Intervista a Pierluigi Borgioni, candidato alla presidenza UITS

Il candidato del Comitato ALTERNATIVA TSN-UITS al ruolo di Presidente dell'Unione Italiana Tiro a Segno per il quadriennio 2017-2020 Pierluigi Borgioni risponde alle domande di all4shooters. 

Le sue risposte danno un chiaro quadro di quanto, se venisse eletto, Borgioni intende fare per migliorare ciò che c’è di buono nella UITS e cambiare quello che invece non va, sanare i problemi che affliggono molte sezioni e rilanciare i TSN, anche aprendo a nuove discipline di tiro. 

Nell’intervista, Pierluigi Borgioni tocca anche argomenti come i rapporti della UITS con le altre federazioni, principalmente la FITAV ma non solo, e il suo passato nell'Area armi ed esplosivi del Ministero dell'Interno.

Quale prevede che sarà il suo primo atto formale come Presidente dell'Unione se dovesse essere eletto? 

Pierluigi Borgioni 
Pierluigi Borgioni, candidato al ruolo di Presidente dell'Unione Italiana Tiro a Segno per il quadriennio 2017-2020

La prima cosa che vorrei fare da neo presidente sarebbe ridare dignità di ente pubblico all'UITS. 

Mi spiego; l'UITS, quando circa 10 anni fa si paventò il rischio della sua soppressione quale "Ente inutile", ribadì con forza la sua funzione pubblicistica, che le venne riconosciuta da tutte le Amministrazioni interessate (Difesa, Interno e MISE). Poi, però, una volta ottenuta la sua "salvezza", non si è mai comportata come la legge impone ad un Ente pubblico di comportarsi. Ecco, io vorrei pormi a capo di un Ente pubblico che sia tale non solo in teoria, ma soprattutto nella sostanza. Cosa significa questo? Semplice: trasparenza amministrativa in ossequio al dettato della legge 241/90; bilancio pubblico e regolarmente sottoposto a revisione ed approvazione; rapporti istituzionali con le altre Amministrazioni pubbliche; totale rispetto della legge; azioni sempre coerenti con la legge ed il rispetto dei cittadini.

Ci dica una cosa che vorrebbe cambiare subito dell'UITS e quale invece lascerebbe uguale

La prima cosa che vorrei cambiare sarebbe il ridare alle Sezioni la loro piena autonomia gestionale, da troppo tempo limitata dalle ingerenze dell'UITS. Cosa vorrei lasciare inalterato? Il personale che lavora a viale Tiziano 70, che ho avuto il piacere di conoscere ed apprezzare per le qualità umane e professionali.

Non è un mistero che i poligoni del TSN si stanno svuotando a vantaggio di quelli privati, una situazione che mette in imbarazzo l'UITS. Se sarà eletto presidente, come affronterà il rapporto dell'Unione con i poligoni privati?

Linee di tiro
Una immagine emblematica: linee di tiro vuote ad un TSN

I poligoni privati sono una bella realtà del nostro Paese e non debbono essere visti come una sleale concorrenza. 

Io sostengo che il mondo del tiro è unitario e tutti noi che ne facciamo parte apparteniamo alla stessa famiglia. 

Loro sanno far bene il loro lavoro e ne traggono beneficio. 

Noi dobbiamo imparare a fare meglio il nostro. Le Sezioni del TSN hanno indubbi vantaggi rispetto ad un poligono privato: solitamente sono in contesti più vicini al centro urbano; sono il primo luogo dove ogni appassionato di armi deve passare per entrare nel nostro mondo; hanno la possibilità di dare in comodato armi e vendere munizioni. Dobbiamo essere bravi a fare in modo che il cittadino trovi al loro interno un'offerta di servizi di qualità che lo induca a restarci.

Lei ha affermato che i poligoni devono aprirsi a tutti i generi di tiro, non solo quello accademico e che se lo facessero il numero degli iscritti aumenterebbe a dismisura. Condividiamo pienamente, ma resta il fatto che molte sezioni del TSN hanno pochi mezzi e poche strutture. Come pensa di risolvere in breve questa situazione?

Tiro dinamico
Il tiro dinamico oggi si effettua quasi esclusivamente nei campi di tiro privati

Molte Sezioni, specie quelle medio/piccole, hanno problemi di agibilità perché non hanno fondi per ristrutturare i propri impianti. Io vorrei lavorare su due fronti: il primo sarebbe quello da aprire con l'Ispettorato Infrastrutture, per cercare di giungere ad una rivisitazione delle DTP1 e DTP2, ormai obsolete ed inadeguate alla balistica delle armi oggi abitualmente usate nei TSN. 

So per certo che questa volontà da parte loro ci sarebbe. Basta sedersi intorno ad un tavolo, tra esperti di balistica, e discuterne. 

