ISSC M22

ISSC Modello 22 
La M22 Target (a destra) ha una linea di mira prolungata dal contrappeso della canna. Le tacche di mira con inserti bianchi sono regolabili solo in brandeggio, l’alzo si regola tramite i tre mirini di ricambio in dotazione

Dovendo fare un paragone tennistico possiamo affermare che  la pistola  ISSC M22 è un “doppio mistoˮ tra Austria e Germania. L’International Sport and Security Consulting (ISSC) è un grossista di armi austriaco che ha  commissionato il progetto e la produzione della pistola alla tedesca ESC (Engineering Sourcing Consulting). Attualmente vengono prodotti due modelli, l’M22 e l’ M22 Target. La caratteristica distintiva è la lunghezze di canna, di 104 mm sulla prima e di 140 mm con contrappeso sulla seconda. ISSC non desiderava costruire semplicemente una copia di piccolo calibro della musa austriaca. Perciò la M22 versione standard si ispira alla Glock 19 con molta più libertà di come sembrerebbe a un primo sguardo.

ISSC Modello 22 
Il disegno in trasparenza della ISSC modello 22

Sono infatti presenti notevoli differenze costruttive, rese necessarie dalle cartucce .22 long rifle percussione anulare, ad esempio la presenza del cane esterno. I progettisti di Ulm hanno abbinato a una sicura comandata da una leva ambidestra che funge anche da abbatti cane. La M22 ha sicure in abbondanza, necessarie o meno, a seconda dei rispettivi mercati. Negli USA ad esempio è richiesta alle armi di importazione una sicura sul caricatore: senza serbatoio, lo scatto è bloccato. Non manca poi la sicura sul grilletto, analoga a quella della Glock. Inoltre sul corpo del grilletto troviamo una vera e propria serratura a cilindretto che, se ruotata di 90° blocca ulteriormente lo scatto. Non manca la sicura automatica sul percussore e un avvisatore visivo di cartuccia in camera.

ISSC Modello 22 
La lega leggera del carrello è troppo morbida e si segna al minimo urto. Già dopo aver sparato pochi caricatori mostra tracce evidenti sullo spigolo della finestra di espulsione, dove rimbalzano i bossoli

Le impugnature presentano una grande somiglianza esteriore con quella della Glock, tuttavia ciò che a prima vista sembra uguale, nella mano appare completamente diverso. Malgrado l’inclinazione identica, le misure dell’impugnatura sono ridotte in scala, quindi con una minore distanza tra grilletto e dorsale. Il funzionamento della M22 è in sola singola azione con chiusura a massa, uno schema tipico delle pistole calibro .22. Abbastanza rustici gli organi di mira. Fortunatamente una scanalatura sulla parte superiore del carrello ne facilita l’allineamento. La tacca di mira è regolabile solo in brandeggio. Per una correzione semplificata del punto di impatto sono presenti tre mirini di ricambio, alti rispettivamente 4,0, 4,3 e 4,6 mm.

ISSC Modello 22 
Con pochi pezzi, almeno lo smontaggio di campagna è rapido e divertente. A differenza della Glock di riferimento, dopo lo sblocco l’otturatore va arretrato e sollevato

Tecnicamente le pistole ISSC si orientano su ciò che è comprovato, ovvero uno schema di funzionamento con semplice chiusura a massa. La canna  prodotta da Lothar Walther è fissa. Allo sparo si muove soltanto il carrello, che pesa 203 g. Con l’eccezione di una corta coppia di guide posteriori, l’impugnatura non svolge alcun altro compito di supporto. Tra l’impugnatura e l’otturatore, non si è lesinato sul “gioco” sia orizzontale sia verticale. Il sistema di smontaggio è analogo a quello delle pistole Glock, con una coppia di levette sporgenti su entrambi i lati del fusto. In questo caso tuttavia il carrello va separato dal castello spingendolo in avanti e sollevandone la parte posteriore, uno schema tipico delle pistole a salve e tascabili.

 

ISSC Modello 22 
ISSC Target ha un compensatore che funge anche da contrappeso e la canna lunga ben 140 mm

La versione con canna da 140 mm ha una linea di mira lunga ben 175 mm grazie al contrappeso/compensatore che aggiunge 55 g di peso in volata e presenta un'asola attraverso la quale sfiatano i tre fori di compensazione della canna. La lavorazione del fusto, del carrello e l’esecuzione delle scritte è estremamente accurata. Se proprio c’è qualcosa da criticare, sono le viti (appena uscite di fabbrica) che fissano la leva della sicura, il cui taglio, ha l’aria un po’ sciupata. Inoltre: infilando un caricatore pieno nell'impugnatura con una certa decisione,  il carrello bloccato in apertura tende a sganciarsi e a richiudersi spontaneamente. Altrettanto avviene senza caricatore, colpendo con forza con la mano contro o sotto l’impugnatura, oppure anche semplicemente posando la M22 un po’ bruscamente sul tavolo. In merito, dice Wolfram Kriegleder a capo della ISSC: “Lo sappiamo, volevamo ottenere una via di mezzo in fatto di comfort. Le nostre pistole richiedono uno sforzo minore per armare il carrello. La sicurezza è tuttavia sempre garantita”.

