Mercedes Benz Vito AppVenture da Trivellato

L’auto da caccia è una di quelle cose che più rispecchiano la nostra personalità. Chi noi siamo davvero. Nell’essenza. Per alcuni è qualcosa in più, la seconda auto magari, un accessorio. Per noi è tutto: dato che la caccia oltre che la nostra passione è il nostro lavoro, e non c’è soluzione di continuità fra una dimensione e l’altra.

Da quando è nata la partnership con la Trivellato, abbiamo avuto in dotazione due diversi Mercedes-Benz Vito, in due configurazioni e allestimenti differenti. Ed è stato anche grazie alla nostra consulenza e ai nostri consigli che un anno e mezzo fa apriva in Trivellato, per opera del patron Luca, la divisione AppVenture: col fine chiaro di poter fornire ai clienti più esigenti auto e furgoni custom, ritagliati addosso alle esigenze di ogni tipo di cacciatore.

Mezzi quindi al 100% adattati ai bisogni del dresseur professionista o dei semplici amatori, del beccacciaio giramondo o dei ruspanti cinghialai, dei migratoristi o dei più accaniti cinofili: ciascuno come pezzo unico, da configurare secondo le proprie specifiche esigenze, con un occhio sempre ben attento a fondere in uno comfort e prestazioni, sicurezza ed efficienza. In ogni condizione e sotto tutti i cieli del mondo. Per noi, e i nostri cani.

Video: Mercedes Benz Vito AppVenture da Trivellato

 

La divisione AppVenture di Trivellato

Il retro del VITO. bellissimo fra cielo, terra e mare! Pronto per ogni avventura...

AppVenture è sia un configuratore online con la quale configurare a distanza il proprio mezzo, che una divisione dedicata capace di portare dal progetto originale al piano esecutivo. In un perfetto mix di cortesia e capacità manuali, abilità e competenze che sfiorano il… miracoloso!

No, non è generico tuning, quanto piuttosto un vero e proprio servizio specializzato per chi concepisce la vita tutta 4X4, specie poi se cacciatore…

La divisione AppVenture è capace quindi di trasformare un mezzo di serie, in un vero e proprio strumento con cui affrontare viaggi ed avventure nel massimo della sicurezza, laddove di sicurezze e problemi ce ne possono essere infinti: la natura selvaggia quella vera! E il proprio modo di viverla e affrontarla.

Perché? Ma perché un mezzo di serie è e resta in ogni caso un compromesso. Certo, un buon prodotto. Sicuramente affidabile e sicuro. Ma è per l’appunto tale: di serie. E quindi nostro solo in termini di possesso, non in quanto prolungamento della nostra personalità e di noi stessi nella nostra unicità, come dovrebbe essere.

La faccio spiccia: avete presente un fucile su misura rispetto a uno normale?

Ecco, è la stessa cosa. Il primo è adatto a te, al secondo ti adatti.

AppVenture nasce per fornire a ciascuno il mezzo proprio tailor made, coi suoi specifici particolari costruiti attorno alle tue esigenze: “piega e strozzature, sensibilità degli scatti ed estrattori, nasello e vantaggio, tipologia dei legni e finitura dei medesimi”. Insomma, ci siamo capiti.

Presto AppVenture sarà anche una App scaricabile sul proprio Smartphone, ma di questo parleremo la prossima volta.

Il primo Mercedes Benz Vito di all4hunters

La parte retro dedicata al trasporto ed alloggio cani: coibentanta, arieggaiata, dotata di luci ausiliarie e pompa per l'acqua, utili anche per la pesca subcquea e l'alloggio di scarponi o altro. Ospita comodamente 8 kurzaahr e 10 setter.

Fu nel primo Vito che ci venne dato in prova e dotazione che trovammo le vere criticità. Nulla di che, intendiamoci: tranne il fatto che nessuno in Mercedes l’aveva pensato a monte per i cacciatori cinofili in generale, e men che mai per… me! E quindi…!

Il mezzo infatti era ottimo, ma innanzitutto di colore blu. Bello, elegante. Ma si sporcava subito, specie negli sterrati fra fango e polvere. E d’estate attirava il sole e quindi scaldava troppo, noi e soprattutto i cani.

