Come nei migliori film, a volte è semplicemente il caso a delineare un filo rosso tra situazioni indipendenti. E nei primi giorni di novembre sono apparse nelle prime pagine dei giornali quattro diverse storie che raccontano dell’annosa battaglia contro la piaga del bracconaggio. Con proporzioni diverse e, in due casi, la decisa presa di posizione dei cacciatori contro i bracconieri.
Abbattuto in Val Camonica un altro esemplare di ibis eremita
L’episodio più grave è rappresentato dall’abbattimento di un altro ibis eremita, il quarto sul territorio italiano dall’inizio della stagione venatoria: l’uccello è stato ucciso in Val Camonica, nel bresciano, e la successiva radiografia effettuata presso il CRAS di Valpredina (BG) ha rivelato la presenza di pallini nel suo corpo.
E le associazioni venatorie si scagliano contro i responsabili: Lorenzo Bertacchi, presidente della Federcaccia di Bergamo, parla di “uno sfregio terribile sul volto di Diana” commesso “da un delinquente: non ha importanza che sia stato un errore inammissibile di un cacciatore o un atto consapevole di bracconaggio, l’ibis non può essere mai confuso con altre specie cacciabili”. Bertacchi ribadisce che “un cacciatore che abbatte un ibis eremita è peggio di un bracconiere, perché infanga l’onore di tutti coloro che sono onesti”. E arriva anche un’azione concreta: la Federcaccia di Bergamo si costituirà parte civile nel processo penale avviato per adesso contro ignoti.
Dalla pagina Facebook “Bentornato ibis eremita” il Waldrappteam, responsabile del progetto di reintroduzione, lega il nuovo evento alla precedente uccisione di un altro esemplare nel vicentino: il primo uccello abbattuto era infatti la guida del secondo che, senza un punto di riferimento da seguire, non aveva alcuna possibilità di trovare da solo la via verso l’area di svernamento di Orbetello. Lapidario il commento: “questi sono atti spietati arcaici e completamente privi di senso che hanno come unico obiettivo quello di distruggere la biodiversità”.
Come preventivabile, ancora più decisa la reazione del WWF che per bocca del vicepresidente Dante Caserta chiede la riforma delle sanzioni “per i casi di uccisione, catture illegali, commercio illecito di animali appartenenti a specie protette” e “la sospensione della stagione venatoria nelle regioni in cui si verificano gli atti di bracconaggio più gravi”.
A Venzone (UD) azione legale dei cacciatori contro i bracconieri
Della lotta tra cacciatori e bracconieri si discute anche a Venzone (UD), nel distretto del Tarvisiano: le riserve di caccia e le aziende faunistico-venatorie del luogo hanno stabilito di costituirsi parte civile nel procedimento penale contro i bracconieri individuati da un’indagine della Forestale che ha portato alla luce una vera e propria organizzazione dedita all’abbattimento illegale di selvaggina ungulata finalizzato alla vendita della carne. Il Messaggero Veneto riporta le parole di Valerio Pituelli, presidente del distretto, secondo il quale “queste attività danneggiano non solo il patrimonio faunistico locale, ma anche l’immagine di noi cacciatori che siamo tenuti a osservare il numero dei prelievi assegnati e a selezionare la selvaggina in base all’età, al sesso e al periodo dell’anno. I bracconieri invece cacciano di notte, sparando sugli animali al pascolo”. E la presa di posizione dei cacciatori si chiude con l’avvio di un’azione risarcitoria.
Brindisi: bracconiere spara contro i Forestali
Nella campagne brindisine di Francavilla Fontana i Forestali sono stati minacciati da un bracconiere che, avvicinato per normali operazioni di controllo, ha esploso dei colpi contro gli agenti senza comunque ferire nessuno. Dopo una breve fuga a piedi per i campi, l’uomo è stato tratto in arresto e condotto presso la locale caserma dei Carabinieri; la Forestale rende noto che “il responsabile è risultato privo di porto d’arma e quindi denunciato porto e detenzione abusivi di arma e munizioni, furto venatorio, uso illegale di richiami e resistenza a pubblico ufficiale. Al bracconiere, che aveva già abbattuto due esemplari di tordo, era stato già notificato provvedimento di divieto alla detenzione di armi; il Pubblico Ministero ha disposto nei suoi confronti la misura cautelare degli arresti domiciliari”.
Il sindaco di Capri promuove azione di vigilanza
Molto meno grave la situazione a Capri, dove potrebbe valere il motto “tanto rumore per niente”. O quasi niente. Dopo le ripetute segnalazioni di residenti e turisti che denunciavano le violazioni della normativa venatoria, il sindaco Giovanni De Martino ha promosso un’operazione di vigilanza coinvolgendo i volontari di Lipu ed Enpa che hanno collaborato con i Carabinieri. Durante l’operazione, che si è svolta nella notte tra venerdì 4 e sabato 5 novembre, i numerosi controlli hanno portato a tre multe e al rinvenimento di cinque richiami elettromagnetici per tordi, considerati illegali per la pratica venatoria e sequestrati dai Carabinieri. Alla fine, soltanto due persone sono state denunciate a piede libero: utilizzavano richiami elettroacustici illeciti, sequestrati assieme alle armi dei due soggetti denunciati.
(esseti)