In montagna e nelle aree protette d'Italia, diciamolo chiaramente, si può sciare sulle piste accanto alle arene di canto dei tetraonidi, passeggiare o percorrere in bici sentieri in ogni stagione incurante dei ritmi biologici dei selvatici, non conoscere luoghi e regole che ti portino ad avere un atteggiamento compatibile con la flora e l'etologia della fauna presente, divertirti fra party e aperitivi in chalet ad alta quota fra musica, chiasso e inquinamento, l'importante è che tu non sia cacciatore. Fanatismo, interessi particolari di alcune lobby travestite da ideologie ambientaliste, hanno ottenuto ancora una volta un risultato che di positivo non prevede nulla per la natura, al contrario non mancano aspetti negativi, illogici e antidemocratici.
Qualcuno accetta che vengano rese fruibili e commerciali aree naturali al grande pubblico ma non sopporta e vorrebbe vietarle a delle minoranze di cittadini, spesso autoctoni di questi luoghi che ne conoscono gli ambienti, gli equilibri, li rispettano, li monitorano e li vivono costantemente, senza mai averne abusato o portato alterazioni, per secoli.

Questi cittadini hanno un legame e una passione per la natura che li rende cacciatori e questa sembra per alcuni diventata di recente una colpa e una discriminante. Per alcuni questi cittadini dovrebbero soccombere di fronte ai gusti e alle mode differenti che sono subentrati in parte della cittadinanza urbana che vorrebbe dunque agire indisturbata dall'idea di altri cittadini cacciatori.
I cacciatori nel frattempo con il proprio contributo, anche economico, nel silenzio assordante di chi non mai lo ricorda e lo riconosce, si impegnano nella tutela del paesaggio, della fauna che sono interessati a difendere perchè sia presente in natura, nella tutela della salute pubblica con monitoraggio di zoonosi come hanno fatto finora con la Peste suina Africana, nel risarcimento di danni da fauna selvatica alle coltivazioni agricole e ai danni provocati dai selvatici anche nei tanti incidenti stradali che vorrebbero diminuire.
Questi solo alcuni dei campi in cui sono interessati e impegnati in modo diretto, concreto ed economico i cacciatori con la propria attività, che investe anche settori produttivi importantissimi in Italia, tali da generare migliaia di posti di lavoro occupati oltre ad attività sociali e culturali di ricerca e tutela del territorio.
In tutto ciò, oltre a promuovere la distruzione di questa realtà attraverso vie sempre subdole che si allontanano anche dal rispetto dello stato democratico e del diritto di altri cittadini nella pratica di un'attività legale, ambientalisti e animalisti italiani cosa fanno?