Sauer 303

Sauer 303
Il caricatore della semiautomatica Sauer 303 è monofilare, scelta obbligata per la carcassa “slim” dell’arma

I progettisti e i tecnici Sauer hanno lavorato alacremente su questo complesso progetto, senza badare a tempi e spese, motivati da una buona fetta di mercato papabile, nonché dal pungolo della concorrenza con le due rivali storiche di “casa”, Heckler&Koch (oggi Haenel) e Merkel. Negli ultimi cinque anni ho avuto la possibilità di seguire l’evoluzione di quest’arma dalle sue prime versioni sino a quella 2012. E, fatto importante, l’ho potuta testare direttamente in diversi contesti venatori, in particolare in Italia e in Svezia. Dunque, una serie più che sufficiente di test per fornirvi tutti i necessari parametri di giudizio e di interesse circa questa semiautomatica di lusso.

Sauer 303
Il mirino è in fibra ottica rossa ed è regolabile sia in alzo che in deriva tramite due viti a brugola

Caratteristiche tecniche

La 303 è una carabina semiautomatica con sistema a presa di gas fisso, ovvero con foro di recupero gas non regolabile, manualmente o auto che possa essere, e sistema di riarmo a doppia asta d’armamento. Da questo punto di vista – e solo questo, a dir la verità – Sauer ha percorso una strada tradizionale, confidando quindi sulla bontà di una lunga (e dispendiosa) serie di test con l’intero parco munizioni disponibili, calibro per calibro, in modo tale da trovare il compromesso ideale perché l’arma poi riuscisse a riarmare correttamente il maggior numero di munizionamenti sul mercato. Tale soluzione, ha ovviamente i suoi pro e i suoi contro: da una parte – quella dei pro – possiamo dire che un sistema “fisso” evita all’utente di dover necessariamente ricorrere all’armaiolo nel caso in cui desideri passare all’uso di cariche o troppo al di sopra o troppo al di sotto di un preciso standard o range di funzionamento, previsto in origine dalla casa costruttrice; dal lato dei contro, invece, si deve precisare che tale sistema tende, proprio per una questione di sua natura concettuale, a escludere qualche munizionamento in particolare, che il sistema stesso proprio non tollera come, ad esempio, con le munizioni militari Full Metal Jacket (munizioni non da caccia).

Sauer 303
Sul tulip è stato fissato un sistema di aggancio-sgancio della cinghia ultrarapido. La tacca di mira è regolabile soltanto in deriva

Vediamo adesso, in sintesi, le principali caratteristiche della Sauer 303.

Da un punto di vista estetico, la 303 assomiglia tantissimo alla 202, bolt action cavallo di battaglia della ditta tedesca. Di diverso c’è solo l’astina, che nella 303 ha un raffinato tulip finale. Tutto il resto è davvero simile, se non uguale, il che è cosa buona e giusta, visto che la S202 è considerata una delle più belle armi rigata di serie in commercio. La calciatura è in legno di noce di buona qualità (anche questo mutuato dalla 202) con belle venature anche nel modello standard. Il calciolo è spesso e piuttosto morbido, come si conviene a un’arma camerata anche in calibri potenti.

Sauer 303
La tacca di mira della Sauer 303 è molto grande e completamente verniciata in giallo. L’acquisizione del bersaglio risulta perciò molto rapida e precisa grazie al contrasto col rosso del mirino

Sia imbracciandola per tiri d’istinto sul cinghialino e sull’alce correnti, sia tenendola ben stretta sul bench rest al poligono, l’arma, dotata di calcio a pistola e asta lunga a “U” sottile, è risultata ben bilanciata, confortevole e velocissima nell’acquisizione del bersaglio, a un’ampia gamma di diverse dimensioni fisiche.

Sia la calciatura che la meccanica sono finite con uno speciale trattamento superficiale antigraffio e anti meteo, denominato Nitrobond X, il quale mette l’arma, e l’utente, al riparo delle nocive azioni di pioggia, neve, umidità, sbalzi di temperatura e spine.

La carcassa è stata ricavata dal pieno, mentre tutte le altri parti meccaniche sono di design modulare.