Era poi sì 4X4, con la trazione 4matic automatica capace di “rampare” su ogni tipo di terreno, ma aveva due difetti immani per un uso venatorio estremo e continuato:

Il volante multifunzione, con tutto a portata di mano per una guida sempre attenta e confortevole.
  1. Pensato magari per famiglie che vanno a sciare, o per purissimo diporto in fuoristrada leggerissimo, in campi e sterrati veri toccava troppo spesso sotto, con due episodi che ci hanno visti “impanciati” e bisognosi di un trattore per poter uscire dai campi dove eravamo andati ad allenare e cacciare quaglie! E sarebbe potuta andare peggio in caso d’urto con un pietrone o un masso nascosto, con a quel punto serio rischio di danneggiare parti meccaniche o forare la coppa dell’olio: una tragedia!
  2. La placca di protezione sotto lo chassis, era in plastica. Fragile quindi (l’abbiamo rotta due volte) e inefficace a proteggere da urti quelli seri, che abbiamo scampato, come dicevamo, per purissimo miracolo.
La finiestra interna in PVC trasparente, per scludere il reparto cani quando serve, e altrettanto per una sua perfetta climatizzazione pari all'abitacolo alla bisogna.

A questi, c’erano da aggiungere i paraurti in tinta con la carrozzeria dotati di minigonne. Buoni per correre in autostrada e cool con quell’aria sportiveggiante che conferivano al veicolo, tuttavia troppo bassi e delicati, con un angolo d’attacco e uscita per le pendenze in fuoristrada praticamente nullo, che li faceva grattare quasi dappertutto.

Ne abbiamo parlato attentamente con Luca Trivellato e i suoi tecnici, ci si è ragionato, si è studiato l’universo tuning, specie tedesco, ed è così che è nata la divisione AppVenture Trivellato: per fornire anche in Italia ai più avventurosi utenti auto custum dedicate in toto alle loro passioni, e a loro stessi.

Il Vito in versione AppVenture

La modalità con cui abbiamo creato il nuovo Vito è stata totalmente basata sul metodo problem-solution!

Quelli di cui sopra erano i problemi? Bene: si è intervenuti di conseguenza e in maniera drastica quanto diretta.

La cassa forte interna porta fucili: è una delle pochissime note stonate, datto che è non molto comoda da aprire e chiudere, e ospita (con difficoltà) al massimo 2 fucili calobro 20 con custodia sottilissima.
  • Colore? Bianco, rigorosamente! Soprattutto per evitare il più possibile surriscaldamenti per l’area cani.
  • Altezza da terra? Sostituzione impianti di ammortizzazione originali con sistemi tarati anche per il fuoristrada di una certa importanza, capaci di alzare in ogni caso la luce da terra di 7-8 strategici centimetri. Il tutto, senza compromettere aerodinamica e stabilità, anzi!
  • Placca paracolpi in plastica? Via! E sostituzione con una placca Dakar in metallo a spessori differenziati, atta a resistere a qualsiasi sollecitazione dinamica e qualunque colpo.
  • Paraurti? Sostituzione di quelli fashion in tinta e con minigonne, con altri molto più spartani in plastica grigio, con angoli d’attacco salita-discesa ottimali per affrontare in scioltezza qualsiasi pendenza.
La plancia di controllo ausiliaria del reparto cani: dalle 3 ventole distinte all'indicatore di temperatura sino al livello del serbatoio dell'acqua. Tutto alimentato da una batteria autonoma aggiuntiva.

Per il resto, rimozione del sedile singolo posteriore e sostituzione con armadietto porta tutto, costruzione di un serbatoio da 100 litri per acqua munito di pompa ausiliaria ad alta pressione, vano porta fucili superiore in legno, cassaforte porta fucili in metallo sotto i sedili posteriori, due appendiabiti posteriori, finestra di areazione apri-e-chiudi comunicante col vano cani. Già, i cani… Per loro, il meglio e nulla meno, ossia, allestimento Bartoli con gabbie-trasportini di dimensioni omologate in grado ospitare comodamente minimo sette kurzhaar o dieci setter in scioltezza. Il tutto con doppia coibentazione e fornito di griglie d’areazione, luci di illuminazione ausiliarie e tre ventole d’aspirazione per la circolazione dell’aria.

Ed è così che fra greppi e fossi, cime, boschi e paludi (e non solo) l’abbiamo utilizzato un anno intero.

Tanto che ora possiamo tirare bilanci: per plaudire quel che merita, e migliorare quel che può essere migliorato. Dal quale è bene incominciare…

Quel che c’è ancora da migliorare

Mobilio interno, abbastanza comodo ma da rivedere nl suo concept dopo un anno di utilizzo, che ci ha fatto capire quali funzioni aggiungere e migliorare.

