Izhmash AK-12: il “Kala” del XXI secolo!

Izhmash AN-94 “Abakan/Nikonov”
Il Nikonov AN-94 calibro 5,45x39mm fu sviluppato nell'ambito del progetto “Abakan” negli anni 1990 come sostituto generale della serie AK presso le FF.AA. russe; ritenuto tecnicamente troppo complicato e troppo costoso da produrre, è stato distribuito solo a unità dʼélite

Dalla fine della Guerra Fredda la Federazione Russa, che ha affrontato un lungo periodo di riorganizzazione interna tanto politica ed ecomonica quanto istituzionale e militare dato il mutare degli scenari internazionali e la scomparsa dei vecchi nemici NATO col contestuale affiorare di nuove forze ostili di natura terroristica, ha più volte cercato di cambiare radicalmente lʼequipaggiamento delle proprie Forze Armate in senso modernista, in parte riuscendovi ma trovando finora sempre un grande scoglio: lʼimpossibilità di abbandonare la “vecchia” piattaforma dʼarma lunga dʼordinanza per una nuova. È in effetti difficile cambiare fucile dʼassalto, quando si tratta del Kalashnikov, che in tutte le salse serve lʼex (e attuale) Armata Rossa dallʼinizio degli anni 1950, lʼarma che più di tutte nella storia ha incarnato il concetto stesso di “fucile dʼassalto” ed è stato prodotto, in sessantatre anni di storia e varianti, in più di cento milioni dʼesemplari in tutto il mondo.

Kovrov AEK-971
Neppure lo AEK-971 proposto dalla KMZ (Officine Meccaniche di Kovrov), per quanto tecnicamente efficace, è finora riuscito a scalzare la piattaforma AK dal suo piedistallo

Alle ovvie difficoltà logistiche ed economiche legate allʼadozione di un nuovo fucile dʼassalto per un dispositivo militare come quello russo, composto da centinaia di migliaia di operatori addestrati da anni e anni allʼimpiego di unʼarma per la quale sono disponibili milioni e milioni di munizioni, caricatori, accessori, parti di ricambio e quantʼaltro, devono assommarsi altre difficoltà, d'ordine tecnico e tattico. Nessuna delle alternative offerte nel corso degli anni dallʼindustria armiera russa, tanto dai colossi statali o parastatali spinti dai vertici delle FF.AA. medesime e sotto lʼimpulso di programmi più o meno ufficiali quanto dal genio indipendente delle (poche, peraltro) imprese private, ha sinora incontrato pienamente il favore degli operatori che le hanno testate, peraltro in situazioni operative reali e anche molto dure come il conflitto in Cecenia o gli attacchi terroristici di Beslan in Ossezia del Nord e del teatro Dubrovka a Mosca. Alcune di queste alternative (si pensi al famoso fucile dʼassalto Nikonov AN-94 che fino a qualche anno fa si pensava potesse diventare veramente il sostituto definitivo per gli AK-74M e AK-100 in linea da decenni e che in effetti è stato distribuito in quantitativi anche significativi alle truppe di Marina e ai temibili “Spetsnaz”) si sono rivelate un fallimento sotto numerosi aspetti: proprio il Nikonov, per dirne una, è risultato essere tecnicamente troppo complicato, non semplicemente al di là delle aspettative di un esercito da sempre abituato alla semplicità dellʼAKM ma anche per le necessità reali del campo di battaglia, a un punto tale che lo smontaggio da campo per la pulizia e la manutenzione ordinaria ne risultano essere pesantemente intralciate; tale complessità tecnica, dovuta alla pretesa dei progettisti di ridurre il rinculo a livelli minimi e ideare un sistema di fuoco a raffica da due colpi talmente celere da riuscire in pratica a mandare due proiettili a bersaglio entro un solo foro in modo da aumentare la lesività nel tiro mirato, ha inoltre fatto lievitare i costi per unità fino a livelli proibitivi per le disastrate finanze della Russia eltsiniana e proto-putiniana. Migliore fortuna non è però toccata ad altri fucili, quali ad esempio lo AEK-971 della Kovrov, che pure al Kalashnikov sʼispiravano ancora pesantemente per impostazione dei comandi e alcuni aspetti meccanici al fine di mantenere i costi entro i livelli accettabili e semplificare il processo dʼaddestramento degli operatori.

