Cinema: Kilo Two Bravo. Il flagello delle mine antiuomo

Quando vedrete questo film non vi aspettate scontri in campo aperto con le forze talebane dell’Afghanistan, anzi alla fine dei conti, con i talebani non c’è nemmeno un vero e proprio “ingaggio”. Il pericolo che gli uomini del 3°Battaglione, Reggimento Paracadutisti di Sua Maestà devono affrontare è ancora più infido perché si nasconde sotto il terreno pietroso di questi inospitali monti asiatici. 

Kilo Two Bravo
Nella prima parte del film si descrive la vita monotona e noiosa della piccola pattuglia britannica, ma la calma durerà poco

Sono le mine antiuomo di fabbricazione sovietica, lasciate alle proprie spalle dall’Armata Rossa in ritirata negli anni '80 e che dovevano servire proprio ad annientare quei talebani di cui ora sono diventate inaspettatamente alleate, contribuendo alle perdite delle forze della coalizione impegnate nel paese. Si calcola che sul territorio afghano vi siano oltre dieci milioni di mine di fabbricazione sovietica ancora inesplose. Nel causare perdite al nemico, anche in Afghanistan, sono risultate essere molto più letali di qualsiasi altra arma; era doveroso parlarne in un film di argomento militare come per noi recensire tale pellicola.

Ecco i fatti: Afghanistan 2006, una piccola unità di paracadutisti inglesi è posizionata su un crinale che domina una diga nel Kajaki. Terreno desertico a perdita d’occhio, in alto un cielo accecante. La prima parte della pellicola è dedicata proprio alla noiosa e monotona vita nel piccolo accampamento. Difficile non pestarsi i piedi e soprattutto mantenere comunque alta la concentrazione in cerca di un possibile attacco alla diga da parte di unità talebane. 

Il tutto cambia quando per portarsi a distanza utile di tiro da un gruppo di camion sospetti una pattuglia composta da tre uomini parte dal distaccamento e inizia a scendere a valle, nel letto di un fiume ormai inaridito. Non arriveranno mai a destinazione. Ad attenderli in basso il più subdolo e invisibile dei nemici: mine antiuomo di fabbricazione sovietica, vecchie di un quarto di secolo, regalo mortale della ritirata dell’Armata Rossa. 

Kilo Two Bravo
Presto i parà si troveranno ad affrontare un nemico ben più insidioso ed invisibile dei talebani: le mine antiuomo

I parà inglesi vengono attirati ad uno ad uno in quei pochi micidiali metri quadrati di sabbia, spinti dal cameratismo di aiutare il compagno appena mutilato; proprio come chi aveva posizionato i terribili ordigni negli anni ’80 aveva sperato e previsto. Non uccidere ma invalidare il più alto numero di nemici possibile per costringere l’avversario a impiegare prima sul campo per il recupero dei feriti, poi nelle retrovie per le loro cure, molte delle sue energie. Non un colpo di fucile d’assalto, non una rapida azione di fuoco da parte di un plotone abile a coprirsi.    

Solo lunghi attimi e inesorabile, ad ogni piccolo movimento, la paura di sentire un’altra deflagrazione e altre urla agghiaccianti. Tutto questo è Kilo Two Bravo (K2b) o Kajaki, come nel titolo originale dell’opera, basato sulle memorie di Mark Wright, uno dei protagonisti della vicenda. Sono 40 minuti, quelli, finali veramente carichi di adrenalina e purtroppo tristemente realistici. La vicenda dei parà in questione è una storia vera, come reali sono i tantissimi invalidi da scoppio di mina (non solo ex militari ma soprattutto civili) che ci testimoniano come nelle guerre contemporanee e in quelle passate questo tipo di arma abbia voluto e voglia il suo tributo di sangue anche ben oltre la cessazione delle ostilità. 

Per rendersi conto della loro ancora vasta diffusione (nonostante il trattato di Ottawa del 1997 le abbia messe al bando, vietandone la produzione, la vendita e l’impiego sul campo), basta pensare che ogni 20 minuti in qualche parte del mondo un essere umano salta su una mina; le mine antiuomo hanno causato 5.197 morti nel 2011, un terzo dei quali bambini.

Ma torniamo al nostro film, prendendo in esame le armi e gli armamenti che ci mostra.

Kilo Two Bravo 
Una mina antiuomo PMN-2 di fabbricazione sovietica, la minaccia che i protagonisti dovranno fronteggiare

Le mine antiuomo PMN-2

Le protagoniste indiscusse della storia sono le mine sovietiche. Nel film si intravede appena il loro meccanismo di innesco a pressione, quando con l’uso di pugnali in dotazione i parà smuovono la sabbia sopra di esse per individuarle. 

Presumibilmente si tratta di PMN di seconda generazione, mine antiuomo progettate e costruite in Unione Sovietica. Il loro involucro è realizzato in materiale plastico stampato ad iniezione. In generale, il colore è verde-foglia. La parte superiore della mina ha una piastra di pressione a forma di X fatta di gomma nera. Il contenuto è costituito da un esplosivo basato su TNT. Rispetto alle PMN-1, le PMN-2 hanno una spoletta più difficile da disinnescare.    

