"L'Italia spara", ovvero: le parole sono importanti

Una breve analisi di come la stampa generalista tratta la legittima difesa
Questo il titolo che campeggiava alle otto del mattino del 25 novembre sulla homepage di Tiscali

Nella notte tra il 24 e il 25 novembre, tre rapinatori hanno aggredito il gioielliere Rodolfo Corazzo mente rientrava nella sua casa di Lucino di Rodano, in provincia di Milano.

Picchiato, minacciato e rinchiuso assieme alla sua famiglia in cucina, è riuscito a reagire sparando un colpo in aria per spaventare i rapinatori con la sua arma da difesa legalmente detenuta; quando essi hanno aperto il fuoco su di lui, Corazzo ha risposto uccidendone uno − l'albanese 37enne Valentin Frokkaj, già ricercato per essere evaso nel maggio dell'anno scorso dal carcere Pagliarelli di Palermo, dove scontava l'ergastolo per omicidio − e mettendo in fuga gli altri.

Sin da subito, per una volta, le cose si sono messe bene per Rodolfo Corazzo; Il procuratore aggiunto di Milano Alberto Nobili ha infatti dichiarato che « Tutto lascia propendere per l'ipotesi classica di legittima difesa.»

Al di fuori dell'iscrizione nel registro degli indagati, atto dovuto in virtù delle norme costituzionali, il signor Corazzo non risulta dunque rischiare conseguenze penali.

Tutto bene, dunque? Forse... o forse no. Perché la copertura data dai Mass Media generalisti all'evento nelle prime ore − o, per meglio dire, il linguaggio utilizzato nella stessa − ci dà un interessante spunto per ragionare su come la stampa italiana affronta il tema della legittima difesa.

Una breve analisi di come la stampa generalista tratta la legittima difesa
Questo il contenuto dell'articolo pubblicato dal famoso portale nell'immediatezza del fatto

Già dalle prime ore del mattino del 25 novembre, infatti, sulla homepage del sito Tiscali.it appariva il titolo: "L'Italia spara, un altro commerciante sorprende ladri in casa e uccide".

Ora, per quanto sia impopolare citare un comunista del calibro di Nanni Moretti su un sito Internet che parla di armi, è necessario ricordare come il regista, nel suo film "Palombella Rossa" del 1989, sostenesse con una certa enfasi che "le parole sono importanti".

E in questo caso lo sono davvero: oltre a premere sul pedale dell'enfasi e del sensazionalismo, con un titolo che ricorda quello di un film "poliziottesco" degli anni '70, in questo caso le parole usate danno quasi l'idea che si sia trattato dell'esecuzione a sangue freddo di due o tre senzatetto che stessero rubando le mele dall'albero in giardino.

E sebbene nelle ore successive, man mano che la posizione di Rodolfo Corazzo diventava più chiara sia agli inquirenti che ai Media, il contenuto dell'articolo si "alleggeriva", non è certo perdonabile ai giornalisti di Tiscali.it l'aver scritto che, dopo il colpo in aria, i rapinatori abbiano "reagito rispondendo al fuoco" contro il padrone di casa.

Ancora una volta: le parole sono importanti. Il termine "reagire", riferito ai rapinatori e non a Rodolfo Corazzo e alla sua famiglia, dà l'idea che sia stato il legittimo proprietario dell'abitazione, e non gli intrusi, a portare avanti un'aggressione violenta, sproporzionata ed illegittima!

Una breve analisi di come la stampa generalista tratta la legittima difesa
La legittima difesa, un diritto umano, viene strumentalizzata, spettacolarizzata e demonizzata anche a causa di una cattiva scelta del linguaggio giornalistico nella copertura degli eventi

Quale può essere il motivo dell'impiego di tale terminologia? Sensazionalismo? Necessità di attirare il lettore? Forse − anzi, molto probabile. Del resto in certo giornalismo d'assalto tipico del mondo anglosassone si dice che sia "meglio dare per primi una notizia sbagliata che dare una notizia giusta per secondi".