Sauer 303
Lʼotturatore della Sauer 303 in chiusura

Il primo sistema innovativo introdotto dalla Sauer nella 303 si chiama Intra Lock: si tratta di un sistema di sicurezza che si attiva automaticamente sul percussore qualora l’otturatore non sia chiuso al 100%. In testa alla camera di cartuccia sono stati ricavati quattro recessi che ospitano i quattro tenoni di chiusura dell’otturatore. Il blocco otturatore-percussore è davvero massiccio, direi imponente, caratteristica che se da un lato fa piacere in termini di affidabilità e sicurezza, dall’altra aggiunge pesi e masse da dover portare sulla spalla e da dover muovere per i gas di recupero.

Sauer 303
La carcassa della Sauer 303 è la più sottile e slanciata tra quelle mai viste della categoria il che la rende leggera ed estremamente maneggevole nell’acquisizione del bersaglio

L’arma ha un peso che definirei medio per la categoria: il modello da me testato, camerato in calibro .300 Winchester Magnum (Matricola R000400), e dotato di canna da 51 centimetri, pesa infatti 3,250 kg. 

Tuttavia, la distribuzione dei pesi e la localizzazione del baricentro dell’arma, farebbero presupporre un peso dell’arma assai più pesante di quello che invece si sente sulle braccia e sulla spalla, segno di un ottimo lavoro eseguito da Sauer, in fase di ergonomizzazione della carabina.

L’utente oggi può scegliere tra due diverse lunghezze di canne, ovvero 51 o 56 cm, sia per i calibri standard che per quelli magnum. Una possibilità intelligente, direi, perché calibri come il .300 WM e il 9,3x62 necessitano di una lunghezza di canna minima di 56 cm per poter rendere al meglio.

Sauer 303
La capacità del serbatoio della Sauer 303 varia secondo il calibro e le leggi vigenti
Sauer 303
Nel modello camerato per il superclassico calibro .30-06 Springfield la capacità del serbatoio è di quattro cartucce più la quinta in canna

La carabina semiauto Sauer 303 è, quindi, da considerarsi quale l’arma da battuta più curata e costosa dell’intero settore. Il famoso costruttore tedesco non ha lesinato su tempi e importi d’investimento per costruire un’arma all’avanguardia. Oggi è disponibile con due diverse tipologie di mire per battuta, ovvero con bindella o con tacca di mira regolabile e con due nuove calciature che affiancano quelle standard in legno: la calciatura sintetica, denominata Classic XT, in color marrone/oliva con utili inserti grippanti in elastomeri, e una in legno tipo Thumbhole, denominata GTI disponibile anche con freno di bocca integrale. 

Il serbatoio è del tipo estraibile e monofilare. Sono disponibili serbatoi da 2, 3, 4, 5 e 10 colpi secondo il calibro e le norme vigenti.

Come nella 202, il bottone di sgancio del serbatoio si trova nella parte anteriore dello stesso, nella pancia dell’astina. Nella parte posteriore del serbatoio, invece, si trova il piccolo bottone di sgancio dell’otturatore: seppur piccolo e in posizione “anomala” il suo azionamento è semplice e sicuro.

Sauer 303
Lo scatto della Sauer 303 è uno dei punti di forza dell’arma poiché peso e azione risultano più da bolt action che da semiautomatica, il che ne migliora notevolmente la precisione

Assai vasta la disponibilità di camerature, segno di un ottimo equilibrio tecnico-funzionale del prodotto: 7x64, 8x57JS, .30-06 Springfield, 9,3x62, e .300 Winchester Magnum. Sia per i calibri standard che per i magnum sono disponibili la canna da 510 mm e quella da 560 mm: peso medio, 3250 grammi.

La canna della 303 risulta completamente flottante, realtà che si traduce in un livello generale di precisione dell’arma davvero alto.

Il gruppo scatto della 303 è un vero gioiello di meccanica: siamo davanti non soltanto a qualcosa di notevolmente superiore per la categoria, ma addirittura a un sistema che si può porre al di sopra della maggior parte di quanto sinora costruito sul tema, ovvero anche al di fuori del concetto di arma semiautomatica. Si tratta di un grilletto con sistema di sgancio a un solo stadio, regolato in fabbrica a soli 1300 grammi, con precorsa minima, senza incertezze, senza grattate d’alcun tipo, senza scalini. Meraviglioso.

Anche questo vantaggio tecnico, si aggiunge al calderone della precisione globale, davvero strabiliante, della 303.

