Piemonte: la regione cancella il referendum

“Importante aver compreso che si trattava di un grave spreco di denaro pubblico e di un voto inutile perché la consultazione si rivolgeva al passato e non riguardava specie a rischio estinzione.

Ora il nostro impegno sarà rivolto a ottenere una nuova legge, moderna e in linea con i principi della caccia sostenibile”.

Il Comitato per il No al Referendum, composto da Federcaccia, Enalcaccia, Libera Caccia Anuu Migratoristi, Arci Caccia, Italcaccia, Cic, CNCN, Assoarmieri, ConArmi, Fitav, Fidasc, apprezza lo sforzo fatto dalla Regione Piemonte di non dar luogo al referendum parzialmente abrogativo della legge regionale sulla caccia 70/96 previsto per il prossimo 3 giugno, evitando così l’enorme spreco di denaro pubblico voluto dal comitato promotore. Auspica che ora prevalga il buon senso nel mondo ambientalista, ovvero una linea moderata di confronto, e che vengano evitati inutili e altrettanto dispendiosi ricorsi. 

Deve essere chiaro per tutti che da questo momento chi vorrà perseguire la via del referendum si prenderà la responsabilità dei costi diretti e indiretti che ricadranno sui cittadini piemontesi.

Il referendum, lo ricordiamo ancora una volta, avrebbe comportato la spesa di oltre 20 milioni di euro per una consultazione inutile, anacronistica, che difficilmente avrebbe raggiunto il quorum e in ogni caso priva di reale significato, basata su motivazioni ideologiche e che non rispondeva a nessuna reale preoccupazione ambientale.

Basti pensare che nessuna delle 25 specie di cui si voleva chiudere la caccia rientra nell’elenco di quelle a rischio estinzione.

Augurandosi che nulla intervenga a modificare la decisione della Regione, il Comitato per il No al Referendum ringrazia le Istituzioni piemontesi per la loro scelta coraggiosa e si rende da subito disponibile per collaborare con loro nel formulare la nuova legge regionale, che in linea con i principi della Legge nazionale sulla caccia 157/92 consentirà agli appassionati piemontesi una pratica venatoria in linea con i moderni criteri di caccia sostenibile e nel rispetto di quanto previsto dall’Unione Europea.


Il Comitato per il no al Referendum