Questo di certo non fa onore ai principi etici che dovrebbe seguire chi, per lavoro, informa l'opinione pubblica su quel che accade nel mondo; ma in tal caso tutto si fermerebbe a questo: l'ennesimo caso di titoli roboanti tesi a colpire la "pancia" della gente ed attirare il pubblico con titoli e paragrafi ad effetto.

Ma sottolineo: forse. Perché non è affatto detto che ci si possa limitare ad una spiegazione tutto sommato di "buona fede".

Non è certo un segreto che la maggioranza dei Mass Media italiani abbiano un atteggiamento negativo nei confronti del possesso di armi da parte dei comuni cittadini e rispetto all'istituto della legittima difesa. Le parole più usate, in questi casi, sono infatti "Far West" e "Giustizia fai-da-te"; ad ogni caso si dà ampio risalto alle accuse di "eccesso di difesa" e alle parole di chi dice che "bisogna limitare la diffusione delle armi", e si fanno orecchie da mercante rispetto alla sempre maggiore richiesta, da parte dell'opinione pubblica, di leggi più permissive sulla difesa − e quando i rappresentanti delle organizzazioni e delle associazioni di tiratori e dei possessori d'armi chiedono di essere interpellate, viene loro risposto che dar voce al nostro mondo è "contrario alla linea editoriale".

Una breve analisi di come la stampa generalista tratta la legittima difesa
Finché anche i Mass-Media italiani non abbandoneranno le loro posizioni di pregiudizio sulla legittima difesa, sarà difficile ottenere un cambiamento radicale della percezione della stessa, e del possesso d'armi, da parte di una vasta fetta dell'opinione pubblica

Ecco allora che dietro l'uso di parole solo apparentemente mal calcolate, dietro la parvenza di un eccessivo sensazionalismo, si nasconde strisciante la posizione disarmista dei Mass Media generalisti.

Del resto basta guardarsi attorno: il TG3 delle 14:20 del 26 novembre, commentando i fatti di Lucino di Rodano, non perdeva occasione di dare una stoccata sul possesso legittimo di armi da parte degli italiani e sulla difesa personale.

Lo stesso giorno sul sito Internet del quotidiano La Stampa si definivano "armi da guerra" gli ottocento fucili a pompa Winchester SXP, prodotti dalla Browning International presso i suoi stabilimenti in Turchia, sequestrati su un TIR all'altezza di Trieste mentre venivano legalmente trasportati verso la sede centrale dell'azienda in Belgio per la legittima distribuzione sui mercati civili di tutto il mondo!

Una breve analisi di come la stampa generalista tratta la legittima difesa
Dal sensazionalismo, al pregiudizio, alle menzogne diffuse artatamente per scopi non dichiarati, il passo è breve... anzi, brevissimo!

Nessun'altra spiegazione, al di fuori della complicità più o meno aperta, può esserci all'attuale silenzio assordante che i Media generalisti mantengono riguardo alle proposte di restrizioni in sede europea che manderebbero in rovina quasi metà dei produttori, distributori e venditori d'armi civili e sportive nel Continente e potenzialmente esporrebbero centinaia di migliaia, se non milioni, di cittadini onesti a perquisizioni e confische... questo, ovviamente quando addirittura non ne parlano in maniera entusiastica.

E, peggio ancora, non c'è un'altra spiegazione per il fatto che, nonostante l'associazione FIREARMS UNITED abbia scoperto che tali proposte restrittive sono basate sulle menzogne di un gruppo di burocrati disarmisti le cui azioni disoneste rappresentano un'onta per l'Unione Europea e una violazione di qualsiasi regola etica e morale (e forse anche di qualche legge), nessun Media generalista abbia voluto riprendere la notizia.

Come se nessuno volesse per convinzioni personali, o potesse per ordini superiori, fare la cosa giusta e parlare bene, quando è obiettivamente necessario, dei cittadini onesti che detengono ed usano legalmente le armi da fuoco.
A voi le conclusioni.