Tutti i tipi di cartuccia contrassegnati con “Hyper Velocity” e “High Velocity” offrono velocità di uscita del proiettile oltre i 300 m/s, indipendentemente dalla lunghezza della canna. Pur senza il contrassegno “HV” sulla confezione, anche le CCI Blazer appartengono a questa categoria. Le cartucce superveloci hanno convinto senza eccezioni, con un funzionamento privo di problemi. La più veloce è risultata la Stinger Hyper Velocity (palla da 32 grani), che ha lasciato la canna a 359 e 390 m/s (rispettivamente per lunghezze canna da 104 e 140 mm). Alcune munizioni standard hanno invece causato qualche problema. RWS Target Pistol, GECO Pistol, Federal Target ed Eley Pistol sono state escluse dalla valutazione in quanto ritenute inadatte a priori. Durante i test si sono verificati problemi di percussione in abbondanza con cartucce Lapua Pistol King.

ISSC Modello 22
Nonostante la canna corta, la M22 si è comportata molto bene nei test di tiro

Il potenziale di precisione delle due pistole è risultato da soddisfacente a buono, a questo proposito la canna più corta si è comportata meglio di quella lunga. Peraltro il target nella valutazione complessiva, con diametri della rosata di 33 e 56 mm (alle distanze di 15 e di 25 m), ha più che confermato le attese. La M22 più corta ha fatto registrare in media diametri di rosata da 38 a 67 mm. Purtroppo questi risultati, ottenuti con arma bloccata in morsa, non risultano neppure avvicinabili tirando con l’arma in mano. Il motivo? Il peso di scatto fino a 3000 g. E questo nonostante ISSC nelle istruzioni dichiari un peso di scatto inferiore di 2000 g.

ISSC Modello 22 
Sopra, il contrappeso compensatore del modello Target. Sotto la sicura sul grilletto azionata da una chiave. Queste sicure supplementari sono requisiti per il mercato USA

Nel tiro manuale e con la massima concentrazione siamo riusciti a mantenere tutti i colpi nel “dieci” del bersaglio ridotto BDMP(50x75 mm) sparando con munizioni RWS Super Pistol e il modello M22 Target. Se non si fa attenzione, tutte le munizioni standard, a eccezione delle CCI Blazer creano qualche problema, non permettendo un corretto ciclo di armamento. Solo le cariche HV (Alta velocità) sono esenti da questi guai, permettendo sequenze di tiro velocissime senza intoppi.

Nessuno dei tiratori è stato in grado di confermare se i tre fori ibridi riducano davvero il rilevamento “percepito”. I modesti 158 Joule di energia massima alla volata, ottenuti con cartucce Stinger Hyper Velocity, non sono sufficienti a rendere avvertibile, o necessario, l’effetto del compensatore. Abbiamo effettuato un “test di pressione” empirico avvolgendo con un doppio strato di nastro adesivo il contrappeso della canna. Allo sparo è stato spazzato via. I tre fori ibridi soffiano quindi con forza verso l’alto. Che poi questo sfogo di pressione abbia un beneficio effettivo, è un altro discorso. 

ISSC Modello 22 
Grazie alle canne fisse la precisione di entrambi i modelli è buona, peccato per gli scatti molto duri

In conclusione, le ISSC possono sicuramente essere perfezionate. Anche in buone condizioni di luce, la snella asola della finestra di espulsione non consente di vedere bene se c’è una cartuccia in camera. La lega leggera dei carrelli è troppo morbida e si segna facilmente. A causa dell’impugnatura, la M22 è idonea soprattutto per mani di grandezza da piccola a media. Non senza motivo, come spiega Kriegleder: “Il classico mercato di utenza della M22 è l’America dove i padri portano i figli a tirare e spesso acquistano pistole di piccolo calibro che somigliano alle loro “grandi”. Ma è adatta anche alle signore.” 

ISSC Modello 22 
Le componenti delle ISSC provengono da diverse aziende. Lʼassemblaggio è effettuato in Austria

Gioco di squadra. ISSC è una azienda nata pochi anni fa, diretta da Wolfram Kriegleder che si era già occupato, come direttore esportazioni presso Carl Walther, dello sviluppo di armi di piccolo calibro per il tiro informale. L’attività principale della ISSC Handels GmbH è la vendita di armi da caccia e delle armi libere. La pistola di piccolo calibro M22 è il primo modello di arma “vera” di produzione propria. La commessa per lo sviluppo e per la successiva preparazione del modello è stata assegnata dalla ditta austriaca all’azienda di Ulm ESC GmbH. Tutti i componenti della M22 provengono da aziende produttrici in Germania, Austria e Svizzera. Montaggio, tiro e prove di qualità si svolgono in Austria. Le impugnature sono in poliammide PA12 GF15 rinforzato con fibre, le canne da competizione sono prodotte da Lothar Walther. Per gli otturatori è stata usata una lega in zinco e alluminio, formata mediante un processo di pressofusione. Il vantaggio di tale processo è l’economicità accompagnata al tempo stesso da un’elevata precisione di produzione. Scritte e strutture risultano eccellenti. Gli svantaggi consistono nel peso più elevato di questa lega rispetto all’alluminio e in una resistenza leggermente inferiore di quella dell’acciaio. Per questo motivo, tutti i componenti funzionali dell’otturatore sono in acciaio, lavorato secondo il processo produttivo, comprovato da anni, detto Metal Injection Moulding (MIM = stampaggio a iniezione di sinterizzati). Spiegato in poche parole, la polvere metallica fine viene sinterizzata (indurita) a pressione e temperature elevate di 1200 gradi e poi “ricotta”.