KBP ADS
Anche design decisamente moderni, come i bull-pup della KBP di Tula (peraltro a espulsione anteriore, dunque completamente ambidestri) hanno fallito nel tentativo di rimpiazzare il “Kala”

Tuttavia, complice anche la richiesta di armamenti ed equipaggiamenti più moderni che diviene sempre più pressante tra gli operatori dei reparti di punta e delle forze speciali delle FF.AA. e di Polizia di Mosca impegnati in scenari operativi anche piuttosto “caldi” come quelli caucasici, finalmente qualcosa pare essere in movimento nella giusta direzione. Già a maggio del 2010 il Ministero della Difesa russo aveva annunciato che una nuova arma destinata allʼimpiego generale, denominata inizialmente AK-200, sarebbe entrata in fase di sviluppo finale e di test e valutazione presso gli stabilimenti della IZHMASH a Izhevsk, nella regione dellʼUdmurtia, entro il 2011. Nel corso di quellʼanno si rincorsero numerose voci, alcune che parlavano anche di un possibile accantonamento del progetto (poi “rientrate per evitare che ciò causasse uno shock potenzialmente fatale allʼeroe nazionale, generale Mikhail Timofeʼevič Kalashnikov”, ultranovantenne e cardiopatico), per poi giungere alla presentazione ufficiale, alla presenza anche del premier Vladimir Putin, dellʼarma destinata a rimpiazzare i fucili della serie AK-74M presso le truppe dellʼesercito russo.

Ridenominato AK-12, il nuovo fucile dʼassalto è stato sviluppato, e sarà interamente prodotto, presso gli stabilimenti della IZHMASH, cosa che dovrebbe dare unʼampia boccata dʼossigeno allʼazienda che da tempo ufficialmente attraversa una profondissima crisi economica (è stata ufficialmente messa in amministrazione controllata per insolvenza nellʼagosto del 2011). La notizia di una nuova versione dellʼarma di Mikhail Timofeʼevič Kalashnikov è stata accolta in Russia con estremo clamore, tanto che alcune delle più importanti emittenti radiotelevisive del paese hanno presenziato a numerose presentazioni più o meno “ufficiali” che i rappresentanti della IZHMASH hanno tenuto a beneficio di membri del governo e delle FF.AA. per lʼarma, o per meglio dire del sistema dʼarmi, che dovrebbe “rilanciare nel mondo lʼindustria armiera russa”, che a dire dei rappresentanti IZHMASH soffrirebbe dell'eccessiva presenza sul mercato di “cloni del Kalashnikov prodotti senza licenza” (cosa che in effetti suona strana, visto che si parla di unʼarma pensata e partorita in epoca sovietica, senza brevetto né protezione della proprietà intellettuale, e le cui specifiche e tecnologie di produzione sono state distribuite a piene mani a qualsiasi paese ne facesse richiesta nel corso della Guerra Fredda).

Izhmash AK-12
Per la prima volta il concetto di “modularità” si adatta perfettamente a un'arma prodotta dalla spartana, pragmatica industria armiera russa: lo AK-12 sarà versatile, multicalibro e compatibile con una gran varietà d'accessori

