Calendario venatorio, il Tar della Lombardia respinge ricorso LAC

Ogni tanto sbagliano anche i proverbi. Era andata malissimo ai cacciatori abruzzesi, costretti a riporre le doppiette per tutto il mese di settembre. È andata male in Liguria, dove non si potrà cacciare lo storno in deroga fino alla fine di ottobre. Ma al terzo tentativo la giustizia amministrativa ha cambiato fronte. E i cacciatori lombardi possono tirare un sospiro di sollievo: il Tar ha respinto il ricorso della Lega per l’Abolizione della Caccia. E rimane in vigore il calendario venatorio per allodola, combattente, moretta, moriglione, pavoncella, pernice bianca e quaglia.

La sentenza: nessun pregiudizio all’allodola

Col ricorso protocollato 2114/2016, la LAC aveva agito in giudizio contro la Regione Lombardia, l’ISPRA e la sezione bresciana dell’ANUU chiedendo che la decisione monocratica del presidente del TAR sospendesse il provvedimento con cui la Giunta Maroni aveva definito il calendario per il prelievo delle sette specie sopra citate.

Ma secondo il giudice non esistono “i presupposti del pregiudizio imminente e irreparabile dedotto dalla parte ricorrente, tenuto anche conto del termine del periodo di caccia fissato al 31 dicembre 2016”, perché si giustifichi una misura cautelare prima della discussione in Camera di consiglio, calendarizzata il 26 ottobre. E nel concreto, sullo stato di conservazione critico dell’allodola in Italia e in Europa “appare necessario valutare nel pieno contraddittorio, sin qui non ancora instaurato, su quali dati sufficientemente certi e aggiornati quelle informazioni si fondino e comunque su quali altre, recenti e attendibili, quel dato trovi conferma”. In più, il Tar della Lombardia non ritiene provato che “l’avvio della caccia all’allodola, posticipato al 1° ottobre 2016, possa comportare il dedotto pregiudizio imminente e irreparabile della specie cacciata, tenuto conto del fatto che la Regione Lombardia ha comunque orientato il calendario di caccia all’allodola in un senso che, per tempo e modalità, aderisce, sia pure parzialmente, alle indicazioni prudenziali del parere ISPRA”.

L’assessore lombardo Gianni Fava: “Una sentenza rasserenante"

In una nota rilasciata dopo la decisione del Tar, l’assessore all’agricoltura della Lombardia Gianni Fava apprezza l’equilibrio del tribunale: “Non è mia abitudine commentare i pronunciamenti degli organi giudiziari, ma quanto stabilito dal Tar della Lombardia mi auguro possa rasserenare gli animi delle associazioni anticaccia e confermare, semmai ce ne fosse ulteriore bisogno, che i provvedimenti della Lombardia in ambito venatorio si fondano su solide basi giuridiche e scientifiche e solo queste possono dare certezze ai cacciatori. Non è nel nostro interesse operare contro qualcuno” prosegue Fava “e gli uffici di Regione Lombardia continueranno ad applicare le regole secondo buonsenso e in totale equilibrio, nel rispetto delle normative. La collaborazione di tutte le associazioni è sempre ben gradita, ma gli uffici regionali hanno bisogno poi di lavorare in maniera costruttiva”.

 

Certo, ci sarà poi il varco della Camera di consiglio; e certo, nelle ultime settimane le associazioni animaliste stanno dando battaglia e registrando anche qualche successo pesante. Ma non è questo il giorno.

(esseti)