Piemonte, il Tar ordina la modifica del calendario venatorio

Non ci interessa entrare nell'antichissima diatriba tra poteri dello Stato né affrontare l'enorme capitolo della cosiddetta giurisprudenza creativa: ciò che adesso conta per il mondo venatorio è che il Tar del Piemonte ha accolto l'istanza cautelare di Federcaccia, Libera Caccia, Enalcaccia, ANUU, EPS, nove Atc e due Comprensori Alpini sospendendo in parte il calendario venatorio vidimato dalla Giunta Chiamparino e ordinando alla Regione di provvedere alla nuova regolamentazione entro 20 giorni. La prosecuzione della fase cautelare è fissata al 15 settembre 2016.

Undici specie da includere nel calendario venatorio

L'ordinanza sul ricorso 590 rilasciata in data 28 luglio dalla Seconda Sezione del Tar accoglie in parte l'istanza cautelare dei proponenti e sospende l'efficacia del calendario venatorio 2016-2017 per le specie fischione, canapiglia, mestolone, codone, marzaiola, folaga, porciglione, frullino, pavoncella, moretta e combattente, ordinando alla Regione Piemonte di provvedere a una nuova regolamentazione entro venti giorni.

Il Tribunale considera che non sussistano gli estremi per considerare i ricorrenti non coinvolti nella stesura del calendario venatorio, perché “la Regione ha dimostrato di aver consentito la presentazione di osservazioni da parte di associazioni e organizzazioni riconosciute ai sensi della legge 157/1992”, ma ritiene ingiustificato il mancato inserimento nel calendario venatorio delle undici specie escluse, tutte considerate cacciabili dalla legge 157/1992.

Ancora niente su pernice bianca, allodola e lepre variabile

Ma per i ricorrenti non è stata una vittoria a 360°. Il Tar rimanda a un nuovo esame la presunta incostituzionalità del divieto di caccia a pernice bianca, lepre variabile e allodola e considera legittime sia le limitazioni al carniere giornaliero e stagionale per tortora, quaglia e beccaccia, “poiché le linee-guida ISPRA prescrivono quantità massime di prelievo, rispetto alle quali non può negarsi alla Regione la facoltà di prevedere riduzioni”, sia l’articolazione del calendario per tortora, quaglia, beccaccia, cesena, tordo bottaccio, tordo sassello e cervo, “rispetto alle quali la Regione si è sostanzialmente conformata ai suggerimenti formulati dall’ISPRA”.

È particolarmente sentita (e controversa) la disciplina delle tre specie escluse dal prelievo venatorio, da quando un emendamento inaspettato del Movimento 5 Stelle modificò in corsa il calendario venatorio della stagione passata; e il divieto si è riproposto pari pari per la stagione 2016/2017. Almeno fino al 15 settembre.

Le reazioni: soddisfatta la Federcaccia Piemonte

Ma per i ricorrenti tanto basta per esultare. La Federcaccia del Piemonte ha rilasciato una nota nella quale sottolinea “il crescente entusiasmo per il grande successo della manifestazione del 10 giugno” e parla di “un risultato storico per la caccia piemontese”: non va peraltro dimenticato che si tratta del quarto ricorso consecutivo vinto dalle associazioni venatorie contro la pubblica amministrazione locale.

In ogni caso la Fidc non allenta la ripresa e, riconoscendo che le prossime settimane saranno particolarmente intense, sottolinea che “la Regione Piemonte dovrà dimostrare d’aver appreso la lezione” e i cacciatori “dovranno accettare il dialogo con le istituzioni per sbrogliare la complicata matassa in cui è malamente incappata l’amministrazione subalpina”.

La Federcaccia si dichiara totalmente disponibile al confronto ma ribadisce che è necessario che “dall’altra parte vi sia la piena consapevolezza di come i cacciatori non accetteranno più atteggiamenti ostili o pregiudiziali” “persecuzioni verso la propria categoria”.

E rimane aperto un altro fronte sul sentiero infuocato verso il caldo autunno.

(esseti)