Dello AK-12 sono infatte pianificate, oltre alla versione "Standard”, almeno altre tre varianti: una carabina (AK-12U) con canna di dimensioni ridotte, una pistola-mitragliatrice in calibro da pistola (PPK-12) e una mitragliatrice leggera (RPK-12), oltre a versioni incapaci di fuoco a raffica per la vendita sui mercati commerciali/civili. Per la prima volta, dunque unʼarma da fuoco militare prodotta dallʼindustria russa, che si è sempre contraddistinta per le sue realizzazioni essenziali e spartane, implementa in pieno il concetto di modularità tanto caro ormai da un decennio agli armaioli “occidentali”: nelle versioni a raffica, quantomeno, lo AK-12 potrà essere convertito da una variante allʼaltra tramite la sostituzione di alcune componenti-chiave (canna, caricatore, otturatore o quantʼaltro) come già avviene in molti fucili dʼassalto impiegati da numerosi corpi armati statunitensi ed europei; inoltre, per renderlo più appetibile sui mercati esteri, il sistema AK-12 sarà prodotto, oltre che nel calibro 5,45x39mm M-74 dʼordinanza russo, anche nel popolarissimo e universale 7,62x39mm M-43, il più “classico” per il Kalashnikov, e persino nei due caricamenti tipici dell'“antico nemico”, la NATO: il 5,56x45mm e il 7,62x51mm; oltre a uscire dalle linee produttive della IZHMASH in uno qualsiasi di questi calibri, lo AK-12 sarà convertibile dall'uno verso tutti gli altri tramite la sostituzione delle summenzionate componenti-chiave. Lo AK-12 dovrebbe essere reso disponibile anche in un quinto calibro che la IZHMASH non ha specificato, ma che potrebbe a rigor di logica essere il 7,62x54R, in servizio presso le FF.AA. russe da oltre un secolo essendo stata distribuita coi primi Mosin-Nagant alla fine del 1800 e tuttora in uso sulle mitragliatrici di tipo PK/PKM, sui fucili di precisione Dragunov SVD e su una miriade di altre piattaforme.

Izhmash AK-12
Lo Izhmash AK-12 sarà convertibile dal calibro base (5,45x39mm M74) in altri tre calibri universalmente impiegati a livello mondiale: 7,62x39mm M43, 7,62x51mm-NATO e 5,56x45mm-NATO

Stando a quanto dichiarato sinora dalla IZHMASH, il funzionamento dello AK-12 dovrebbe basarsi sul classico schema di recupero di gas indiretto tramite pistone a corsa lunga, senza integrare dunque, come si era speculato inizialmente, né le soluzioni tecniche di “bilanciamento del rinculo” adottate nei fucili AEK-971, AK-107 e AK-108, segnatamente il doppio pistone di tipo BARS (“Balanced Automatic Recoil System”) sviluppato da Peter Andreʼevič Tkačev durante il suo lavoro allʼistituto di ricerca TsNIITochMash negli anni 1970; né tantomeno i sistemi di ritardo dʼapertura a leva sviluppati dagli anni 1960 in poi da Anatoly Baryshev e ancora oggi proposti, peraltro con scarso successo commerciale, da alcuni produttori dʼarmi nella Repubblica Ceca. Tali dubbi erano sorti quando, con la pubblicizzazione dei primi prototipi dellʼAK-12, è parsa molto netta la somiglianza cosmetica proprio con le armi proposte dalla Czech Weapons S.R.O., la cui cassa presenta una foggia squadrata appositamente studiata per ospitare le componenti del sistema Baryshev.

In effetti, come si può notare dalle foto poste a corredo di questo testo, le linee del nuovo AK-12 risultano piuttosto spigolose rispetto a quelle, un poʼ più affusolate, del più classico “Kala”; dalle medesime foto si possono però evincere anche le similitudini tecniche, a cominciare dal sistema di funzionamento e dallʼarchitettura, che divengono palesi nello smontaggio da campagna: ad arma scarica e senza caricatore, con percussore abbattuto e camera vuota, si agisce su una levetta laterale posizionata in coda al coperchio superiore, imperniato anteriormente allʼaffusto, e lo si alza per svincolare ed estrarre il gruppo dellʼotturatore, del pistone e del tubo di presa gas, vincolato questʼultimo anteriormente a una valvola di spillaggio posizionata sopra la canna a diversi centimetri di distanza dalla volata. Rimossa lʼastina, composta di due semigusci in polimero (superiore e inferiore), lo smontaggio da campagna è effettuato. Lo AK-12 sotto questo punto di vista risulta sovrapponibile alle precedenti versioni della piattaforma AK, e sebbene ciò non sia stato ufficialmente confermato parrebbe che lʼarma sia in effetti in grado di utilizzare gli otturatori degli AK delle produzioni precedenti, fatte salve le varianti AK-107 e AK-108.

