Marlin 336 XLR calibro .30-30

Carabina 30-30 / que los rebeldes portaban / y decían los maderistas / que con ellas no mataban…. (...carabina 30-30 che i ribelli portavano, dicevano i maderisti che con quella non ammazzavano). Non era una Marlin e nemmeno quella carabina Henry che “si carica la domenica e spara tutta la settimana” per riprendere una definizione d’epoca, ma alla carabina a leva in calibro .30-30 fu dedicata una canzone della rivoluzione messicana. 

Una canzone un po’ truculenta, con quel machismo (libertad o muerte!) che spesso appartiene alla retorica di una rivoluzione o di una rivolta: Ya me voy para Chihuahua / ya se va tu negro santo / si me para alguna bala / ve a llorarme al campo santo.

Vista laterale della carabina Marlin 336 XLR
Lato destro della carabina Marlin 336 XLR calibro .30-30

Passa il tempo, la carabina a leva resta fedele nella narrazione e nella leggenda al suo archetipo dal quale si è evoluta nei materiali e nei dettagli come è avvenuto per questa Marlin 336 XLR. Stat rosa pristina nomine, ma nel caso di questa Marlin 336 XLR è rimasta anche la sostanza.

Al di là della rivoluzione messicana, la carabina a leva in calibro .30-30 è stata l’arma più diffusa del deer hunter nordamericano. In inglese il vocabolo deer può indicare indifferentemente il daino, il cervo e il capriolo, ma il calibro è eccessivo per quest’ultimo e insufficiente per il cervo, quindi dobbiamo pensare che la preda ideale sia stata il cervo codabianca, deer anche lui, che per dimensioni e capacità di incassare il colpo equivale al nostro daino. Anche quest’ultimo, naturalmente, è una preda gradita e apprezzata, ancorché negli Stati Uniti sia meno frequente. E per gli anticaccia e i vegani diremo che se Madre Natura non avesse voluto che mangiassimo il daino non l’avrebbe fatto così buono.

Vista laterale sinistra della carabina Marlin 336 XLR calibro .30-30
Lato sinistro della carabina Marlin 336 XLR calibro .30-30

Una carabina a leva in acciaio inossidabile è una sorta di paradosso, perché se da un lato sembra che confligga con un’assodata tradizione, in effetti si inserisce nel solco di un’arma rustica, dalla minima manutenzione e sempre efficiente. Nella tradizione affonda le sue origini la scelta della cartuccia, progettata nel lontano 1895 e dedicata proprio alle leggere carabine a leva, con una sufficiente precisione fino a 200 metri. 

Tacca di mira sulla Marlin 336 XLR
La tacca di mira può essere regolata in altezza
Tacca di mira Marlin 336 XLR calibro .30-30
La tacca è molto aperta e consente una una rapida presa di mira
Cartucce Federal Fusion
Le cartucce Federal Fusion calibro 30-30 con palla da 150 grani usate per la nostra prova a fuoco

Le mire metalliche, realizzate in modo spartano, non aiutano certo la precisione ma con il piccolo trucco di appoggiare la spalla al muro durante il tiro d’imbracciata le munizioni Fusion con palla da 170 grani, scelte perché erano quelle più economiche, hanno dato una rosata di tutto rispetto anche se devo ammettere che una buona dose di fortuna, quella che ai tempi della mia Goliardia sarebbe stata definita come una botta di culo, ha certamente avuto un ruolo in una rosata per me irripetibile. 

Comunque anche l’altra rosata è tutt’altro che da disprezzare: a 100 metri e a caccia l’animale si porta a casa avendolo spento pulitamente sul posto. Dire che non mi aspettavo quelle rosate sarebbe assolutamente riduttivo, nel senso che se non le avessi fatte personalmente quasi non ci crederei.

Rosata a 100 metri con cartucce Fusion
Rosata con cartucce Fusion alla distanza di 100 metri, spalla appoggiata al muro, viste le mire aperte si tratta di una prestazione di tutto rispetto
Rosata con cartucce Fusion
Rosata con cartucce Fusion alla distanza di 100 metri in imbracciata, per un'arma del genere è un eccellente risultato

Ma veniamo finalmente all’arma, che ha qualche piccolo peccato veniale nelle finiture. Alludo agli spigoli vivi della leva, che non ho rimosso del tutto perché l’arma non è la mia. Però rimuoverli su un lato, all’interno dell’asola, ha richiesto pochi secondi con un raschietto per cui non credo che la rimozione totale avrebbe richiesto più di una ventina di secondi. Peccato, come si vede, davvero veniale anche perché la differenza tra parte raschiettata e resto della leva si avverte solo al tatto e non è percepibile alla vista, almeno per me.  