Sauer 303
Il serbatoio è del tipo estraibile mediante sistema di sgancio rapido tramite apposito bottone

Nei pressi della presa di gas, situata a circa 33 cm dalla camera di cartuccia, si trova il sistema Smart Tube, ovvero un unico blocco che concentra presa gas, blocchetto-guida aste d’armamento e vite porta astina. L’aver riunito in un unico punto le tre parti si traduce in due vantaggi: bilanciamento dei pesi dell’arma e solidità d’insieme, a ulteriore vantaggio della precisione totale della 303.

Sopra il blocchetto di presa di gas è situata la tacca di mira: a me questa soluzione non è piaciuta per nulla, poiché vibrazioni e calore dilatante possono agire negativamente sull’azzeramento dell’arma – seppur soltanto nel caso di più di tre colpi esplosi.

Sauer 303
Il costruttore tedesco ha scelto di posizionare il bottone della sicura direttamente sulla parte posteriore della carcassa per un rapido azionamento col pollice
Sauer 303
La sicura del Sauer 303 disinserita

La sicura dell’arma è stata realizzata con un massiccio cursore verticale a triangolo, dotato di bottone di blocco/sblocco situato sul vertice mediano del triangolo. Il cursore è stato posizionato sulla parte posteriore alta del castello, sopra l’impugnatura della pistola, in modo tale da essere ingaggiato o disinserito dal pollice della mano che impugna l’arma. Il bottone funge da blocco del cursore per riportarlo dalla posizione “Fuoco” a quello di “Sicura inserita”. Il tutto è facilmente azionabile anche con dito guantato, tuttavia ci vuole un po’ di forza a muovere il cursore: riguardo la sua silenziosità d’azionamento decantata dalla Sauer con tanto di sistema brevettato, l’S. C. S. (Silent Cocking System), va detto che ciò è vero a patto di riuscire a prenderci la mano nella fase di sblocco, poiché una volta schiacciato il bottone va tenuto premuto a fondo il cursore per farlo scivolare all’indietro piano piano; altrimenti, se sfugge, il “clack” è inevitabile.

Sauer 303
L’eccezionale ergonomia della Sauer 303 si può facilmente apprezzare montando punti rossi e ottiche a bassi ingrandimenti

Anche l’otturatore può essere portato a fondo corsa a mano, senza quindi produrre alcun rumore d’avviso ai selvatici: tuttavia ci si deve allenare a portarlo a fondo corsa sino alla sua chiusura totale, altrimenti sul selvatico si fa “click”.

Sauer 303
Per la sua 303 Sauer ha scelto la strada degli attacchi proprietari con slitta integrata

Mire e ottica

Come accennato, Sauer offre due pacchetti di mira per la sua 303: il primo è formato dalla classica bindella da battuta regolabile solo in deriva e mirino rosso fluo regolabile con sistema micrometrico sia in alzo che in deriva. Il secondo è composto da una tacca di mira a foglia triangolare, colorata in giallo fluo, regolabile in deriva, e da un mirino rosso fluo regolabile con sistema micrometrico sia in alzo che in deriva. L’arma delle mie prove era dotata di questo secondo sistema di mire metalliche, il quale è sufficientemente preciso per tiri entro i 60 metri.

Tuttavia, Sauer per questa sua 303 ha progettato un sistema di integrazione con apparecchi ottici, denominato Isi Mount, il quale consiste in una rail integrata sottoforma di cassa fresata con mini rotaie tipo Weaver, formate da due intagli posteriori e tre anteriori. 

Sauer 303
La pala del calcio è dotata di splendido appoggia guancia dotato di rialzo centrale a mo’ di Montecarlo

I tecnici Sauer hanno trovato le misure giuste delle scanalature longitudinali in modo tale da garantire il montaggio di qualsiasi tipo di ottica presente attualmente sul mercato. Il lavoro meccanico risulta di grande qualità e robustezza. Visto che le prove a caccia erano orientate sulla battuta in territori molto ampi, quindi con tiri medio-lunghi, Sauer ha deciso di equipaggiare le armi del test con un’ottica a bassi ingrandimenti di grande qualità, la Zeiss Varipoint T* Victory 1.1-4x24 mm dotata di red point. Al fine di garantire la massima solidità al gruppo attacchi-basi fisse sulla carcassa in modo tale da avere sempre lo stesso punto di impatto anche in caso di smontaggio, Sauer ha adottato il sistema SecurLock, davvero preciso ed efficace. Particolarmente gradito dal tester è stato il trattamento delle lenti dello Zeiss denominato LotuTec, il quale riduce notevolmente l’accumulo di sporco, polvere e umidità sulle lenti, vantaggio apprezzabile quando si va a caccia d’inverno a queste latitudini, temperature e ambienti.