Fucile d'assalto SA 80
L’arma individuale dei paracadutisti britannici è il fucile d’assalto Bull-Pup SA 80 in calibro 5.56

Fucile d'assalto SA 80

Il fucile Enfield SA 80 è un'arma individuale britannica, in calibro 5,56 mm, con tiro utile di 500 metri e cadenza di tiro 750/800 colpi al minuto, ciclico; caricatore Stanag da 30 colpi o Beta-C-Mag da 100 colpi. L'arma monta un'ottica Susat 4x.

La configurazione adottata per l'arma è quella bull pup, questa differente disposizione riduce la lunghezza totale del fucile senza influenzare quella della canna e quindi la precisione. Messa a punto nel 1985 ha sempre lamentato delle difficoltà di impiego in ambienti caldi e desertici nonostante le varie modifiche effettuate dopo la Prima Guerra del Golfo.

Kilo Two Bravo
Il tiratore scelto della pattuglia è armato con una carabina bolt action Accuracy International L115A3 in .338 LM

Accuracy International L115A3

Il tiratore scelto della pattuglia che cerca di avvicinarsi ai camion talebani è armato con una carabina Accuracy International L115A3  in calibro .338 Lapua Magnum. Il L115A3 è una variante inglese del AWSM (Arctic Warfare Super Magnum), un fucile di precisione molto usato in condizioni estreme perché resistente a temperature da -40 °C a +50 e per il suo peso relativamente ridotto. Comparato con l'AWSM, l'AWM ha un otturatore più lungo. Il caricatore può alloggiare 5 colpi.    

Il freno di bocca riduce il rinculo ed la vampa alla bocca. Normalmente gli AWM sono equipaggiati con un cannocchiale Schmidt & Bender II Military MK II con  ingrandimento fisso 10x oppure diversi modelli della stessa ottica in configurazione variabile. Il tiro utile si attesta sui 1.100 metri (calibro .300 Winchester Magnum o 1.500 metri (in calibro 338 Lapua Magnum).

Mitragliatrice Browning M2HB
La mitragliatrice Browning M2HB calibro 50 che nel film compare montata su una WMIK Land Rover

Browning M2HB

La mitragliatrice pesante Browning M2HB calibro 50 che compare nel film è montata su una WMIK Land Rover. Molto efficace contro la fanteria e i blindati leggeri. Progettata dopo la fine della Prima Guerra Mondiale ha un peso di 38,14 kg (58 kg con il treppiede). Il tiro utile è di 800-1.200 metri la cadenza di tiro di 485/635 colpi al minuto.

Mitragliatrice FN Mag
La mitragliatrice FN Mag in calibro 7,62x51 è una mitragliatrice per impieghi generali che può essere usata montata su veicoli blindati o corazzati

L7 Machine Gun

La FN MAG, di cui la L7 è una variante, è una mitragliatrice per impiego generale (GPMG), di costruzione belga e ampia diffusione a livello mondiale, adottata anche dall'esercito USA con la sigla M240.  Camerata in calibro 7.62 con cadenza di tiro regolabile tra 650 e 1.000 colpi al minuto, ha tiro utile su treppiede e con traccianti fino a 1.800 metri. Il peso è di 10,15 kg senza piedistallo.

FN Minimi 
La mitragliatrice FN Minimi in calibro 5,56x45 qui nella versione per paracadutisti, dotata di calcio retrattile

M249 SAW (Squad Automatic Weapon)

La FN Minimi è una mitragliatrice leggera calibro 5,56×45 mm NATO a sottrazione di gas, prodotta dall'azienda belga Fabrique Nationale de Herstal (FN). È utilizzata dalle forze armate statunitensi con la denominazione M249 SAW (Squad Automatic Weapon - mitragliatrice di squadra) ma anche dallo Special Air Service britannico. L’arma infatti è stata concepita come arma di squadra, compatta e manovrabile, doti che però hanno portato ad un'obbligatoria riduzione di raggio utile di tiro che non supera i 400 metri. La versione impiegata nel film è quella con con caricatore a tamburo da 200 colpi in dotazione ai parà inglesi.

Kilo Two Bravo 
I paracadutisti del 3° battaglione della Air Assault Brigade, armati con fucili d'assalto L85A2 . Alcuni indossano le caratteristiche magliette color rosso granato

I parà inglesi in Afghanistan

I paracadutisti del 3° Battaglione furono inviati in Afghanistan nell’ambito dell'Operazione Herrick, inquadrati nella 16 ma Air Assault Brigade. 

Facevano parte di un contingente di 3.300 soldati britannici distribuiti nella provincia di Helmand nel sud dell'Afghanistan come truppe della NATO International Security Assistance Force.

Trailer ufficiale del film

Locandina Kilo Two Bravo 
La locandina originale del film che è stato accolto molto favorevolmente dalla critica britannica e americana