Il secondo prevede di convogliare tutti gli ingenti risparmi in bilancio che deriverebbero dal solo fatto di avere un presidente che vive a Roma, oltre ad altri tagli di spesa, a favore della ristrutturazione delle Sezioni che, per il loro numero di soci, non avrebbero mai le risorse economiche per affrontare tali spese. Poi vorrei creare un organo federale che studiasse seriamente il problema delle opere di adeguamento strutturale, per realizzare delle economie di scala, agendo a livello centrale.

Con la liberalizzazione delle armi a modesta capacità offensiva, migliaia di italiani ne hanno comprata una. Eppure nei poligoni non si vedono quasi mai tiratori usare questa “armi”. Pensa di fare qualcosa per attirare chi vuole sparare solo per divertirsi?

Ha detto bene: la gente ha voglia di divertirsi. Purtroppo, con il tiro accademico non ci si diverte, anzi, ci si stressa!!! Frequentare un poligono deve rappresentare un momento di svago e di relax. Chiunque faccia sport a livello amatoriale, lo fa solo per rilassarsi. Se nelle Sezioni si continuano ad imporre a queste persone le ferree regole dello sport olimpico, si otterrà solo il loro allontanamento. Se la gente si vuole divertire, noi la dobbiamo far divertire. Poi, se tra le 1000 persone che si avvicinano al tiro ludico, ce ne saranno 5 che vorranno proseguire sulla via dell'agonismo, allora solo a quelle insegneremo le tecniche e le regole del tiro a segno olimpionico, lasciando a tutti gli altri il piacere di divertirsi.

In Italia abbiamo l'anomalia di avere una federazione per il tiro a volo e una per il tiro a segno. Secondo lei è una situazione che in futuro potrà portare vantaggi o problemi? Prevedete di venirvi incontro per risolvere problemi comuni? (ad esempio con gli ambientalisti).

Tiratrice di skeet
Un'atleta di skeet sul campo di tiro

Ripeto, il mondo del tiro è uno solo. 

Chiunque usa come attrezzo sportivo un'arma da sparo o da fuoco per colpire un qualunque tipo di bersaglio, fa lo stesso sport. Poi, questo sport si suddivide in varie discipline, ognuna rappresentata dalla sua Federazione, ma dobbiamo essere consapevoli che apparteniamo tutti allo stesso mondo e che abbiamo tutti gli stessi problemi e che, quindi, dobbiamo lavorare insieme per risolverli. 

A me piacerebbe avere ottimi rapporti e collaborare con tutti quelli che nel loro sport usano le armi. Non solo FITAV, quindi, ma anche FITDS, FIDASC, FITLD, federazioni di atletica e sport invernali. Sarebbe bello, un giorno, poterci presentare tutti insieme, coesi e compatti, ai tavoli istituzionali, a rivendicare la tutela dei nostri associati (che sono veramente tanti e quindi meriterebbero grande rispetto e considerazione da parte del mondo politico)

Molti ricordano ancora con terrore il periodo in cui Giovanni Aliquò, dirigente dell'Area armi ed esplosivi del Ministero dell'Interno, condusse una feroce guerra personale contro le armi, arrivando a proporre la messa al bando delle Soft-Air. Ai tempi lei era il braccio destro di Aliquò. Ci convinca che ha cambiato idea....

Pierluigi Borgioni durante l'intervista di all4shooters.com
Pierluigi Borgioni risponde alle nostre domande durante l'intervista

Considero Giovanni Aliquò un amico oltre che un funzionario di Polizia dalle non comuni qualità professionali. Nessuno credo lo conosce come io l'ho conosciuto e posso assicurarvi che non è mai stato un bieco burocrate contrario alle armi. Anzi, Giovanni, grazie anche a me, nei 6 anni trascorsi insieme al Ministero, ha imparato a conoscere ed apprezzare il mondo delle armi, diventandone un grande appassionato. Ancora oggi spesso mi chiama per avere consigli su quale arma acquistare o far acquistare ad amici e colleghi. Lui è sempre stato un dirigente pubblico che ha voluto far rispettare le regole, ma al tempo stesso sempre aperto al dialogo ed al confronto. 

La porta del suo ufficio al Ministero è sempre stata aperta per tutti ed il suo numero di telefono diretto ce l'avevano tutte le associazioni di categoria e gli operatori del settore; gli stessi che oggi sono i primi a rimpiangere quel periodo!

Chi oggi critica il nostro operato di quel periodo, dimentica che è solo grazie a noi se oggi ogni tiratore sportivo può ottenere tranquillamente la sua licenza ex art. 47 TULPS per detenere 1500 cartucce, se non ha più bisogno di denunciare il reintegro delle munizioni o se in un TSN un presidente può far sparare anche un minorenne, senza rischiare di essere denunciato per la violazione dell'art. 20 Bis della legge 110/75.

La nostra fu una gestione molto attiva, e per questo molto criticata. Ma in quel periodo, quell'Area del Ministero godeva di grande considerazione ed era ascoltata in sede politica ed anche dalla Commissione Europea. Decidete voi se è meglio una gestione come quella attuale.

