alfio Greco, docente di Laboratorio di Meccanica, dal Dott. Carlo Giunta, presidente del poligono di tiro Etna Shooting Club Catania – Sigonella, da Lorenzo Puglisi, tiratore sportivo, da Ayoub Kanzari, collaboratore in servizio presso l’Etna Shooting, dal Prof. Antonino Spina, docente di Laboratorio di Elettronica,  da Aldo Moltalto, tiratore sportivo, impiegato presso una nota armeria di Catania e infine da Piero Romano, tiratore sportivo.

Semplificando al massimo, il sistema è costituito da un modulo mobile che si muove orizzontalmente all’interno di una rotaia in legno protetta da una piastra metallica. Sul modulo c’è un supporto a scomparsa per un bersaglio di carta. In pratica il sistema permette di far apparire il bersaglio per il tempo desiderato nella posizione desiderata, controllabile con una app per smartphone Android. Non è complicato, almeno una volta che qualcuno l’ha inventata e brevettata. Ma d’altra parte non è detto che le invenzioni debbano essere complicate.

Tiro a segno robotizzato, un lavoro di squadra dalla Sicilia
La rotaia in legno al cui interno si muove il modulo. La parte rivolta ai tiratori monta una protezione balistica in acciaio.

Ma lasciamo la parola a Filippo Scaglione, affinché spieghi ai nostri lettori come è nata questa invenzione: “Il tiratore sportivo che si reca al poligono a scopo ricreativo o per prepararsi a una gara si avvale per lo più dei seguenti bersagli: quello classico di cartoncino a cerchi concentrici numerati, del pepper-popper (una piastra metallica incernierata su basamento fissato a terra), del bersaglio cartaceo ad oscillazione pendolare attivato da una spinta, del sistema di tiro al piattello. In taluni poligoni si trova anche il tiro al cinghiale, un bersaglio cartaceo riportante l’immagine del cinghiale che si muove in linea orizzontale. Questi bersagli hanno limitata possibilità di personalizzazione della difficoltà e dell’imprevedibilità. Un primo scopo della nostra invenzione è quello di avere un apparato robotizzato che superi i limiti dei sistemi sopra menzionati e allo stesso tempo sia efficace, affidabile, semplice e intuitivo riguardo alle varie tipologie di programmazione da parte dell’utente finale. Altro scopo dell’invenzione è quello di avere a disposizione un sistema strutturato in modo semplice che possa essere realizzato con componenti economici e facilmente reperibili sul mercato”.

Qual è stata la parte più complicata da realizzare di tutto il sistema e perché?

Le parti più difficoltose da realizzare sono state tre:

Tiro a segno robotizzato, un lavoro di squadra dalla Sicilia
La struttura smontata e ripiegata può essere trasportata e posizionata sul campo senza troppa fatica.

1)  La messa a punto del software (sviluppato su piattaforma Arduino e app Android) per soddisfare le esigenze di tutti i tiratori che assistevano alle prove, anche quelli che per curiosità si affacciavano al campo di tiro che abbiamo usato come laboratorio. Il sistema può essere infatti utilizzato con gratificazione sia dai novizi sia dagli esperti.

2) La progettazione del ripetitore Bluetooth. La lamiera di ferro messa a protezione della rotaia scherma il debole segnale Bluetooth della coppia smartphone/carrello, costringendo a interrompere sovente la sessione di tiro per “agganciarli” nuovamente. Il ripetitore doveva mantenere la trasmissione dei segnali “di servizio” cioè che comunicano all’operatore-tiratore che i comandi inviati (numero di passaggi, velocità, tempo di apertura del bersaglio, ecc.) sono stati correttamente ricevuti. Il tiratore ne ha conferma grazie alla funzione di sintesi vocale integrata nella app Android. Per esempio, quando la sessione di tiro termina, la vocina elettronica con timbro femminile dice “Fine della sessione di tiro, se vuoi puoi iniziarne una nuova…Pausa  … controllo batteria…Batteria OK…imposta numero passaggi  eccetera). Il modulo HC12 utilizzato nel ripetitore ha, sulla carta, una portata massima di oltre mille metri, quindi è ottimo anche per il tiro Long Range.

3) La progettazione e realizzazione della protezione balistica la quale doveva essere funzionante e sicura al 100%.

Video: Tiro a segno robotizzato


Tiro a segno robotizzato, un lavoro di squadra dalla Sicilia
Il retro del ripetitore sviluppato sulla piattaforma open source Arduino.

Il video che vi presentiamo mostra il sistema in una forma già collaudata sul campo di tiro, che è risultata funzionale, funzionante e poco costosa anche perché è stata realizzata utilizzando componentistica Arduino. Un aspetto vantaggioso dell’invenzione è quello di fornire al tiratore sportivo un ventaglio molto ampio di difficoltà, che possono essere scelte potendole comodamente dalla propria postazione di tiro. Il tiratore può effettuare le scelte “al volo”, cioè nel bel mezzo dell’esercitazione di tiro potendo così rendersi conto in tempo reale delle rispettive differenze. Durante lo svolgimento di una gara, ovviamente, sarà la commissione sportiva a stabilire quale modalità (e relative temporizzazioni) adottare per i partecipanti. Recentemente abbiamo aggiunto un sistema di illuminazione del bersaglio per potere operare anche in condizioni di oscurità: un led da 10 Watt si accende durante l’apertura del bersaglio.

Carlo Giunta prova sul campo il bersaglio  robotizzato.
Alfio Greco e Filippo Scaglione
Aldo Montalto
Filippo Scaglione e Ayoub Kanzari
Antonino Spina al lavoro sul circuito.

Quali sono le prospettive per lo sviluppo dell’invenzione?

Abbiamo sottoposto il video dimostrativo del sistema alla Smith & Wesson la quale mi ha invitato a offrire il brevetto. Ed è quello che abbiamo fatto. Ora aspettiamo.

State sviluppando altre invenzioni?

Certo, i nostri progetti a breve termine riguardano un tiro al bersaglio aereo con raggi infrarossi codificati (come quelli del telecomando TV) usando come bersaglio un drone che, grande novità, a sua volta spara anch’esso raggi infrarossi codificati contro il tiratore. Con tanto di computo dei punteggi.

Stiamo lavorando su un tiro al bersaglio per simulare la caccia al coniglio su piattaforma airsoft, simile al cinghiale corrente con arma da fuoco. Nel primo, il carrello si muove in piano e in modo casuale con bersaglio visibile in tempi pure essi casuali. Proprio in questi giorni ho effettuato un primo collaudo e potete vedere il video qui sotto: https://youtu.be/Cv_yuBisR5o


Per saperne di più

Per informazioni su hardware e software: Prof. Filippo Scaglione (Elettronica) filios@tiscali.it  tel. 095/950294. 

Per informazioni logistico/manageriali Dott. Carlo Giunta (Presidente del poligono di tiro Etna Shooting Club Catania) carlo_giunta@libero.it tel. 393 946 8060.  

Per informazioni sulla tecnologia meccanica Prof. Alfio Greco (Laboratori Tecnologici ed esercitazioni) alfio_greco@yahoo.it  tel. 349 66 96 908