Di nuovo insanguinata dal terrorismo islamico prima di essersi asciugata tutte le lacrime, l’Europa torna a piangere; e, anche se stavolta la strage è stata realizzata con un tir, nelle stanze dei bottoni del Vecchio Continente si sta lavorando alla revisione della direttiva 91/477 CEE sul controllo e l’acquisizione delle armi, tentando di arrivare a un punto d’equilibrio tra sicurezza, libertà e tutela dei diritti.
Con 27 voti favorevoli, 10 contrari e un’astensione, la Commissione parlamentare IMCO (Mercato interno e protezione dei consumatori) di Bruxelles ha approvato la revisione sulla direttiva armi adottando uno dei testi-base per i negoziati autunnali nel trilogo (funzionario della Commissione Europe- rappresentante del Consiglio europeo-europarlamentare relatore della legge): nel provvedimento si mantiene la categoria autonoma B7 dei fucili semiautomatici simili ad armi automatiche, si prescrive un regolamento stringente per la conversione dei fucili e si esentano i tiratori sportivi dal limite di capacità dei caricatori. Respinti i tentativi di imporre test medici standard in tutta l’Unione Europea e innalzare d’imperio l’età per ottenere il porto d’armi; agli Stati membri rimane sufficiente margine di manovra per regolamentare le vendite su Internet e i requisiti di custodia delle armi. Sono previste misure eccezionali per militari riservisti, musei e collezionisti, che devono inoltre rispettare delle condizioni restrittive per l’uso e la detenzione delle armi e iscriversi a un registro nazionale.
Non risolutivo l’intervento sulla definizione di alcuni fucili semiautomatici, che rimane dipendente dalla possibilità di applicarvi caricatori amovibili.
Le reazioni all’intervento sulle armi: il plauso di Face e Anpam
Moderatamente soddisfatte FACE e ANPAM, due delle associazioni più coinvolte nel tentativo di emendare e migliorare la proposta originaria, considerata troppo restrittiva.
Secondo la FACE, l’ultimo intervento “ha notevolmente migliorato il testo rimuovendo ingiustificate restrizioni per i cacciatori”; la Federazione si impegna comunque “a migliorare ulteriormente [il provvedimento] al fine di garantire un quadro giuridico proporzionato” e si pone la priorità di far escludere tutti i semiautomatici dalla categoria delle armi proibite.
Michl Ebner, numero uno di FACE, ribadisce che la federazione da lui presieduta “ha rappresentato con successo i diritti dei cacciatori dissipando ogni sospetto che i proprietari autorizzati di armi da fuoco legali possano in qualche modo rappresentare una minaccia per la sicurezza”.
Anche l’ANPAM ritiene che, rispetto alla proposta iniziale, il testo “sia stato fortemente migliorato”, con l’eliminazione di “quelle parti che più chiaramente si traducevano in una restrizione ingiustificata degli spazi di libertà dei cittadini europei perché non corrispondevano a un effettivo incremento del livello di sicurezza”. L’associazione dei produttori di armi da fuoco ribadisce comunque che “permangono tuttavia diverse criticità e alcuni elementi di preoccupazione, che si spera possano essere corretti o temperati durante gli incontri interistituzionali in programma”.
Eunews.it riporta le parole di Vicky Ford, la conservatrice nordirlandese a capo della Commissione IMCO, che conferma di aver “provato a rispondere alle preoccupazioni dei cittadini, per dare loro la possibilità di continuare a praticare le loro attività sportive e di caccia”,
Ma Evelyne Gebhardt, europarlamentare della socialdemocrazia tedesca, ha ribadito che “le regole sull’uso delle armi da fuoco per scopi civili devono essere aggiornate per rafforzare la sicurezza”.
E secondo la macchinosa procedura standard di revisione di una legge europea, quello emerso dalla Commissione è soltanto uno dei testi base.
(esseti)