Calzature ARMOND: una ciliegina sulla torta

C’era una volta… Le fiabe, ma anche le storie come questa, iniziano sempre così. In questo caso, non ci sono lupi o streghe cattive da temere, oppure draghi sputafuoco da combattere. C’era una volta un ragazzino di appena tredici anni che a differenza di oggi (e questo dovrebbe far riflettere e non poco) anziché pensare a correre dietro a un pallone, doveva contribuire all’economia famigliare e come tanti bambini dell’epoca, andava a fare l’apprendista in una fabbrica di scarpe locale. Se una paghetta ci fosse stata, non avrebbe potuto che essere minima, ma il valore più importante era rappresentato dall’apprendimento di un mestiere come obiettivo futuro di maggior gratificazione personale. Non c’era sfruttamento minorile, bensì gratitudine profonda nei confronti del mastro che accoglieva il ragazzo e al quale trasmetteva i suoi insegnamenti partendo dai lavori più umili fino ad arrivare alle attività di maggior prestigio sempre che l’apprendista in questione, mostrasse impegno e passione per ciò che faceva. 

Il signor Armando Mazzarolo era uno di questi ragazzini diventati presto uomini, sotto il carico della responsabilità di dover portare a casa il famoso pezzo di pane indispensabile per tirare avanti la famiglia con qualche beneficio in più rispetto ad altri. Il percorso di formazione professionale è proseguito di pari passo all’età e con essa, la passione e la consapevolezza di voler caparbiamente mettere a frutto le sue conoscenze nel settore artigianale calzaturiero. Un settore che caratterizza le zone del Trevigiano nella stessa Maser, nel distretto di Montebelluna. 

Il modello 2300 GAVIA HT, uno scarpone Armond molto apprezzato per il suo armonioso equilibrio tra robustezza e calzabilità.

Armond, la nascita di un marchio

Nel 1966 nasce così la ARMOND le cui prime lavorazioni venivano eseguite in una cantina buia, fredda e umida nella quale lo stesso signor Armando, divenuto ormai esperto nella fabbricazione di scarponi da montagna, aiutato da altri due collaboratori, realizzava calzature totalmente fatte a mano, dal ritaglio del pellame, alle cuciture delle stesse, fino ad arrivare al prodotto finito. Non era tanto, perché all’epoca le vendite avvenivano quasi esclusivamente in zona. Non c’erano Internet e tutti i Social media che oggi permettono di avere una vetrina mondiale sempre aperta, ma rappresentava comunque l’inizio di una era di sviluppo che è continuata fino ai giorni nostri e che sta proseguendo in una staffetta generazionale costellata di traguardi raggiunti e di progetti futuri ambiziosi.

Nel 1998 il sig. Armando passa il testimone a sua figlia Consuelo e a suo marito Fabio. Mentre la stessa Consuelo è cresciuta in un contesto diverso per generazione e tecnologia applicata alla produzione, ma sempre nel solco della tradizione famigliare, il marito Fabio, proveniva da una famiglia di allevatori ma con un forte desiderio di fare impresa. 

In ogni caso, è gente laboriosa, abituata ad alzarsi presto e a rimboccarsi le maniche per produrre benessere economico non solo per sè ma anche per altri, dai semplici collaboratori interni ed esterni ed anche per l’indotto che qualsiasi attività artigianale o industriale si porta dietro. 

Oggi l’azienda ARMOND è ormai una realtà affermata, con un segmento di mercato estero (Inghilterra, USA) molto importante e apprezzato per la qualità dei suoi prodotti totalmente Made in Italy, dai materiali di base come il pellame, passando per le ormai note suole in Vibram, fino ad arrivare agli elementi per il confezionamento finale. Questo valore aggiunto, del quale Consuelo e Fabio vanno giustamente fieri, è un elemento caratterizzante per chi in questo mondo di globalizzazione e di facili guadagni a scapito della qualità, ha un concetto diverso di fare impresa.

In questa fase di lavorazione si usano fustelle metalliche in diverse forme, per creare i componenti per la produzione degli scarponi, partendo dal pellame di vari spessori e colore.

Una visita alla Armond a Maser (TV)

Fare una visita alla ARMOND e osservare da vicino come nasce uno dei loro scarponi, apprezzare anche se da profani, la cura e la meticolosità di ogni singola fase produttiva, il perfetto sincronismo di un lavoro artigianale che vede nella passione ed esperienza di chi ci lavora, un elemento di distinzione, non può che stupirvi piacevolmente e far comprendere al meglio quale possa essere la differenza sostanziale tra un prodotto artigianale e uno industriale realizzato magari oltre confine e di conseguenza, anche la differenza di prezzo.