Izhmash AK-12
Lo AK-12 in smontaggio da campagna, notare i due otturatori: quello in basso è quello della serie AK-100 per il calibro 5,45x39mm, mentre su quello in alto (dello AK-12) si nota lʼalloggiamento per la manetta d'armamento reversibile
Izhmash AK-12
Nella sua versione “full-size”, lo AK-12 della Izhmash è paragonabile, per dimensioni, alle versioni del Kalashnikov più moderne attualmente in produzione

Le differenze, in meglio, sono però visibili già nellʼimpostazione dei comandi. Se infatti lo sgancio del caricatore resta vincolato alla presenza di una leva di foggia piatta sotto la guardia del grilletto, giacché i caricatori medesimi non cambiano né cambia la loro modalità dʼinserimento, la manetta dʼarmamento, originariamente solidale al porta-otturatore e posizionata sul solo lato destro in corrispondenza della finestra dʼespulsione, viene ora a essere inserita in un foro passante localizzato nella zona della guida del pistone sullʼotturatore. Essa si trova correre su due scassi paralleli posizionati dietro il punto in cui il coperchio superiore e lʼaffusto dello AK-12 si imperniano; in questo modo, essa è immediatamente raggiungibile e risulta semplice da impiegare anche da parte degli operatori mancini, per adattare ai quali lo AK-12 è sufficiente rimuovere la manetta dʼarmamento, un piccolo perno di metallo, dalla sua sede e inserirla dallʼaltra parte, in maniera speculare.

Izhmash AK-12
Il fucile dʼassalto Izhmash AK-12, in versione “full-size”, con calciolo ripiegato lateralmente; lʼergonomia generale del design è stata ampiamente migliorata
Izhmash AK-12
Visto dal lato sinistro, lo AK-12 dimostra ancor di più le differenze che lo separano dal “Kala” del XX Secolo, a iniziare dalla diversa foggia e posizione della manetta dʼarmamento

Similmente, il selettore del tiro che funge anche da sicura intervenendo sulla catena di scatto, che originariamente aveva la ben nota forma di una leva di importanti dimensioni localizzata sul lato destro della cassa e che, in posizione di sicura, andava a bloccare anche lʼarretramento della manetta dʼarmamento fungendo da “dust cover" per la finestrella dʼespulsione, è stata spostata all'indietro, e ora si trova sopra lʼimpugnatura a pistola, anchʼessa realizzata in materiale sintetico, in forma di una “Switch" a quattro posizioni localizzata su tutti e due i lati, a rapida portata di pollice indipendentemente dal fatto che il tiratore sia destrimano o mancino. Oltre alla posizione di sicura e di fuoco semiautomatico, il nuovo selettore consente il tiro a raffica libera a una velocità ciclica di 600 colpi/minuto e il tiro a raffiche controllate da tre colpi a un rateo di 1000 colpi/minuto. Il funzionamento ambidestro è dunque garantito anche se la finestra dʼespulsione continua a trovarsi sul solo lato destro; il calciolo pieghevole ed estensibile in lunghezza per adattarsi alle dimensioni fisiche e al carico individuale dellʼoperatore, realizzato anchʼesso in polimero in base a un design proprietario, che come altre componenti e più in generale come il resto della linea dellʼAK-12 si configura in base ai criteri dʼergonomia seguiti da lungo tempo dai più avanzati “assault rifles” occidentali, pur ripiegandosi sul lato destro non pregiudica lʼuso in chiusura in quanto non va a intralciare lʼespulsione dei bossoli. È interessante anche notare che, a differenza di altri modelli dʼarma dʼordinanza di produzione russa, tra cui lʼAN-94, lo AK-12 non risulterebbe essere fornito di un disconnettore che impedisca il fuoco a calciolo ripiegato, soluzione tecnica francamente insensata e che allʼepoca fu giustificata sulla base di fantomatici “regolamenti militari che vietano lʼuso dellʼarma dʼordinanza a calciolo chiuso”.

Izhmash AK-12
La versione carabina dello AK-12, con calciolo aperto ed esteso, risulta di dimensioni sovrapponibili a quelle della ben nota Colt M4 cal.5,56x45mm universalmente impiegata nel mondo “occidentale”

Il calciolo pieghevole potrà inoltre essere sostituito con un calciolo di tipo standard, ancora una volta prodotto in polimero, del genere utilizzato dalle varianti della serie AK-100, anche se in tal caso si perderà la possibilità di richiuderlo lateralmente. Il resto della costruzione dello AK-12 resta metallica; in acciaio inossidabile sono infatti realizzati lʼaffusto e il coperchio superiore, anche se non è ancora dato di sapere se si tratterà di componenti ricavate dal pieno o stampaggi di lamiera.