Il castello che evidenzia finiture rudi, ma congruenti con il tipo di arma, eseguite alla nastratrice, è in acciaio martensitico che si riconosce come tale perché una calamita vi si attacca. Naturalmente non ho fatto prove di durezza, ma la scelta di un martensitico in luogo di un austenitico presuppone che siano stati effettuati trattamenti termici per l’indurimento. 

Bene, perché si prolunga la durata dell’arma. Sul lato destro troviamo la finestra di espulsione e lo sportellino per il caricamento, dall’azionamento abbastanza duro. 

Però non è detto che sia un difetto, perché molto probabilmente l’arma non aveva avuto alcun rodaggio, sia pur veloce e affrettato. La sensazione è stata che gli ultimo colpi si caricassero più agevolmente. La sicura è a pulsante scorrevole trasversalmente al castello; quando l’arma è in condizione di sparo sul lato sinistro è visibile, intorno al pulsante, un ben evidente segno rosso.

Castello della carabina Marlin 336 XLR
Il lato destro del castello con lo sportellino di caricamento
Sicura della carabina Marlin
Il pulsante coniato è l’estremità del traversino della sicura
Carabina Marlin pronta allo sparo
La condizione di arma pronta allo sparo è sottolineata in rosso

Non stupitevi se con l’arma in sicura il cane si abbatte ugualmente ed osservatene bene il movimento, perché l’inserimento della sicura trattiene il cane a distanza di un paio di millimetri dalla coda del disconnettore. Lo chiamo così perché si tratta di un elemento posteriore al percussore, che può assumere una posizione fuori asse con quest’ultimo, non consentendo quindi che l’innesco sia colpito, oppure una posizione in asse tale che l’abbattimento del cane trasmetta l’impulso alla coda del percussore, consentendo la partenza del colpo. Un sistema ben ideato e veramente sicuro.

Cane della Marlin 336 XLR calibro .30-30
Il cane abbattuto con arma non in sicura ha raggiunto il percussore
Marlin 336 XLR calibro .30-30 a cane armato
Il cane armato. I segni di strisciamento sono stati fatti dall’otturatore
Otturatore della carabina Marlin 336 XLR 
Il corpo dell’otturatore è solcato longitudinalmente
Espulsore sulla carabina Marlin 336 XLR
L’espulsore si affaccia spinto dalla propria molla quando l’otturatore è completamente arretrato

È pur vero, come sostiene Giorgio Brancaglion, che per ogni soluzione a prova di stupido vi sarà sempre un idiota in grado di superarla, ma qui non sembra proprio che vi siano possibilità in tal senso.

Nella parte inferiore del castello è visibile un pulsante che solo quando sia premuto dall’estremità del guardamano ricavato nella leva connette la catena di scatto, consentendo quindi lo sparo solo ad otturatore completamente chiuso. 

L’otturatore è solcato longitudinalmente per ridurre gli attriti e minimizzare l’influenza delle morchie; tiene in sito l’espulsore, che sotto la spinta di una molla a lamina si affaccia al vano di scorrimento al termine della corsa retrograda dell’otturatore, proiettando il bossolo attraverso la finestra di espulsione.

Pulsante catena di scatto sulla carabina Marlin 336 XLR calibro .30-30
Dietro il grilletto, il pulsante che connette la catena di scatto
Attacco per la cinghia sulla carabina Marlin 336 XLR
All’estremità dell’astina c’è l’attacco per la maglietta anteriore della cinghia
Estremità della canna della Marlin 336 XLR
All’estremità della canna si vede l’elemento che provvede all’estrazione primaria
Marlin 336 XLR calibro .30-30 caricamento
Il caricamento avviene attraverso l’apposito sportellino

Il timing del sistema è buono: dopo i primi millimetri di corsa retrograda dell’otturatore l’elemento che effettua l’estrazione primaria trasla verso il basso per riapparire quando inizia l’avanzamento dell’otturatore verso la posizione di chiusura. La canna, lunga 61 centimetri, ha una rigatura a sei principi ricavata per brocciatura in luogo della tradizionale microrigatura Marlin bottonata, il passo è di un giro in 12 pollici. 

