Furto venatorio: che cosa significa?Che cosa si rischia?

Come la caccia, per me, il diritto è una passione. Anzi, una passionaccia. Si dice che la caccia bisogna averla nel sangue. 

Mi vengono in mente, mentre le mie dita ossute corrono sulla fredda tastiera del Mac, le parole di Annibale Bocchiola in Vecchia Cacciatora. “Si può nascer cacciatori come si può nascer poeti, guerrieri o criminali.” O Giuristi. Ahimè, a me sono toccate tutte e due. Ho scelto così, mosso dal fuoco dell’amore e dell’attrazione nei confronti di questi due mondi, di unirli. 

Ho scelto di occuparmi del diritto e delle leggi che regolano l’Arte Venatoria in Italia ed ho scelto, per la solidarietà che ci unisce o dovrebbe unirci, di spiegarvi, di chiarirvi e di rendere meno oscuri tutti gli aspetti della legge che in Italia e in Europa regola la caccia. 

Ho deciso di iniziare partendo da un problema che, troppo spesso, si presenta alle cronache e che, ancora, si presta come arma nelle mani di pseudo animalisti pronti a sparare su qualsiasi cosa si muova. Sto parlando, amici cacciatori, del problema del Furto venatorio. Facciamo qualche esempio, per capirci e soprattutto per farvi capire.

Il furto venatorio

Cacciatore con cane
Essere cacciatori significa essere persone incensurate ed oneste, conoscere la legge pertanto è necessario anche per tutelarci dal fanatismo e dall’arroganza di coloro che condannano tout court la nostra grande passione.

Tizio una mattina si sveglia e decide di andare a caccia con Caio. 

Caio ha la licenza, E Tizio, invece, non ce l’ha. Che cosa succede nel momento in cui le Forze dell’Ordine, dopo un controllo, accertano che Tizio che non ha la licenza, stava cacciando? 

Scatta, ai sensi degli artt. 624 e 625 del Codice Penale, una denuncia per Furto aggravato ai danni dello Stato. 

C’è da dire, intanto, che la denuncia in questo caso è procedibile d’ufficio. Che significa? Significa, semplificando, che dal momento in cui l’Autorità Giudiziaria ha conoscenza del reato di furto aggravato, questa mette in moto un meccanismo che non si può più bloccare. Vediamo ora che cosa si rischia. 

Polizia
All'accertamento di furto venatorio, quindi di esercizio venatorio privo dei requisiti previsti dalla legge scatta per il trasgressore, ai sensi degli artt. 624 e 625 del Codice Penale, una denuncia per Furto aggravato ai danni dello Stato.

Sempre ai sensi degli artt. che abbiamo citato, si rischiano da 1 a 6 anni di reclusione in prigione ed una multa che può andare da 103,00 euro a 1032,00

Chi è, però, che potrebbe contestare a Tizio (ricordiamolo: privo di licenza di caccia e “pizzicato” in atteggiamento venatorio”) il reato? In questo caso, come riporta l’art. 57 del Codice di Procedura Penale, tutti i Corpi che esercitano la funzione Giudiziaria, e cioè: Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza e, dopo la riforma, Carabinieri Forestali. 

Ma anche, e soprattutto, quei corpi che sono Privi della funzione di Polizia Giudiziaria, e cioè: Guardie Giurate volontarie venatorie, Guardie Giurate Comunali, forestali e campestri, Guardie volontarie delle associazioni venatorie e guardie giurate private

Vediamo adesso una situazione diversa. Tornando al nostro esempio di prima, pensiamo a Caio, titolare di regolare licenza da caccia, preso dai Carabinieri Forestali, mentre fa la posta alla beccaccia. In questo caso, al di là del riprovevole comportamento, la 157 del 92 prevede una sanzione (multa) che va da103 euro a 619 se è la prima volta che si viene beccati. Se il comportamento è recidivo (quindi dalla seconda in poi) da 258 euro a 1.549. Non solo.

A seconda delle modalità più o meno cruente di caccia adoperate, si rischia una denuncia per uccisione o maltrattamento di animali. 

Che cosa si rischia in questo caso? Nel caso in cui il reato contestato sia l’uccisione di animali, si rischiano da due mesi a quattro anni di galera. 

Se invece le Forze dell’Ordine contestano il maltrattamento di animali si rischia una multa che va da 5.000 a 30.000 euro. 

Se dal maltrattamento dovesse derivare la morte dell’animale, la pena aumenta della metà. Amici cacciatori non facciamoci trovare impreparati. Conoscere la legge CI SERVE. 

Ci serve come strumento di tutela per noi stessi, per la nostra sicurezza, per i nostri amici ausiliari. Ci serve, soprattutto, per rispondere al fanatismo e all’arroganza di certi signori che condannano tout court la nostra grande passione. Essere un cacciatore è un conto. Essere un assassino col grilletto ben oliato pronto ad ammazzare qualunque cosa, in qualsiasi modo, non è parte del mondo venatorio, Non è questa la caccia che vogliamo, per cui lavoriamo, e che abbiamo deciso di tutelare e salvaguardare.