Non pensa che una delle prime cose da fare sia prolungare l’orario di apertura dei poligoni? In una grande città chiudere alle 17 significa di fatto impedire a chi lavora di andare a sparare....

Se il mio obiettivo è quello di restituire piena autonomia gestionale alle Sezioni, come potrebbe un Presidente federale imporre ai singoli presidenti di Sezione i loro orari di apertura e chiusura? Ognuno deve essere libero di gestire la sua sezione come ritiene più opportuno. Al più, l'UITS potrebbe dare dei suggerimenti per migliorare la gestione, ma mai imporre a tutti uguali comportamenti. Poi, debbo dire, per quella che è la mia esperienza, che ci sono presidenti molto lungimiranti che tengono aperte le loro sezioni anche la sera, proprio per consentire a chi lavora tutto il giorno di praticare il suo sport preferito.

Sempre in tema di poligoni: come è possibile che in una città come Milano si possa sparare al massimo a 50 metri? Come si può risolvere nell’immediato questo problema?

Linea di tiro a 25 metri
La linea di tiro a 25 metri di una sezione di tiro a segno nazionale

Io non conosco la realtà di Milano e non so quali siano i suoi problemi, ma se questo può consolarti, neanche a Roma si spara più a 50 metri!

I problemi di agibilità delle Sezioni sono molti; ho parlato solo pochi giorni fa con il presidente di Codogno. Per rendere agibili le sue linee a 300 m occorrerebbero interventi strutturali per oltre 2,5 milioni di euro, cifra improponibile per qualsiasi TSN.

La prima soluzione che si può trovare, è dialogare con l'Ispettorato Infrastrutture per individuare interventi di adeguamento degli impianti ugualmente validi, ma meno costosi.

In provincia di Latina è stato inaugurato un bellissimo campo di tiro a 500 m, i cui muri di contenimento sono stati realizzati con i covoni di paglia. Le prove balistiche realizzate hanno dimostrato che un solo covone è in grado di fermare un proiettile calibro .338 Lapua Magnum! Minima spesa massima resa!

Il lavoro che l'UITS dovrebbe fare è quello di proporre tecniche innovative che abbiano costi più contenuti ed aiutare economicamente le Sezioni a realizzare le modifiche necessarie per essere rese agibili.

E poi non va sottovalutata la strada delle "Sottosezioni". Chi ci impedisce di aprire una sottosezione in una cava, realizzando i muri laterali in terra riportata anziché in cemento? 

Cosa ne pensa del potere certificatorio delle Sezioni del TSN?

Tiratrice aria compressa
Tiro accademico con pistola ad aria compressa in una sezione TSN

Capisco la sua domanda, in quanto sul mio conto stanno circolando illazioni circa la mia intenzione di concedere la potestà certificatoria anche ai poligoni privati. Al riguardo, vorrei innanzitutto ricordare a chi nutre certi pensieri, che il Certificato di Idoneità al Maneggio Armi lo rilasciano i Presidenti delle Sezioni del TSN, perché così ha espressamente previsto la legge 110/75. Nessun presidente di federazione sportiva potrebbe avere il potere di modificare una legge dello Stato, riservato solo al Parlamento della Repubblica.

Non vi è dubbio, tuttavia, che anche altre federazioni sportive ambirebbero a vedersi attribuito il potere certificatorio.

Allo stato attuale, comunque, tale funzione pubblicistica non può che restare nelle mani delle Sezioni del TSN, non solo perché così è stato previsto dalla legge, ma soprattutto perché solo le Sezioni del TSN dispongono della competenza, degli istruttori, di impianti diffusi su tutto il territorio nazionale e la possibilità di fornire armi e munizioni, per poter assolvere a tale compito.

Il mio intento, semmai, è quello di trasformare questo potere certificatorio in una grande opportunità "commerciale".

Intendo dire che chiunque oggi abbia bisogno di un C.I.M.A., deve obbligatoriamente entrare in una nostra Sezione e conoscere il nostro mondo. Se in questo breve e necessario contatto, le Sezioni riescono a trasmettere una sensazione positiva, fatta di professionalità e competenza, offrendo all'utente non il "minimo necessario", ma un pacchetto di formazione articolato, questo potrebbe diventare un ottimo biglietto da visita per stimolare le persone a continuare a frequentare una Sezione del TSN.

In questa ottica, l'UITS dovrebbe porsi come ente preposto alla formazione, curando la preparazione degli istruttori preposti al rilascio delle certificazioni e pianificando con i presidenti un modello base di corso che possa apportare contenuti nuovi graditi alla nostra utenza.

In quanto ente pubblico, poi, l'UITS dovrebbe essere l'interlocutore principale del Ministero dell'Interno, per poter ribadire la necessità che questo potere certificatorio rimanga nelle mani delle Sezioni del TSN, luoghi deputati a tale scopo.