Beretta-Uberti Gold Rush Short Rifle

Quando il team All4shooters.com ha ordinato un grosso lotto di armi da sottoporre a test, ha trovato tra queste anche il Beretta-Uberti Gold Rush Short Rifle. E insieme al fucile a pompa dotato di caricatore tubolare, eccolo di nuovo: il ricordo, come una grande bolla di sapone, delle armi americane del XIX secolo. Nel 2002, l’azienda statunitense American Western Arms (AWA), in collaborazione con gli stabilimenti italiani di Mateba, annunciò la presentazione della prima replica di un fucile a ripetizione nello stile del Colt Lightning: “Finalmente” dissero i tiratori Western, “un’azione diversa dall’eterna ripetizione a leva à la Marlin e Winchester”. Prontamente altri produttori sono saltati sul treno in corsa: United States Fire Arms (USFA), Taurus, Beretta e Pedersoli. Ma succede così quando si va troppo di fretta: in quasi tutti i primi modelli la ripetizione era difettosa. A volte le cartucce si inceppavano all’ingresso nel serbatoio. Altre volte finivano sotto il cucchiaio di caricamento per restarvi, lasciandosi liberare solo dopo lunghe e delicate operazioni.

Beretta-Uberti Gold Rush
Beretta-Uberti Gold Rush

Così i tiratori Western, dapprima entusiasti, presero le distanze da queste repliche: nessuno voleva un fucile a ripetizione che non ripeteva e costava anche caro. Di tutte quelle armi “slide action”, solo il Pedersoli Lightning è sopravvissuto fino a oggi. Il suo sistema di caricamento, all’inizio un po’ troppo duro, in realtà lo ha salvato e dopo qualche piccola modifica si è fatto apprezzare dai tiratori Western che non vogliono il caricamento a leva. E gli altri? Taurus e USFA hanno archiviato i loro modelli. AWA ha subito un cambiamento di proprietà e di sede, ma non è più presente sul mercato europeo. Resta la ditta Aldo Uberti, di proprietà Beretta. Da questa è trapelato che si sarebbe riproposto ancora una volta il Gold Rush, e altrettanto ha fatto All4shooters.com, provando un fucile .45 Colt di fabbricazione Uberti e adorno del blasone Beretta.

L’arma da noi provata è dotata di canna ottagonale da 20 pollici come quella delle carabine Lightning ed è per questo definito “Short Rifle” cioè fucile corto. Ricordiamo che in origine la Colt Lightning nella versione “rifle” montava una canna da 26 pollici. La Gold Rush non deve solo qualcosa al modello Lightning ma anche ai fucili con ripetizione a leva Winchester. Analogamente a questi presenta un bilanciamento leggermente più avanzato di una carabina, a causa della canna pesante. Per questo anche i tiratori Western odierni preferiscono questo tipo di “fucili corti”. Canna, otturatore, mirino, serbatoio tubolare e calciolo sono bruniti. Bruniti anche cane e grilletto, ma in questo caso con fianchi lucidati lisci. Il calcio è in noce con superfici di presa zigrinate. La carcassa presenta una finitura tartarugata con riflessi in blu, grigio e marrone. Le finiture sono adeguate, né grossolane né eccessivamente fini. Le verifiche funzionali sul Gold Rush Short Rifle scarico hanno dimostrato che il ciclo di armamento di 5 cm (come usuale in questo tipo di arma)  avviene senza intoppi ed è assai più preciso che nei primi esemplari dello stesso produttore.  

