Sono i sapori forti e autentici di un’alba settembrina in palude… dove tutto ricomincia, da dove era rimasto. In realtà per i cacciatori di acquatici, i lunghi mesi di attesa non corrispondono mai a riposo assoluto. Anzi, per quanto possano essere gratificanti i risultati che un appostamento puntualmente regala; c’è sempre qualcosa che può o deve essere rivisto e migliorato perché… Perché quest’anno potrebbe essere diverso e allora… le previsioni iniziano ad invadere la mente e le fantasie a riempire l’animo. Questi sono gli elementi che compongono la parte forse più affascinante di questa caccia. Prepararsi e poi aspettare, che la natura, il clima e i selvatici facciano il loro percorso, escogitando tutto al meglio per essere pronti alle eventualità che si presenteranno nel momento fatidico.
La caccia in palude
Questa è la caccia in palude e la vita dei cacciatori che la praticano, dove ingegno e lavoro si uniscono per arricchire quel repertorio mai completo di conoscenze e strategie che li vedono confrontarsi non solo con i selvatici, ma con i molti fattori ambientali che devono saper sfruttare al meglio e volgere a proprio favore per vedere ripagato come merita il tanto impegno profuso in quest’arte antica.
Ad agosto le alzavole hanno fatto già il loro arrivo nei chiari, non brillano dei colori invernali, ma accendono ugualmente la passione e riempiono lo sguardo dei cacciatori che si consumano contandole dalle feritoie dei propri appostamenti, giorno dopo giorno fino all’alba dell’apertura.
Stessa attesa per le marzaiole che spesso lasciano a tutti soltanto il sapore del ricordo.
I voli dei Germani sono ormai noti nei loro percorsi, hanno nidificato in qualche curva più calma e generosa del fiume e nei laghetti circostanti, saranno l’unica vera certezza della prima alba.
Anche chi non possiede un appostamento fisso ma non resiste al fascino di questi selvatici, inizia con largo anticipo le sue perlustrazioni, individuando i principali corridoi percorsi dalle anatre dai corsi d’acqua ai campi di pastura.
L’attrezzatura viene scrupolosamente passata in rassegna negli ultimi giorni, per non avere sorprese amare. Quindi mano agli stampi e ai loro ancoraggi, così come ai vari richiami a bocca e infine le munizioni.
Caccia alle anatre: stampi e richiami
Nulla viene trascurato, perché tutto dovrà apparire naturalmente perfetto.
Sistemati in piccoli gruppi facendo attenzione alla direzione del vento, si alterneranno sia gli stampi a sagoma intera che quelli in pastura, lungo i bordi delle zone umide ed in acqua.
Si lascerà il dovuto spazio per l’arrivo dei selvatici al centro della tesa invitandoli ulteriormente con l’aiuto dei richiami e dei fischi, ognuno come meglio può.
Le strategie cambiano in base alla quantità di anatre che frequentano i luoghi di caccia e alle loro abitudini.
Di conseguenza varierà la quantità di stampi da utilizzare e nel periodo estivo si sfrutteranno maggiormente i colori più spenti e meno variabili delle femmine, per dare più credibilità al gioco e simulare una situazione consona al periodo con presenza di soggetti giovani.
Saranno questi, meno smaliziati a credere ai richiami e consentire qualche chance in più anche ai cacciatori neofiti.
Inizialmente si è soliti attirare l’attenzione degli uccelli usando sempre il fischio della femmina di germano in quanto, essendo abituati a sentire questa tipologia di canto, i selvatici saranno stimolati ed incuriositi verso la tesa.
I cacciatori più esperti che distinguono le anatre in volo richiamano gli uccelli con i relativi canti, facendo attenzione anche a differenziare ed adattare il verso alle situazioni; che sia un canto di benvenuto nei luoghi di sosta o un richiamo più squillante e veloce in prossimità dei campi di pastura.
La prudenza in ogni caso è d’obbligo, quindi chiamare secondo le proprie possibilità senza esagerare né improvvisare vani tentativi che soprattutto nel giorno di apertura costerebbero spiacevoli sorprese.
La soddisfazione nel vedere entrare nel gioco a tiro utile le anatre chiamate ed attirate correttamente sarà enorme, simile all’emozione di un mistero svelato e l’apprendimento di un linguaggio segreto che ci avvicina e quasi ci fonde con la natura e i selvatici che la abitano.
Se per qualche motivo imprevisto, e in ogni caccia spesso non mancano, qualcosa dovesse andare diversamente da come sperato, niente paura, la stagione è solo all’inizio e non mancherà modo di ritentare.
La gioia di essere tornati a godere del silenzio e del mistero, dei nostri ambienti illuminati dalle prime luci del nuovo giorno sarà la ricompensa immancabile per chi fa parte al di là di tutto del popolo dei cacciatori.