Le presse per la ricarica delle munizioni - seconda parte

Leggi anche: le presse per la ricarica delle munizioni - prima parte

Sei un vero appassionato di ricarica, quella seria?

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Presse da ricarica - Smart Reloader Mark XVI
La Smart Reloader Mark XVI è un classico esempio di pressa con telaio ad “O”

L’ergonomia e il design

La vera discriminante per la scelta di una pressa è la facilità di funzionamento e di messa in opera,  la sua comodità d’uso  e la sensibilità che viene offerta all'utilizzatore durante le fasi della ricarica. 

Nell'articolo precedente ho accennato alla Co-Ax della Forster, a mio avviso una delle migliori presse per quasi tutti i calibri, ma avete mai provato ad utilizzarla con un die “Instant indicator” della Redding? 

Impossibile, vero? E ancora, è impossibile utilizzare matrici con passo da 1,1/4”, ed è caldamente consigliato cambiare gli anelli di ritenzione dei dies con quelli sovradimensionati per garantire la giusta superficie di appoggio.
Questi sono solo alcuni degli esempi che affliggono questa splendida pressa, ma non crediate che le sorelle concorrenti siano esenti da problematiche; una pressa con telaio ad “O”, ad esempio, sarà sicuramente più rigida, ma offrirà al ricaricatore ben poco spazio di manovra e di visualizzazione del processo di ricalibratura poiché parte del telaio va a chiudersi frontalmente, inoltre, a differenza della Co-Ax che ha il braccio di leva posto centralmente e può essere utilizzata senza problemi anche dai mancini, il 99% delle presse con telaio chiuso hanno il braccio di leva sulla parte destra. 

Anche se può sembrare un dettaglio trascurabile personalmente preferisco utilizzare la mano forte (la destra) per maneggiare il bossolo piuttosto che il braccio di leva, e ho dovuto faticare parecchio prima di riuscire a trovare una pressa con una leva dal lato sinistro.

Non sottovalutate mai la facilità e la confidenza con cui riusciamo a operare con la nostra pressa, poiché ha un ruolo determinante nella riuscita di una buona cartuccia, facciamo un esempio: un tiratore che non presta la giusta attenzione a cosa sta succedendo dentro nella pressa mentre abbassa la leva (vuoi per una posizione scomoda, per pigrizia o per sua naturale disattenzione) potrebbe facilmente ritrovarsi ad effettuare le operazioni di ricarica abbassando troppo velocemente e con troppa forza, col risultato che il bossolo verrà sì ricalibrato, ma in maniera troppo violenta, e talvolta addirittura schiacciato.
Altri esempi potrebbero essere un abbassamento della leva a “strattoni” perché magari non riusciamo a effettuare il movimento in maniera corretta, oppure una variazione di velocità di abbassamento della leva per ogni bossolo.

Presse da ricarica - Hornady Lock-N-Load Ammo Plant
La Hornady Lock-N-Load Ammo Plant è una delle presse progressive più moderne ed efficienti sul mercato

Se pensate che queste variazioni possano influire poco o niente sulla bontà della ricalibratura del bossolo o peggio ancora sul posizionamento della palla nel bossolo, vi sbagliate di grosso. 

I movimenti andrebbero effettuati con calma e precisione, prestando attenzione ad ogni singola variazione di forza o di attrito che si incontra.  

Solo così si può “sentire” se ogni cartuccia è stata lavorata in maniera uniforme e uguale alle altre. 

Torniamo ora al discorso dell’ergonomia, vi sarà chiaro quindi che con uno strumento che vi fa sentire a vostro agio sarà più facile operare secondo questi criteri, ma soprattutto che anche volendo utilizzare una pressa di fascia alta, se non viene utilizzata come è opportuno fare, tutti gli sforzi sono praticamente vani.
Anche se può sembrare paradossale è questo il vero ed unico motivo per il quale ho visto con i miei occhi tiratori realizzare costantemente munizioni con coassialità di .01mm o al massimo di .03mm con una semplice Lee Classic.

Presse da ricarica - dies
Avere più presse evita di dover sostituire e settare i dies ogni volta che cambiamo il calibro da ricaricare

Una o più presse?

In linea teorica (e molto spesso anche pratica) una singola buona pressa dovrebbe essere più che sufficiente per la maggior parte dei tiratori, siano essi sportivi che cacciatori, in realtà però quello che mi sento di consigliare, soprattutto per i tiratori votati al tiro di precisione, è di diversificare il procedimento di ricarica utilizzando più presse (opportunamente dimensionate per il calibro di cui si dispone) dedicate alle varie fasi di lavorazione.
Anche qui già immagino le vostre facce contrariate al solo pensiero di dover allestire tutto questo dispiegamento di forze, ma se andiamo al di là dei problemi oggettivi che ognuno di noi potrebbe avere (uno fra tutti il ridotto spazio a disposizione) ci renderemo conto che è sicuramente questa la soluzione migliore per diversi motivi.

Presse da ricarica - K&M tipo arbor
Una pressa K&M di tipo arbor, dotata di micrometro per la verifica della profondità e della forza di inserimento del proiettile

Una pressa robusta dotata di un buon rapporto di potenza sui leveraggi sicuramente ci sarà di aiuto durante la fase di ricalibratura del bossolo, ma potrebbe offrire scarsa sensibilità durante la fase di “seating” delle palle. 

Viceversa, una pressa di tipo Arbor ci offrirà una sensibilità perfetta per l’inserimento del proiettile nel bossolo, ma potrebbe diventare un supplizio (specie con grossi calibri) per la ricalibratura del colletto. 