Beretta-Uberti Gold Rush 
Solo con l’astina retratta e l’otturatore aperto è possibile premere la flangia di chiusura e inserire le cartucce

Alla sensazione piacevole contribuisce non poco anche l’astina zigrinata e ben grippabile. Allo scatto il dito avverte una leggera precorsa a vuoto. Gli esaminatori hanno valutato soddisfacente la qualità dello scatto. Ancora qualche ritocco sarà senz’altro utile. Prima del tiro occorre inserire le cartucce nel serbatoio. A questo fine, nei Lightning si porta indietro l’astina quindi si inseriscono le munizioni attraverso lo sportellino di caricamento posto sul lato destro della carcassa. E qui ci sono stati i primi problemi. Gli esaminatori si sono trovati le punte delle dita sbucciate dagli spigoli vivi della finestra di caricamento, che insieme alla robusta molla di richiamo dello sportellino, rende il riempimento del serbatoio una faccenda dolorosa. Prima del test pratico, gli esaminatori hanno scaricato più volte rapidamente il fucile, portandolo velocemente alla spalla. Questo per prendere confidenza con la gestione e l’equilibrio dell’arma. È andata così: per i tre esaminatori di statura compresa tra 1,72 e 1,85 m, il Gold Rush si disponeva in modo che l’occhio si posasse immediatamente sul mirino ben visibile al centro della tacca di mira. Proprio come prescrive lo standard per i fucili da caccia con organi di mira aperti e come occorre ai tiratori Western per le loro discipline in cui anche una frazione di secondo è importante. Autentico, molto americano e di bella linea il calciolo di tipo “Crescent Butt Plate” ovvero con calciolo metallico a mezzaluna che rende molto stabile l'imbracciata, anche se portando l'arma alla spalla molto velocemente c'è il rischio di un doloroso contatto con lo spigolo dell’estremità inferiore: i pragmatici restano in gran parte fedeli a calci da carabina con calciolo diritto, anche nelle versioni rifle.

Beretta-Uberti Gold Rush 
Prova di tiro: bossoli volanti

Durante la prova a fuoco non eravamo particolarmente preoccupati per la precisione. Varie prove con i Beretta-Uberti Gold Rush (.45 Colt e .357 Magnum) avevano già dimostrato in precedenza che l’accuratezza di tiro richiesta dalle gare Western era più che raggiunta e paragonabile a quella dei fucili a leva di stessa lunghezza di canna e stesso calibro.

Maggiore interesse suscitava il comportamento dell’alimentazione delle cartucce e dell’espulsione dei bossoli vuoti senza intoppi. Gli esaminatori hanno provato le seguenti cartucce di fabbrica:

Magtech 250 grani L-Flat, WM Bullets 220 grs Lead FP e O & C Smokeless Ammunition 255 grs. Poi sono state provate alcune ricariche manuali con i seguenti tipi di palla:

250 grs H  & N HS Cr,
250 grs RBC RNFP,
250 grs RNFPBB e 260 grs WM TC SM.


Beretta-Uberti Gold Rush 
Come dimostrato dai bossoli volanti, la ripetizione del Beretta-Uberti Gold Rush è netta e senza intoppi

In breve, al fuoco l’arma ha sparato tutte le cartucce in modo netto, fluido e affidabile. Non una è finita sotto la cucchiaia o si è inceppata, né si sono verificati problemi di espulsione. Peraltro le prove con diverse .45 a salve (naturalmente a pieno calibro) hanno dimostrato che il Gold Rush non si comporta diversamente da alcuni fucili a leva. L’arma funziona al meglio con palle ogivali a punta piatta mentre usando palle a profilo ogivale l’affidabilità non è garantita. Inoltre, il Gold Rush Short Rifle richiede una mano forte per mettere il colpo in canna.

Se tuttavia ci si è abituati alla breve e pesante corsa dell’astina, si trova facilmente il ritmo giusto per sparare rapidamente, camerare, mirare e sparare di nuovo. Naturalmente un armaiolo esperto potrebbe desiderare qualche altra lucidatura e regolazione fine, ma l’impressione complessiva in sintesi è che sparare con l’elegante Gold Rush Short Rifle risulta un vero piacere. Soprattutto nei tiri veloci a mano libera, con la tacca di mira nella posizione più bassa, alle distanze tipiche del tiro Western, 20-30 m circa, colpisce bene il nove del bersaglio da pistola DSB e offre persino qualche rosata “foro su foro”.