Sauer 303
Generoso e tecnologico il calciolo della Sauer – affidato alla famosa casa statunitense Pachmayr – capace di attutire al massimo il rinculo dei calibri più potenti

Per il resto, davvero poco da dire sulla qualità globale del Varipoint, da considerarsi al top della categoria quanto a nitidezza e luminosità delle lenti e precisione nei meccanismi di alzo e deriva del punto rosso.

Per quanto riguarda la munizione usata per il test,  Norma da molto tempo ormai segue con molta attenzione e collabora fattivamente con lo Staff Sauer in ogni loro nuovo progetto, sinergia che porta entrambe le Case all’acquisizione di reciproche e interessanti esperienze. Per il test della 303 in .300 Winchester Magnum, Norma si è orientata sulla palla Oryx da 200 grani, granitura e struttura in grado di assicurare buona tensione di traiettoria e ottimo potere d’arresto. 

Sauer 303
La bella rosata del Sauer 303, ottenuta con cartucce Norma in calibro .300 Winchester Magnum, alla distanza di 80 metri

Durante le mie lunghe sessioni al poligono ho potuto constatare l’eccezionale precisione di questa 303. Eccezionale, in questo caso, significa dire che esistono pochi, anzi pochissimi, bolt action di serie che possono competere con essa. A questo risultato concorrono più fattori: canna corta ma spessa; canna flottante; riduzione dei pezzi; scatto eccellente; solidità generale. Almeno, naturalmente, nel calibro da me sottoposto a test, ovvero il .300 Winchester Magnum. Sparando alla distanza di 80 metri, su rest, sono più le volte che si fanno due buchi o un buco solo: di questo sto parlando. Se, in più, si tiene di conto che a tale risultato si accede con un calibro così rabbioso e difficile, quale il .300 Winchester Magnum, per di più camerato in una canna da soli 51 cm, il resto ve lo potete immaginare da soli.

E di più, qui, non c’è altro da aggiungere, se non ripetermi sul fatto che, effettivamente, una canna da 56 cm darebbe la perfezione a questo insieme.

Sauer 303
Lʼautore con la Sauer 303 durante le prove sul campo venatorio

A caccia di ungulati in battuta

Gli ambienti di caccia dei test si presentavano piuttosto eterogenei quanto a natura del terreno, dunque ideali per testare a fondo una semiauto da battuta: si passava da poste su altane situate a “guardia” di campi lunghi oltre 300 metri delimitati da boschi di querce e betulle, ad appostamenti in mezzo a boschi fitti di abeti e larici. Pertanto, ho potuto provare l’arma in tutte le situazioni di tiro possibili e immaginabili in battuta; di stoccata, mirato, d’accompagnamento a precedere e a sorpassare, fatto questo dovuto anche alla possibilità di tiro a specie di selvatici dalle caratteristiche di movimento assai diverse: cervi, daini, cinghiali, alci e volpi. L’arma, corta e snella, consente l’acquisizione del bersaglio in maniera rapida e precisa; lo scatto, poi, dolce e veloce, consente una ripetizione dei colpi in rapida successione: peccato che l’eccessivo rilevamento dell’arma, dovuto al calibro, limiti questa sua natura “veloce”. Il rinculo, comunque, è bel limitato dal calciolo, un bel Pachymair Decelerator.

Particolarmente ottimali, davvero, gli accoppiamenti con l’ottica da battuta Zeiss e con la munizione Oryx della Norma che ne hanno esaltato le prestazioni globali.

Considerazioni finali

Per quello che ho potuto testare con mano durante tre anni di test sul campo, affermo che siamo chiaramente di fronte a un’arma che farà sussultare più d’una sedia tra gli uffici delle armi concorrenti, sebbene il freno di un alto costo d’acquisto, rispetto alle armi di grande serie, possa limitarne un po’ la diffusione.

Ma questa non è – né vuol essere – un’arma di grande serie, quanto piuttosto una semi-custom di limitata produzione commerciale.

Fatta per gli intenditori, insomma.

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