
Viviamo nell’epoca dei piani tariffari e dei servizi alla persona “on demand”. Delle customizzazioni, delle “ricariche” e degli ordini via web di quel che serve e solo quello.
Non di meno, stiamo di certo attraversando periodi critici di stagnazione se non addirittura di forte contrazione di parecchi aspetti dell’economia, fattori che portano un po’ tutti a “tirare la cinghia” e rivedere costi e priorità in bilanci familiari sempre più tirati.
È anche per questo che, assieme a fattori endogeni che non ha senso qui discutere, parecchi nel tempo hanno rinunciato a rinnovare la licenza di caccia. O meglio, a non versare i contributi annuali per l’esercizio dell’attività venatoria, giudicando a questo punto l’intero “gioco” non valevole il prezzo della “candela”. Magari complice anche qualche sciagura avvenuta nel frattempo, tipo la morte di un cane o cose analoghe…
Fatto sta, che anche per questa via i cacciatori attivi sono calati, e con essi il cumulo di tasse di concessione riscosse dallo Stato. Il tutto, in una spirale che sembra non volersi più arrestare.
…Ma potrebbe esserci una soluzione, presa in prestito da altre realtà, funzionalissima, che – ne sono certo – così come potrebbe rimettere in pista tanti, altrettanto potrebbe funzionare quale “teaser” in grado di stimolare di nuovo più vasti “appetiti”.
Sto parlando della “licenza a tempo”.

La licenza a tempo negli altri paesi
Negli Stati Uniti, se sei a posto con la legge, praticamente in ogni Stato puoi acquistare il tuo permesso di caccia per giornate.
No, non un una tantum valevole per tutta la stagione, quanto piuttosto un permesso a giornate.
Dice, eh ma là sono gli Stati Uniti…
No, perché funziona così anche in parecchi Paesi europei.
In Croazia, ad esempio, per i cacciatori non residenti, si vendono permessi di caccia sia MENSILI, che STAGIONALI. Tra famiglia e lavoro – per dire – puoi andare solo a novembre? E tu ti paghi i 100 euro per novembre anziché i 300 dell’intera stagione. Che magari, fossero stati tutti e/o forse più, avresti deciso di non spendere, rinunciando così ad ogni cosa.
Ecco, il mio suggerimento è di far né più né meno in questo modo, come d’altra parte già avviene su tutto il territorio nazionale italiano riguardo ai permessi/tesserini per la raccolta di funghi, e altro…
Facciamo un esempio

Un esempio esplicativo che vale più di tante teorie strampalate è quello di mio fratello (le cui parole hanno ispirato questo pezzo): da tre anni – morta la sua adorata Ala, bracco italiano – non ha più il cane.
Per mille altri fattori poi, la vita gli si è fatta parecchio più frenetica, con ritmi di lavoro davvero tosti. Il territorio, infine, si è parecchio degradato dal punto di vista naturalistico/ambientale, con tante, troppe zone un tempo vocate per quaglie e per fagiani, che oggi sono solo terra lavorata in maniera intensiva, iper-meccanizzata.
Anche solo l’idea di rimettere su un cane – senza un selvatico in giro – a queste condizioni sarebbe proibitiva. Quindi? Quindi sono tre anni che NON va più a caccia!
- Lui, non va a caccia.
- Le armerie non gli vendono più cartucce e accessori.
- I bar dove faceva colazione con i suoi amici di caccia non lavorano.
- Lo Stato, non incassa più un euro di tasse di concessione, e nemmeno le accise sul carburante che consuma per raggiungere i luoghi di caccia, etc.
Un affarone, vero? Eppure… Eppure, non è che lui non vada perché non ama più la caccia – anzi! – solo che non potendo più svolgere quella col cane da ferma, e durando un mese, massimo due la caccia di tradizione preappenninica alla migratoria (tordi, e colombacci), semplicemente rinuncia ritenendo la spesa dell’intera licenza per quel solo mese decisamente eccessiva e senza senso.
Fosse possibile acquistare invece una licenza ad hoc, pagando una tassa di concessione temporanea per quel solo periodo nel quale davvero servo, la rifarebbe e di corsa.
Forse (e magari) anche per due mesi…
I vantaggi per… tutti!

Ecco, quindi, che lo Stato si troverebbe di nuovo a prender qualche soldo che diversamente non avrebbe. Idem per le accise sui carburanti, dato che i luoghi di caccia sono sempre da raggiungere in auto. Anche i bar, rivedrebbero Fabrizio far le sue colazioni all’alba con gli amici.
E non di meno le armerie, lo ritroverebbero come cliente per l’acquisto di cartucce ed accessori vari…
Senza poi dire che, magari, vedi mai che restando nel giro magari non arrivi Tizio o Caio (o forse anche suo fratello Andrea) che un cane anche già fatto non glielo… regala?!
Ecco, abbiamo mantenuto attivo un cacciatore, e in un modo già testato, semplicissimo quanto funzionale.
Abbiamo quindi una persona felice in più, che nel suo piccolo con la sua passione, contribuisce in modo virtuoso a far girare anche l’economia. Unica obiezione (forse, ma molto forse) che magari così, alcuni che ora pagano per intero, potrebbero scegliere l’opzione della breve durata a tempo, finendo per causare a conti fatti o un saldo tutto sommato identico, se non addirittura un piccolo danno.
Personalmente è una cosa che escludo e nel modo più totale. Dato che chi ha continuato – centrato al 110% nella sua, la nostra passione – non cambierà di una virgola il suo modus operandi.
Non resta che provare, partendo magari da questo povero, piccolo pezzo di suggerimenti da usarsi quale test…
…Voi, che ne pensate di quest’idea?