Vedere, quasi accarezzare, il pellame prima di decidere dove posizionare la fustella per il taglio in pressa, è un rituale apparentemente automatico ma che nasconde in sé una precisa motivazione. Così facendo, l’addetto a questo delicato compito (che non è mai un giovane, ma un veterano di esperienza consolidata) percepisce la consistenza della pelle, ne individua difetti - come, ad esempio, un quasi impercettibile solco procuratosi dalla bestia sfregando su un filo spinato - e quindi destina il pezzo realizzato ad una particolare zona della calzatura anziché ad un’altra. Questo perché in uno scarpone, non tutte le zone sono sollecitate allo stesso modo e non tutte le parti sono soggette alla medesima usura. Dietro la loro costruzione c’è uno studio profondo che parte da una estetica del prodotto finito inteso come forma, colori, logo, inserti ecc. fino alle caratteristiche peculiari pensate e valutate per ogni singola attività che sia essa di outdoor, venatoria, professionale o altro. 

Come nel caso di questa scarnitrice, non tutte le cose vecchie sono da buttare. La macchina in questione non fa bella mostra di sé ma viene quotidianamente utilizzata nella normale linea di produzione.

Le attrezzature per la produzione degli scarponi sono quanto di meglio disponibile nel settore. Alcune di queste dispongono di un controllo intelligente per agevolare il lavoro degli addetti, ma anche per ottenere una maggiore precisione del componente in lavorazione. 

Non mancano però alcune apparecchiature come le definisco io “Amarcord” come la scarnitrice, che ha oltre 50 anni e che la signora Consuelo utilizzava da ragazza. Oggi non più lei, ma sono alcune delle sue collaboratrici a utilizzare questo strumento per ridurre lo spessore della pelle nel punto di sovrapposizione in fase di assemblaggio e cucitura. Questa operazione, ovviamente ben studiata, consente di ridurre al minimo un punto di potenziale frizione e sfregamento del piede alla scarpa.

Video: Visita all'azienda Armond


Oggi la ARMOND impiega circa cinquanta persone che lavorano stabilmente per loro e altre sparse in diversi laboratori di zona che producono seguendo tassativamente il “disciplinare ARMOND” per avere sempre e comunque la medesima qualità. Ai dipendenti e collaboratori diretti e indiretti, si aggiungono gli stessi Fabio e Consuelo, supportati dai loro figli Lucia e Davide, in attesa dell’ingresso del terzo figlio Samuele, non ancora maggiorenne ed in attesa di decidere sul suo futuro lavorativo. Mentre Lucia si occupa con garbo e competenza della programmazione, il fratello Davide è impegnato alacremente nei vari settori di produzione, dando esempio di volontà e modestia senza mai atteggiarsi a “figlio del padrone “. A questi ragazzi va tributato un giusto plauso e augurato loro un futuro pieno di soddisfazioni perché nulla succede per caso…

Questa impronta famigliare, caratterizza la ARMOND così come l’atmosfera che si tocca con mano nel vedere l’empatia tra titolari e dipendenti, come se fosse una famiglia allargata sempre nel dovuto rispetto tra ruoli e responsabilità.

Nella foto possiamo ammirare lo scarponcino da trekking avvicinamento modello SANGIORGIO 175 in questo caso nella colorazione avorio ma disponibile anche in verde, blu e rosso, del peso di 665 gr a scarpa.

Come sempre nulla accade per caso. È prassi consolidata in ARMOND tenere sempre alta l’attenzione verso l’utente finale, recependo anche eventuali critiche. ma allo stesso tempo, preziosi suggerimenti da vagliare sotto l’aspetto progettuale per poi tramutare il tutto in un prototipo e per completare il ciclo, in un prodotto finito e commercializzato. La capillare rete di distribuzione degli scarponi ARMOND abbraccia tutte le regioni e quindi, dai vari distributori in esse operanti, riceve i feed back sui quali ragionare e prendere adeguati spunti finalizzati alla soddisfazione del Cliente.

Da tutta una serie di indicatori, è evidente che la ARMOND sta crescendo in maniera armoniosa, senza particolari voli pindarici ma con la giusta determinazione imprenditoriale. Da convinti sostenitori del Made in Italy e ultra-convinti che il motore trainante dell’economia nazionale sia caratterizzata in gran parte da piccole e medie imprese come la ARMOND, auguriamo loro un futuro pieno di soddisfazioni e consigliamo a tutti gli amici cacciatori, soprattutto a quelli che ancora non conoscono il marchio ARMOND, di vedere e di acquistare i loro articoli.

La famiglia è stata da sempre, il primo nucleo di una società sana e in ARMOND questa caratteristica è un elemento caratterizzante fortemente voluto in quanto frutto di una passione comune.

Il mondo dell’outdoor è in continua evoluzione ed in particolare i cammini di trekking stanno avendo un riscontro non indifferente. La Via Francigena, Il Cammino di Francesco, Il Cammino degli Dei, Il Cammino dei Borghi Silenti, giusto per citarne alcuni, richiamano ormai migliaia di camminatori le cui esigenze sono quelle basiche ma non scontate, di avere ai loro piedi, buone scarpe e piedi sani. Anche su questo fronte, ARMOND in linea con le sue origini saprà come venire incontro anche a questa fetta di clientela.

Tre generazioni in movimento. Una squadra giovane e unita per raggiungere un unico obiettivo. I valori della famiglia trasferiti nell’azienda. Tradizione e innovazione caparbiamente e orgogliosamente nel solco del Made in Italy. 

Tutto questo è ARMOND.

Un team di successo, batte con un solo cuore (Anonimo)