Lo sintetizziamo in due punti chiave, che non sono colpa del mezzo in sé, ma di nostre indicazioni sbagliate fornite al tempo agli allestitori. Indicazioni errate che hanno comportato più che problemi veri e propri, quelle che è più giusto definire quali criticità e difficoltà d’uso.

  1. Innanzitutto, la cassaforte porta fucili. Così com’è appare più un’idea “figa” che un vero strumento utilizzabile. Troppo piccola, con lo sportellino che non si apre bene, tanto che alla fine, dopo sforzi ciclopici e attenzioni sovrumane per non rovinare lei e le armi, ben che vada riesce a contenere un solo fucile calibro 12, oppure 2 massimo del 20, e solo se li riponi tutti in custodie di semplice tessuto. Un’arma qualsiasi con custodia semirigida, semplicemente non ci entra. E quindi…
  2. Il contenitore in legno porta tutto: ok, lo sportellino laterale è utile per documenti e accessori, il vano a pozzetto superiore invece, tranne la normalissima funzione di “appoggia-roba”, è scomodo d’aprire e da rischiudere. Insomma, è scomodo da usare perciò va ripensato in toto per essere davvero funzionale su una categoria d’auto come questa: che dell’assoluta praticità ha fatto bandiera e ragion d’essere.

Quello che va bene…

Il nuovissimo motore turbodiesel con cambio automatico a 9 rapporti e pistoni e camere in ceramica: potentissimo, silenziosissimo, dai consumi sorprendentemente contenuti in assoluto. La perferzione...

Il resto ha funzionato tutto a meraviglia, a partire dal nuovo propulsore che alimenta questa versione: un favoloso 2.000 cc. automatico a nove rapporti con pistoni in ceramica, capace su strada di prestazioni da berlina, con consumi da berlina (ridicoli per la categoria d’auto), ma con tutta la potenza utile per sterrati e fuoristrada, che affronta con piglio da vero 4X4, non temendo terreni che farebbero impallidire la maggior parte dei SUV.

Il comfort interno è da salotto, dalla climatizzazione all’elettronica sino ai sedili riscaldabili (utilissimi dopo ore di caccia nella bora!). Comodissima poi la nuova copertura in polimero dal design moquette, che invece è una lastra semi liscia perfettamente lavabile con acqua e sapone. La nuova altezza da terra ci ha permesso di affrontare ogni terreno senza intoppi né patemi, sicuri di avere in ogni caso la placca Dakar come scudo. I nuovi paraurti, hanno retto ad ogni sfida.

L’elettronica per la parte cani (gestita da una batteria ausiliaria) è strepitosa. E oltre a quello consente di allacciare al sistema altri strumenti elettrici: da carica batterie di ogni genere (smartphone, beeper e satellitari) sino a bollitori per un tè o un caffè caldo in mezzo ai boschi.

Tutto, tutto perfetto al punto che il nostro Vito è diventato un po’ la nostra casa per la sua assoluta funzionalità!

Già, la funzionalità… Su una cosa il Vito ci ha persino sorpreso: il suo saper essere utilissimo anche a qualcosa cui nessuno aveva neppure immaginato quando si pensava solo a montagne, boschi e cani: il mare, e con esso la pesca subacquea.

Lo so, magari per qualcuno non è importante, ma per noi è stato basilare.

Infatti, vuoi per le dimensioni, vuoi la tipologia di veicolo, vuoi per la disposizione degli spazi, il Vito AppVenture Trivellato così configurato si è rivelato perfetto anche per la caccia subacquea, riuscendo, come per la caccia, assieme alla caccia, ad alloggiare e trasportare tutta la nostra attrezzatura con un’efficienza e una praticità assolute!

Facilissimo, infatti, alloggiarci tre o più fucili subacquei per ogni fondale ed esigenza. Idem dicasi per tutta l’attrezzatura tecnica, dai pesi alle mute, dai coltelli alle maschere ai ricambi sino alle pinne, di qualsiasi dimensione.

È bastato infatti lasciare libero un trasportino dei cani per poterci quindi mettere tutto quel che ci serviva senza sporcare né bagnare né lasciare cattivi odori nell’abitacolo. Funzione basilare quando si ha che fare col pesce, come con i cani.

E fu così, che le gli scarponi si sposarono alle pinne, nel nome di un grande mezzo, e della passione che non ha confini…

In estrema sintesi: con due o tre ritocchi caro Vito AppVenture, non ci lasceremo mai!

Se questa sembra una dichiarazione d’amore, è perché lo è. E nulla meno…

 


Per saperne di più visitate il sito Trivellato.