L’omonimia col famoso fucile belga non ingannerà certo i veterani del CAR: si tratta proprio del nostro F.A.L. Beretta BM59. Ecco la sua storia
Matteo Brogi
I marchi di fabbrica sul Beretta BM59
Matteo Brogi
La culatta del BM59: è evidente la diretta derivazione M1 Garand
Matteo Brogi
Finestra dʼespulsione aperta: primo piano di elevatore del caricatore e vivo di culatta
Matteo Brogi
Ancora un primo piano a finestra dʼespulsione aperta, stavolta della testina dellʼotturatore
Matteo Brogi
Il pozzetto del caricatore: la capacità massima era di venti colpi
Archivio Beretta
Oltre allʼimpiego di caricatori amovibili, il Beretta BM59 poteva essere ricaricato con lastrine da dieci colpi ciascuna
Matteo Brogi
Lo sgancio del caricatore avveniva tramite una leva piatta posta sulla parte posteriore del pozzetto
Matteo Brogi
La guardia del grilletto, con la sicura manuale spinta in fuori (disinserita); il foro sul perno della sicura consente di passarci attraverso un lucchetto o una catenella per inertizzare l'arma quando non in uso
Matteo Brogi
I marchi sullʼesemplare oggetto del nostro reportage lo identificano chiaramente come un modello prodotto nellʼanno 1964
Matteo Brogi
Il pulsante della leva dʼarresto dellʼotturatore è marchiato a sua volta con le iniziali della fabbrica e la denominazione dellʼarma
Matteo Brogi
Una delle caratteristiche più note del BM59: il “tricompensatore”, che oltre a fungere da rompifiamma e freno di bocca serviva anche per il lancio di granate da fucile
Matteo Brogi
Beretta BM59 con calcio fisso, visto dal lato sinistro
Matteo Brogi
La tacca di mira anteriore del BM59, regolabile tramite apposita chiave
Matteo Brogi
Un punto dʼaggancio per il cavalletto si trova sul tubo di presa gas, posizionato sotto la canna
Matteo Brogi
Nelle versioni con calciatura fissa uno scomparto apribile allʼinterno del calciolo ospita il “multitool” in dotazione, comprendente uno scovolino per la pulizia, chiavi di regolazione per lo spillaggio del gas e per le tacche di mira, e per lo smontaggio
Archivio Beretta
Spaccato del BM59, dal manuale dʼistruzioni in lingua inglese per lʼexport
Jean-Pierre Husson
Fante con Beretta BM59 MkIII “Ital-TA”, munito di calcio pieghevole
Matteo Brogi
Vista dal lato destro del Beretta BM59
Jean-Pierre Husson
Fante italiano al tiro col BM59 munito di calcio pieghevole
Jean-Pierre Husson
Fante in esercitazione, con il BM59 “Ital-TA” in posizione di tiro defilato
Jean-Pierre Husson
Al tricompensatore del BM59 poteva essere innestata la baionetta di dotazione
Jean-Pierre Husson
Parà in riga, pronti allʼesercitazione di lancio: notare la compattezza delle versioni da paracadutista del BM59 con tricompensatore rimosso
Jean-Pierre Husson
Nonostante non fosse la variante più numericamente abbondante nei nostri arsenali, il BM59 “Ital-TA” fu sicuramente il preferito tra le truppe di prima linea e quelle impegnate nelle missioni allʼestero, per via della sua superiore manovrabilità e del minor peso
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