Izhmash AK-12
Con lo AK-12 saranno compatibili pressoché tutti gli accessori finora già impiegati nella serie AK, tra cui i lanciagranate GP-25 e GP-30 da 40mm

Importanti novità sono invece previste sul fronte della compatibilità con gli accessori; finora infatti le armi basate sul sistema AK dovevano impiegare numerose soluzioni proprietarie, in particolar modo per quanto riguardava la compatibilità con le ottiche di puntamento, da installarsi lateralmente. La presenza di una rotaia MIL-STD-1913 "Picatinny" lungo tutto il castello superiore dello AK-12 risolve il problema, rendendo lʼarma ora compatibile con qualsiasi organo di mira metallico o optoelettronico di serie o aftermarket, civile o militare. Di per sé, lo AK-12 sarà fornito di mire metalliche derivate da quelle dellʼoriginale progetto AK: la mira anteriore, posizionata dietro il rompifiamma, risulta essere una discendente diretta di quella del “Kala” più classico, con due alette di protezione laterali anziché il più classico “anello”, e regolabile per deriva. La tacca di mira posteriore, regolabile in elevazione, è invece montata su una rampa che può essere spostata avanti e indietro sulla rotaia Picatinny, o nel caso rimossa.

Izhmash AK-12
La versione carabina dello AK-12 con calcio ripiegato lateralmente

Compatibile con la più moderna accessoristica tattica sarà anche lʼastina, grazie alla presenza di quattro rotaie Picatinny, sulle parti inferiori e superiori e ai due lati. Questa caratteristica, in particolare, è stata richiesta con forza dagli “Spetsnaz”, che vivevano (e vivono) come un handicap lʼimpossibilità dʼimpiego immediato degli accessori normalmente utilizzati dalle controparti statunitensi ed europee. Le ultime modifiche di cui la IZHMASH si fa lustro nel descrivere il nuovo AK-12 riguardano la rigatura della canna, “migliorata per aumentare la precisione” in maniera non altrimenti specificata, e il nuovo rompifiamma universale per tutti i calibri, simile a quello sinora impiegato dallo AK-74M ma con due camere di compensazione al posto della più nota camera singola. Lo AK-12 sarebbe inoltre trattato di fabbrica con un “nano-composto autolubrificante sperimentale” non meglio definito, probabilmente identificabile come una controparte russa delle nanoceramiche usate su molti fucili d'assalto occidentali dellʼultima generazione tra cui lo ARX-160 della Beretta.

Izhmash AK-12
Lo AK-12 della Izhmash in versione “full-size”, visto dal lato destro

In conclusione, parrebbe di poter dire che il più classico dei classici, lo AK47/AKM, sia stato modernizzato nella maniera giusta e reso atto a dare ancora il meglio di sé, come provato e affidabile “battlehorse”, anche sui campi di battaglia del 2000. Ovviamente le domande su questʼarma, presentata da appena poche settimane, sono ancora molte; e pare ancora lontano il giorno in cui lo AK-12 apparirà veramente in pubblico, ovvero quando sarà reso esaminabile da possibili acquirenti stranieri, da esperti dʼarmi indipendenti e giornalisti del settore. Non pare realistico aspettarsi la presenza dello AK-12 presso le esposizioni internazionali specializzate nel settore della difesa per lʼintero 2012 (MILIPOL, SOFEX, ecc.); allo stato attuale dei fatti non solo non si può confermare che lʼAK-12 sia o meno arrivato agli stadi finali del processo di sviluppo o a una “forma definitiva”, ma data la già citata instabilità finanziaria della IZHMASH non si può neanche affermare con certezza che ciò effettivamente avvenga mai. A tutti gli appassionati, gli esperti, e in generale agli affezionati lettori di all4shooters.com, non resta che tenere occhi e orecchie ben aperti, e ovviamente aspettare; da parte nostra, non mancheremo di aggiornare i nostri utenti su tutti gli sviluppi futuri relativi al “Kala” del XXI secolo.

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