
Un luogo affascinante, ricco di storia e di tradizione venatoria, l'altopiano dei sette comuni. Capace di ispirare con i suoi paesaggi e i suoi selvatici i pensieri e le parole di Mario Rigoni Stern, il sergente cacciatore che ha saputo raccontare con la stessa attenzione e delicatezza le atrocità della guerra e le bellezze della natura. Un pensiero costante quello della caccia per il grande scrittore, un appiglio sicuro, uno sguardo gentile sul mondo in grado di resistere alla tragedia della guerra riuscendo a cogliere nel continuo flusso delle stagioni lo scorrere della vita e delle speranze anche nei momenti più bui. Asiago e la sua casa natale distano pochi chilometri dal luogo in cui siamo ospiti di Maurizio, appassionato cacciatore che continua a custodire e portare avanti con impegno l'appostamento fisso di caccia dove con il nonno aspettavano i primi tordi della sua infanzia, che da quelle parti arrivano già alla fine di settembre. Siamo nella prima decade di ottobre e Maurizio con largo anticipo sulle prime luci del giorno attende il nostro arrivo, alla luce di una luna piena che illumina i prati e il piccolo borgo di Camporovere di Roana. Dopo i primi saluti raggiungiamo la stanza in cui custodisce la sua batteria di richiami e ci avviamo verso l'appostamento per allestire la tesa nei vari punti predisposti per l'alloggio delle gabbie.
L'alba che sopraggiunge nel frattempo è limpida e promettente, la sua luce calda inizia a dare forma ai boschi e i prati che ci circondano. I richiami diffondono i loro canti saturando l'atmosfera di aspettative mentre Maurizio visibilmente emozionato prepara il fuoco della stufa che in un attimo riscalda il capanno e carica i fucili. Sono i tradizionali sovrapposti combinati di piccolo calibro .410 e calibro 20 mentre noto che le cartucce pronte all'uso sono le Baschieri & Pellagri Low Noise, cartucce silenziate con carica ridotta, dedicate appositamente a questa tipologia di caccia. Con una dose ridotta e una velocità minore il rumore dello sparo è molto contenuto e non disturba sia i selvatici che i richiami, assicurando nei tiri alle brevi distanze davanti all'appostamento degli abbattimenti immediati e sicuri fino ai 20 metri. I primi ad arrivare confondendosi con i colori del prato sono i tordi bottacci che si avvicinano al tunnel in cui i richiami di Maurizio si muovono liberamente destando curiosità. Arrivano poi i merli, più diffidenti, e per questo sempre ben coperti dai rami del vecchio acero, ancora molto ricco di foglie. La calma intorno all'appostamento è totale e soltanto qualche fucilata, fra l'altro silenziosa di Maurizio interrompe per qualche attimo la quiete del primo mattino. Sono sempre così i luoghi in cui sorgono gli appostamenti dei cacciatori, curati in ogni dettaglio, mantenuti con metodo in un ordine impossibile da trovare altrove. L'erba tagliata del prato consente ai selvatici del luogo di trovare pastura e al cacciatore di recuperare i tordi. Una lepre infatti passeggia indisturbata intorno ai richiami prima di prendere la via del suo covo alle prime luci dell'alba.

Mentre attendiamo con pazienza abbiamo modo di osservare tanti piccoli uccelli giungere e approfittare della ricchezza del luogo. Pettirossi, pispole, fringuelli, si alternano fra i rami dei sorbi e il prato. Tutto ciò che lascerebbe quasi indifferente la maggior parte del mondo, è priorità assoluta per il cacciatore che gode nel vedere il suo territorio ricco di selvatici, anche se sono altri quelli a cui dà la caccia. Un benessere incomprensibile se non si ha quel legame intimo con un territorio facendone parte insieme ai suoi animali.