Inoltre una pressa dedicata al solo decapping dei bossoli, come ad esempio una Lee Reloader dal costo di pochi euro potrebbe risparmiarci tantissimo tempo ma soprattutto tantissimi pensieri dovuti ai residui dell’innesco (particolarmente aggressivi), che si andrebbero a depositare non più sulla nostra pressa da lavoro principale, bensì su questo utilissimo “muletto”.
Dimenticavo, se possedete un singolo calibro il fatto di avere più presse significa anche che il settaggio e il controllo dei dies sarà necessario una sola volta, niente più pensieri di serraggio corretto o altezza sbagliata per ogni ricarica. 

Basterà lasciarli in sede avendo cura di manutenerli insieme alla pressa con un po’ di WD-40 o altro lubrificante apposito onde evitare i temuti effetti dell’ossidazione e avremo la certezza che tutti nostri bossoli verranno lavorati esattamente l’uno uguale all’altro per tutte le nostre ricariche.

Presse da ricarica - RCBS Pro 2000
La pressa progressiva RCBS Pro 2000 Auto a cinque stazioni, in grado di ricaricare fino a 600 cartucce in un'ora

Le presse multistazione

Dopo aver letto il paragrafo precedente sono sicuro che molti di voi avranno già pensato alle presse multistazione che potrebbero garantire sicuramente alcuni dei vantaggi esposti sopra e in più risolvere il problema dell’ingombro. 

Il guaio in questo caso è che una buona pressa multi-stazione potrebbe costare quasi la stessa cifra di tre presse dedicate come ad esempio una Lee Reloader, una Redding Big Boss e una pressa arbor, e se è vero che risolve i problemi dello spazio e del settaggio dei dies, offre però il fianco a un altro problema non meno importante: la precisione.

Una multistazione difficilmente sarà in grado di garantire la stessa precisione e coassialità di una pressa monostazione, è sicuramente più difficile da manutenere e sarà soggetta comunque ai pericolosi residui degli inneschi.

Presse da ricarica - Dillon RL 550
La Dillon RL 550 è una pressa progressiva a quattro stazioni adatta a ricaricare sia cartucce da pistola sia da carabina

Solitamente chi acquista queste presse lo fa col preciso intento di velocizzare la propria ricarica a discapito della precisione, per quanto devo ammettere che esistono delle multistazione dalle tolleranze così basse da poter essere paragonate alle migliori monostazione. 

Anche qui però mi corre l’obbligo di ricordarvi che si tratta di presse multistazione che strizzano l’occhio ai calibri da Bench Rest, e quindi dotate di ben poca forza se paragonate a una classica monostazione a telaio chiuso.

Infine un discorso a parte merita la loro messa in opera.
Se è vero che le multistazione velocizzano drasticamente le varie fasi della ricarica è vero anche che hanno bisogno di una attenta preparazione. Ne sa qualcosa chi possiede una Dillon, da molti ritenuta la regina delle presse progressive. 

La più piccola disattenzione negli innumerevoli settaggi di cui ha bisogno questo strumento per funzionare al meglio, porta inevitabilmente a ottenere risultati deludenti con le cartucce, e come al solito, a dare la colpa alla pressa.

Conclusioni

Per quanto “fuori dal coro” questo articolo possa sembrare, non vi sto affatto suggerendo di andare alla cieca per l’acquisto della vostra nuova prossima pressa, semmai vorrei darvi dei nuovi spunti di riflessione che vi aiutino a fare una scelta migliore per le vostre esigenze.
Oltre alla sua precisione (reale o millantata che sia) quindi, considerate bene quante cartucce avete intenzione di ricaricare, di che genere (se per uso venatorio o per tiro di precisione) se per uno o più calibri e infine la vostra sensibilità e attitudine al lavoro meccanico. 

Presse da ricarica - Accessori
Per ottenere ricariche di qualità la pressa e i suoi accessori devono essere tenuti in ordine e messi in opera con attenzione

Se ne avete la possibilità provatele prima di acquistarle; un amico tiratore di buona volontà non vi negherà mai qualche minuto di tempo con la sua pressa per ricaricare qualche cartuccia, e avrete forse il miglior termine di paragone per capire se questo strumento fa per voi oppure no.
Mi sento spesso chiedere: “Qual è la pressa migliore?” e in tutta onestà dopo aver visto produrre munizioni a .01 di coassialità con una Lee, così come con una Corbin da oltre 1000 euro, non sono in grado di rispondere.

Posso sicuramente dire qual è la migliore pressa per me, il che però non vuol dire che sia la migliore pressa anche per voi e per le vostre esigenze.
Se il parametro di riferimento (cioè la precisone della cartuccia) viene rispettato da entrambi gli opposti allora l’unica discriminante rimane il proprio gusto personale e soprattutto l’affinità che si riesce ad avere con una determinata pressa.

C’è anche chi afferma che esistano delle tolleranze di lavorazione più o meno marcate a seconda della casa produttrice e dei modelli. Probabilmente è vero, ma per mia esperienza personale sono state rare le volte in cui mi sono trovato davanti a una pressa veramente difettosa, e quelle rare volte erano da imputarsi al tiratore che non aveva avuto cura di manutenere correttamente la sua pressa, pulendola e lubrificandola regolarmente. Il più delle volte mi trovavo davanti a errori di settaggio dei dies, shellholder difettosi, o a una messa in opera della pressa a dir poco precaria.
Ricordate, non sarà la pressa a fare la differenza nella realizzazione della munizione perfetta, bensì il modo in cui lavorerete con essa.


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