La Walther PPK ha rappresentato una pietra miliare nel campo delle armi da difesa, motivo per il quale la casa tedesca ha provato a succedere a sé stessa con la PPS
Pistola semiautomatica Walther PPS
Andrea Giuntini
Lato destro della PPS: la linea può essere poco attraente, ma la pistola è stata studiata per essere un valido attrezzo da difesa, non un'opera d'arte
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Lato destro: scritte identificatrici e particolari del robusto estrattore, del grilletto e della sua sicura, del pulsante per la separazione di fusto e carrello. La “piattezza” della PPS fa apparire l’asse della canna molto più in alto rispetto al grilletto di quanto non sia
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La particolare forma della finestra di espulsione
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La volata della PPS: in evidenza il mirino riportato e l’inusitato sviluppo in verticale di tutta la silhouette della pistola. Sotto il fusto è ricavata una slitta per l’aggancio di strumenti luminosi, che in un’arma da porto occulto, in effetti, non hanno molto senso
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La tacca di mira, dotata di riferimenti bianchi, è solida e funzionale. Il foro “vuoto” sulla piastrina che chiude il carrello indica che il percussore è disarmato
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Quando il percussore è armato posteriormente sporge la sua coda, dipinta di rosso
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Smontaggio da campo
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L’organizzazione meccanica è molto simile a quella della Glock. La levetta che si scorge posteriormente, marcata S, è il disconnettore Standard, ma esiste anche la versione più “dura”, marcata H
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Sul bordo inferiore del dorsalino troviamo il minuscolo pulsante che lo sblocca dal carrello: per provocarne lo sgancio basta un movimento veramente minuscolo
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Premendo il pulsante il dorsalino fuoriesce di pochi millimetri, sufficienti però a disattivare completamente il meccanismo di sparo: è il sistema di sicurezza Quicksafe
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Particolare dell’incastro sul fusto del dorsalino e della molla che ne comanda l’espulsione e costituisce il Quicksafe
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Ecco il piccolo piolo in polimero che va a spingere verso l’alto la molla del Quicksafe: nonostante un’aria un po’fragile pare non abbia mai dato alcun problema
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Ecco come lo zoccolo del caricatore va a trattenere il dorsalino
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La molla è complessa ed è molto, molto simile a quella della Glock 26
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In evidenza il pistoncino del blocco automatico al percussore. In secondo piano la grossa dimensione dell’estrattore
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Il massiccio prisma posteriore ospita la rampa di alimentazione, il piano inclinato per l'abbassamento della canna e il gradino anteriore di chiusura
Andrea Giuntini
La PPS monta un inserto metallico a tutta lunghezza. L’esemplare fotografato è uno della “First Edition”, caratterizzato dalla finitura bicolore del polimero
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L'attimo successivo allo sparo
Andrea Giuntini
Rosata a dieci metri con Fiocchi 124 tronco coniche, sparando senza appoggio e a due mani
Andrea Giuntini
Al poligono: un bossolo è in volo
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