Le ore scorrono lente e le fasi più concitate sono sempre quelle iniziali quando i tordi arrivano spesso insieme e non è semplice per il cacciatore individuare immediatamente il tiro migliore da fare. La poca luce dell'alba soprattutto per i tordi che scelgono di arrivare nel prato confonde i contorni e seppure i selvatici sono quasi fermi occorre essere rapidi e precisi. Potendo soltanto partecipare osservando lo svolgimento della caccia, cerco di avvertire Maurizio dell'arrivo di alcuni tordi, ma nelle piante in foglia se non si coglie il momento esatto è difficile poi individuare i selvatici immobili per qualche attimo prima della ripartenza. Le occasioni comunque non mancano e Maurizio mi spiega che anche riconoscendo le possibilità limitate di un appostamento che non si trova in montagna circondato da un bosco, è comunque soddisfatto delle sue giornate di caccia, vissute nella tranquillità del suo paese e dell'altopiano coltivando con orgoglio un'antica tradizione a cui è stato introdotto dal nonno. Il crepitio della legna nella stufa accompagna il buon profumo di caffè e verso le 10 del mattino decidiamo di smettere per uscire a recuperare i tordi presi. Le operazioni di recupero sono piuttosto semplici perché il luogo di caccia molto simile a un giardino consente la vista immediata dei selvatici a terra e nulla va mai perduto. Il risultato della caccia è positivo ma lo è ancor di più aver conosciuto l'ospitalità di un ragazzo che nel tempo libero sceglie di dedicarsi alla custodia di un piccolo pezzo di mondo di cui qualcuno gli ha trasmesso l'importanza trovando la piena disponibilità di Maurizio a mantenerlo tale.
Video: Caccia ai tordi in appostamento
A caccia con le cartucce Baschieri & Pellagri Low Noise

Le cartucce silenziate Baschieri Low Noise che questa giornata di caccia ci ha dato opportunità di conoscere sul campo sono disponibili nel calibro 12 nel calibro 20 e nei più piccoli calibro 28 e .410. Dedicate a chi svolge caccia da appostamento e tiri ravvicinati intorno ai 10/15 metri, hanno dimostrato di essere affidabili anche a distanze maggiori intorno ai 20 metri con il calibro 20 utilizzando il piombo numero 10. Queste cartucce hanno dimostrato diversi aspetti tecnici positivi. La loro funzione principale è quella di non spaventare i richiami che si trovano in prossimità degli appostamenti e i selvatici che arrivano, ma utilizzandole si apprezza anche la stabilità del fucile per totale assenza del rinculo grazie a una dose dimezzata e minore pressione. Inoltre all'interno degli appostamenti solitamente chiusi su tutti i lati e di piccole dimensioni è molto confortevole l'utilizzo di queste cariche anche per il cacciatore che cacciando da solo o in compagnia non risente degli effetti acustici negativi dovuti allo sparo, potendo godere le sue giornate restando concentrato e senza accusare traumi uditivi. Non solo, per gli stessi motivi, queste cartucce possono rivelarsi oltre alla caccia da appostamento anche molto indicate per l'addestramento dei giovani cani, abituandoli gradualmente e senza stress al colpo di fucile. Le cartucce Low Noise vengono caricate nel calibro 20 che abbiamo utilizzato con dose da 26 grammi di piombo temperato nero in bossolo da 67 mm e sviluppano una velocità media di circa 240 m/s corrispondente alla metà della velocità delle normali cariche ma perfettamente in grado di essere letali sulla piccola selvaggina a brevi distanze con abbattimenti immediati dei selvatici che non vengono assolutamente sciupati dalla fucilata, aspetto fondamentale poi per l'impiego finale della selvaggina in cucina. Le cartucce silenziate Baschieri Low Noise si trovano anche all'interno della linea Extra Rossa per i piccoli calibri con dose da 18 grammi per il calibro .410 e con dosi da 32 grammi in piombo 8 o piombo numero 9 per il calibro 28.