Mirino della carabina Marlin 336 XLR
Il mirino è montato su rampa è protetto da un tunnel in lamiera d’acciaio
Mirino a perla della carabina marlin 336 XLR
Il mirino a perla, con parte posteriore in ottone
Fori per ottica sulla carabina Marlin 336 XLR
Sulla sommità del castello vi sono, protetti da viti, i fori filettati per l’ottica

Le mire, con mirino a perla e tacca molto aperta, non sono forse ideali per il tiro di precisione ma eccellenti per quello d’imbracciata, che è quello a cui è destinata questa carabina. 

È pur vero che sulla parte superiore del castello sono presenti i fori filettati per il fissaggio di una basetta Weaver o Picatinny alla quale agganciare l’ottica, ma l’opinione di chi scrive è che il montaggio dell’ottica snaturi l’estetica di un’arma che è nata per procurarsi il cibo e non per le competizioni di bench rest.

Per la pulizia della carabina, al momento di iniziare le operazioni bisogna ricordarsi che all’epoca della progettazione delle carabine a leva il concetto di ergonomia non era ancora universalmente acquisito in campo armiero. 

C’è un netto miglioramento rispetto al fucile Berthier, in cui per smontare l’otturatore si deve procedere alla rimozione di una vite e di un piccolo componente - non esattamente la condizione ideale per chi si trovi nel fango di una trincea – ma anche qui per procedere alla pulizia occorre smontare la leva d’armamento ed estrarre l’otturatore. La vite della leva non è prigioniera e occorre fare attenzione a non perderla; inoltre ha una testa a taglio che potrebbe segnarsi. Nel nostro caso la testa della vite è indurita superficialmente per cui dovrebbe essere a prova anche di manovre inconsulte con il cacciavite, ma se la carabina fosse la mia sostituirei immediatamente quella vite con una Allen. Il manuale dice che l’espulsore deve essere rimosso prendendolo con una pinza e tirandolo, ma quello della carabina provata da me si è sfilato spontaneamente. 

Leva d'armamento carabina Marlin 336 XLR calibro .30-30
Per la manutenzione occorre smontare la leva d’armamento
Leva e otturatore della Marlin 336 XLR 
Leva e otturatore separati dall’arma
Sicura della Marlin 336 XLR
Come funziona la sicura

Non è troppo piccolo e soprattutto la pulizia di una carabina a leva, arma rustica ideata per operare in condizioni avverse, si fa a casa propria e su un tavolo. Poco male, quindi. 

Vogliamo provare a trarre qualche conclusione? L’arma è solida, la vedremmo anche camerata per calibri più performanti, resiste alle intemperie e il calcio di legno laminato non teme l’umidità. Il prezzo è robusto, perché il materiale utilizzato costa e perché l’acciaio inox è più difficile da lavorare rispetto a quello al Carbonio, ma occorre considerare che siamo di fronte ad un’arma che, dopo tre generazioni di utenti, nemmeno i vostri nipoti saranno riusciti a portare a termine.

Marlin 336 XLR
SCHEDA TECNICA

Vista laterale della carabina Marlin 336 XLRRoberto Allara

€1614,00
Fabbricante

Marlin, USA

http://www.marlinfirearms.com/

DistributorePaganini
www.paganini.it
Modello336 XLR
Tipocarabina a leva
Calibro.30-30 
Lunghezza canna61 cm
Rigatura

a sei principi destrorsi ricavati per brocciatura

Passoun giro in 12 pollici
Mirinoa perla protetto da tunnel
Tacca di miramolto aperta, regolabile in altezza
Sicuraa traversino sul castello
Sicura automaticaprotezione contro lo sparo a otturatore non completamente chiuso
Caricatoretubolare sotto la canna
Materiali / Finiturecalcio in legno laminato; calciolo in gomma morbida nera
Lunghezza totale108 cm
Peso3450 g 
Prezzo1614 €