La coturnice: biologia e caccia

La coturnice, è diffusa dalla Grecia fino alle Alpi lungo tutti i Balcani, e poi giù, sugli Appennini; occupando anche vasti areali dell'Asia Minore e della Sicilia, dal livello del mare ai 1700 m. 

Una distribuzione particolare e resa possibile solo grazie al regredire delle calotte glaciali che ricoprirono il nostro continente in epoca quaternaria e che riassettarono buona parte degli ecosistemi. Inoltre, la specie è politipica ed esistono varie sottospecie che differiscono sia per gli aspetti morfologici che comportamentali.

Descrizione e habitat della coturnice

Coturnice tra le rocce
La coturnice non evidenzia particolari dimorfismi sessuali; i suoi colori e le sue forme si confondono tra le rocce in cui fa perdere le proprie tracce ai predatori.

Nel dettaglio, è un magnifico e affascinante fasianide del peso di circa 500-700 grammi e non più lungo di 35 cm, con un'apertura alare di appena 50. 

Gode di un buono stato di salute a livello continentale, rimanendo però, purtroppo, solo un bellissimo ricordo per molti cacciatori delle montagne italiane. 

Infatti, in seguito all'abbandono marcato delle attività agro-silvo-pastorali tradizionali a partire dalla seconda metà del '900, la coturnice ha ridotto il proprio areale di distribuzione sull'arco alpino e prealpino, andando incontro non di rado ad estinzioni su scala locale. 

In altre aree invece è solitamente soggetta a fluttuazioni sul medio/lungo periodo.

Habitat da coturnici
Tipico habitat da coturnici.

Il dimorfismo sessuale di questa specie è molto poco evidente e sicuramente non determinabile durante un'azione di caccia, tant'è che la stessa, in Italia, è concessa sia al maschio che alla femmina dal 1° di ottobre al 30 novembre, purché ne sia stato preventivamente redatto un piano d'abbattimento. 

Il numero di capi abbattibili, come spesso accade, viene stabilito dalla pubblica amministrazione preposta (un tempo le province) che si basa sui dati degli abbattimenti relativi agli anni precedenti, nel caso ve ne siano stati, e a quelli dei censimenti. Queste rilevazioni statistiche e numeriche si programmano per la primavera, ossia durante la stagione degli amori e, poi, per valutarne il successo riproduttivo, in tarda estate con l'ausilio dei cani da ferma. 

Gli adulti presentano un piumaggio grigiastro, con una macchia golare bianca contornata di nero e delle fasce sui fianchi a colori alternati e variopinti, che sembrano essere stati affiancati uno ad uno con le tempere da una mano esperta.

La lista degli alimenti di cui si ciba è molto lunga e la dieta è prevalentemente erbivora, anche se in estate non disdegna gli insetti e altri piccoli invertebrati. La parte più consistente, in qualsiasi stagione, è comunque rappresentata da frutti, gemme e apici vegetativi di un ampio spettro di specie arboree e arbustive.

Biologia della coturnice

Cacciatore con coturnice
Un solo selvatico può rappresentare una conquista impagabile per un cacciatore, dopo ore di cammino in terreni impervi in cui i grandi cani da ferma si sacrificano ed esaltano le proprie doti.

Per quanto riguarda il loro ciclo annuale, va detto che sul finire di marzo, dopo la fase gregaria invernale, l'eccitazione sessuale diventa predominante. 

Ecco che i giovani sono costretti ad andare in cerca di territori da occupare, mentre la coppia rimane in quello d'origine. 

Finite dunque le parate e le lotte tra maschi, la femmine depone in un nido a terra coperto da rocce sporgenti una decina di uova. 

L'incubazione dura dalle 24 alle 26 giornate e i pulli, bucato il guscio, sono subito in grado di abbandonare il nido e seguire la madre in pastura. 

I maschi in questo periodo mutano il proprio piumaggio rimanendo nelle vicinanze del nido e partecipando, delle volte, alle attività della femmina.

Caccia alla coturnice

Bracco tedesco su coturnici
La caccia alla coturnice non può prescindere da cani da ferma che abbiano sviluppate perfettamente tutte le attitudini di un cane completo; grande cerca, resistenza, solidità nella ferma e capacità di effettuare recuperi spesso molto distanti e laboriosi.

La caccia non è mai banale né facile. 

La coturnice predilige ambienti sassosi di media/altra montagna che limitano e spesso feriscono i nostri ausiliari. 

È una grandissima pedinatrice che conosce molto bene i propri limiti e le proprie abilità. 

Non di rado, infatti, corre schiacciata al suolo fino al margine estremo degli strapiombi, per poi tuffarsi nel vuoto e lontano dalle canne dei nostri fucili. 

Inoltre, le ali corte e tozze fanno sì che il frullo sotto ferma sia così rumoroso da esasperare l'eccitazione del cacciatore prima del tiro. 

E l'uccello, proprio grazie a queste caratteristiche aerodinamiche, riesce ad involarsi così velocemente che è quasi sempre necessario abbondare con il cosiddetto “anticipo”. 

Un fucile a una o due canne (65/67 cm) calibro 12 con piombo dell'8 e del 5 è sempre un valido punto di partenza per assicurarsi l'esito sperato.

Altra peculiarità di questa specie è quella di canticchiare al mattino presto, per radunarsi, prima di spostarsi nelle zone di alimentazione. Si tratta di una voce stridente, fatta di c e r “cicr-cicr”, che risulta difficilmente imitabile, ma udibile a lunga distanza. 

Il cacciatore che cercherà di minacciare l'abile fasianide ascoltandone la provenienza del suono e dirigendosi in quel luogo, compirà il più delle volte un'azione vana e fine a sé stessa. Certamente le coturnici saranno già volate vie e avranno iniziato a pasturare altrove.