Caccia alla pernice rossa, perchè no?

La pernice rossa, indicata scientificamente con il nome di alectoris rufa è un galliforme autoctono nell'Appennino centro-settentrionale, sulle Alpi Apuane e nell'Isola d'Elba. 

Antichi ceppi si sono evoluti soprattutto in Spagna per poi popolare anche la Francia meridionale. 

La pernice rossa: habitat e gestione

Pernice rossa
La pernice rossa, alectoris rufa, resiste con delle popolazioni selvatiche in alcune aree dell'Italia centrale e settentrionale.

Questo selvatico non va assolutamente confuso con la pernice orientale, l'alectoris chukar, originaria di Turchia e Cina e risultata negli anni particolarmente idonea all'allevamento e alla vita in cattività data la sua resistenza e la sua indole tranquilla. 

Proprio la chukar e il suo successo "commerciale" nei ripopolamenti, il più delle volte "pronta caccia" hanno segnato in modo negativo la storia e la diffusione della pernice rossa, sicuramente resistente, ma non al pari della orientale.  

Gli ibridi nati dall'incontro delle due specie hanno inevitabilmente contaminato la genetica degli antichi ceppi selvatici di rosse. La pernice rossa abita le località più aspre della media montagna e dell'alta collina, spingendosi fino alle zone pianeggianti se ricche di ambienti incolti e cespugliati. La macchia mediterranea mista a prati e zone incolte rappresenta l'habitat ideale in cui la rossa sa adattarsi, nascondersi dai predatori e riprodursi con successo.

Paesaggio collinare
Selvatico resistente e capace di adattarsi a territori diversi, la pernice rossa riesce a crescere con successo buona parte delle proprie nidiate.

Estremamente sedentaria e abitudinaria, raggiunge gli spazi aperti alla ricerca di cibo solo nelle prime ore del giorno e in quelle serali, preferendo restare al limite delle zone boscose nel resto della giornata. 

Della sua rusticità e capacità riproduttiva sono un esempio i territori aridi della Spagna in cui la pernice rossa prospera numerosa, rappresentando un selvatico iconico, insidiato in varie tipologie di caccia vagante e da appostamento, non da ultima sicuramente la caccia in battuta, il tradizionale ocheo in cui una schiera di battitori, come nel drive inglese, spinge le numerose brigate di pernici in volo verso una linea di tiratori. 

Recenti studi scientifici dimostrano fortunatamente che nonostante l'immissione di soggetti ibridi nel passato, sono ancora integre alcune popolazioni di pernice rossa che ha sicuramente nel tempo dimostrato di resistere ed adattarsi molto più della starna, all'intensificazione dell'agricoltura. 

I pesticidi che hanno annientato le specie di insetti fondamentali alla sopravivenza degli starnotti nei primi giorni di vita, non hanno influenzato in modo così drastico le nidiate di pernici, i cui pulcini sono più indipendenti e capaci di alimentarsi anche di semi ed essenze vegetali dai primi giorni.

Cane in ferma
Pochi selvatici sanno mettere a dura prova le qualità di cani da ferma e cacciatori come la pernice rossa, straordinaria pedinatrice e abile nel volo.

Altro fattore decisamente a favore delle pernici rosse è la capacità da parte delle femmine di duplice deposizione, quindi il doppio delle uova in due nidi differenti, di cui uno affidato alle cure del maschio della coppia. 

Praticamente ogni coppia di questi selvatici è capace di allevare due brigate contemporaneamente. 

Le coppie si formano in febbraio e si staccano dalla brigata isolandosi nei luoghi di cova. 

Come nido vengono sfruttate delle piccole depressioni del terreno occultate con cura dai selvatici. 

Le uova deposte vanno dalle 13 alle 15 e la schiusa avviene dopo circa 22 giorni. La domanda spontanea che poniamo consapevoli della complessità di un'adeguata risposta è "Perchè se tanto si è cercato di fare giustamente per la starna o per l'introduzione nei decenni passati del fagiano alloctono, non si pone lo stesso impegno, con le dovute cure e attenzioni, nel tentativo di irradiamento di questo selvatico che potrebbe e dovrebbe rappresentare una risorsa faunistica e venatoria eccellente?

Constatata la sua capacità di adattamento a territori misti spesso anche aridi e inospitali, la resistenza e l'autonomia delle sue nidiate, le sue doti di pedinatrice instancabile ed elusiva, uno sforzo condiviso partendo dalle regioni in cui è già presente sarebbe quantomeno auspicabile per questa specie. 

Avere la pernice rossa diffusa, permetterebbe di aprire o riaprire nuovi capitoli di passione venatoria e cinofilia. Chi scrive ha avuto modo solo in due fortunate occasioni di potersi confrontare con questi selvatici capaci di disorientare anche il più smaliziato dei cani e sorprendere dopo estenuanti guidate anche il più freddo dei cacciatori. Di come tentare l'avvicinamento ad una brigata di pernici rosse, come procedere nella ricerca e nel tiro mai scontato torneremo a parlare volentieri, sperando di trattare un argomento sempre più affascinante e concreto per molti cacciatori cinofili.