Caccia alla lepre: le ultime di stagione

Le chiusure di caccia hanno sempre uno strano ed intenso sapore. Un insieme di emozioni contrastanti assalgono gli appassionati che tra somme e bilanci, sogni e speranze cercano di vivere fino in fondo gli ultimi momenti alla ricerca del selvatico che più amano. Sono questi i giorni finali per i cacciatori segugisti che dedicano alla lepre gran parte delle proprie fatiche venatorie. 

L’inverno è alle porte e la natura è completamente cambiata rispetto a quella che ci vedeva a caccia nelle stoppie dei campi coltivati. Ora la vita si è fatta più dura per le lepri e di conseguenza per coloro che le cercano, è qui che la caccia diventa quanto mai sportiva e gli incontri mai casuali. 

Le lepri infatti date le ampie superfici ormai arate devono percorrere ampi tragitti in cerca di cibo durante la notte e solo i migliori segugi sapranno ricostruire le trame di queste lunghe ed intricate tele intessute dai selvatici in pastura.

Caccia alla lepre
Le lepri di fine stagione sono quelle che maggiormente hanno imparato ad evitare in anticipo le insidie provenienti da cani e cacciatori

È vero che le lepri lasciano abbondanti tracce del proprio passaggio nel terreno, ma sono altrettanto numerosi i depistaggi che potranno portare i cani ad incappare in quelli che si chiamano in gergo “falli”; cioè false rotte che le lepri hanno percorso per poi tornare alla direzione di partenza o cambiare totalmente traiettoria con balzi più lunghi. 

I selvatici rimasti fino alle date di chiusura sono quelli che hanno scampato più e più insidie derivanti da cacciatori e predatori naturali e, per quanto riguarda questo aspetto, occorre ricordare che le lepri hanno una spiccata memoria associativa, ricordano cioè il pericolo superato e si comportano da quel momento in poi ogni volta con estremo sospetto come se fosse imminente il pericolo da evitare. 

All’alba com’è noto questi selvatici tornano ai covi dalle pasture e gli atteggiamenti sono diversi in base al sesso, ma i veri segugisti ben riconoscono queste diverse abitudini.

Caccia alla lepre
I boschi che costeggiano i prati naturali in collina e in montagna sono solitamente le rimesse predilette dalle lepri

Le femmine scelgono di solito delle rimesse non lontane dai luoghi di pastura in cui hanno sostato durante la notte, mentre i maschi che solitamente sono nelle ore notturne anche in cerca delle femmine possono scegliere luoghi molto più lontani rispetto al pascolo. 

Sono selvatici erratici, ma comunque abitudinari, per cui ci sono sicuramente zone vocate che i cacciatori fanno bene a non trascurare, perché dove si sono trovate delle lepri in passato sicuramente si avrà la possibilità di incontrarne altre. 

Riconoscere il sesso è una capacità irrinunciabile per i cacciatori che vorranno mantenere sempre un buon capitale di selvatici presenti sul territorio. Infatti proprio in queste ultime battute di stagione mai fortunatamente mi è capitato di vedere un lepraiolo intento nella ricerca di qualche femmina. Sono le fondamentali leggi non scritte della caccia e della natura e di chi con queste vive in simbiosi.

Caccia alla lepre
L'azione corretta dei cani premiata dalla cattura della lepre è ciò che un segugista sogna dopo tanta dedizione verso la propria muta
Caccia alla lepre
Pochi amici affiatati ed altrettanti cani sono la squadra ideale per la caccia alla lepre

Gli ambienti in cui concentrare le ricerche solitamente agli inizi dell’inverno sono in pianura i bordi dei medicai o dei campi di mais che ancora restano, magari al confine con campi arati, soprattutto se la brina o la rugiada non consentono rimesse all’asciutto. 

In collina, anche i bordi delle macchie caratterizzate da vegetazione a basso fusto, come ginepri o ginestre sono ottimi rifugi da tenere in considerazione. 

Dopo le piogge evitare qualsiasi luogo in cui il ticchettio dell’acqua possa disturbare l’udito della lepre che non si sentirebbe al sicuro dall’arrivo dei predatori, quindi prediligere zone elevate e prive di alberi gocciolanti. 

Stessa cosa vale per il vento da cui questi selvatici si tengono costantemente riparati. 

In montagna i margini dei boschi che costeggiano i prati naturali restano i punti migliori, a patto che siano sempre in punti non troppo ombrosi. 

Molti cacciatori sostengono infatti che nelle fredde mattine d’inverno le zone che guardano il sole levante siano sempre le migliori. 

Caccia alla lepre
Fermarsi all'ascolto della canizza che avanza prima di procedere ai depistaggi è il tipico atteggiamento della lepre in fuga
Fiocchi JK6 38
Cartucce di buona grammatura alimentate da polveri costanti con l'abbassamento delle temperature in piombo 6 o 5 sono una valida soluzione in prima canna. Fiocchi JK6 38

Le lepri braccate dalle mute dei segugi percorrono solitamente tragitti che conoscono perfettamente, in cui si sentono sicure e che alla fine dopo ampio raggio tornano quasi al punto di partenza disegnando una sorta di ferro di cavallo. 

La bravura dei cacciatori sta proprio nel posizionare correttamente le poste e riuscendo ad intercettare tutte le possibili variabili. 

La situazione ideale per cacciare le lepri di fine stagione vede pochi affiatati amici assistiti da una piccola muta di segugi che riescano a capirsi in pochi gesti e spostarsi gradualmente sui territori esplorati senza il bisogno di provocare rumori eccessivi che con selvatici scaltri e ormai estremamente sospettosi è sempre bene evitare. 

All’esplosione della canizza in pochi eterni attimi tutto deve compiersi in modo ordinato e preciso, l’adrenalina sale in fretta e anche l’ennesima lepre può sembrare la prima. 

Se ci viene incontro in direzione verticale rispetto a noi, aspettiamo l’ultimo momento per muoverci e apprestarci al tiro, perché la sua vista laterale non le consentirà di scorgerci fino a tiro utile. 

Se la vediamo lateralmente tagliare il campo davanti a noi, prendiamo invece il giusto tempo per mirare e piazzare il tiro con giusto anticipo. Cartucce dalla buona grammatura, in calibro 12 dai 36 ai 40 grammi caricate con piombo del numero 6 o 5 in prima canna per scendere al 4 o 3 in seconda o terza saranno la scelta ideale. 

La conquista dell’ultima lepre di stagione ha racchiusi in sé molti significati per il cacciatore, una summa quasi potremmo definirla, che molte occasioni perse può colmare e tante altre nelle nuove stagioni può lasciarne sognare. Tempo di tornare a valutare e preparare cani, tempo di dedicarsi alla caccia e al controllo dei predatori della nostra lepre come le volpi, tempo di chiusura, parola che forse per chi ama la caccia perde molto del suo significato, perché in questa passione si vive diversamente il tempo, si apprezzano le attese e si coltivano speranze di avventure ancora sconosciute, forse le migliori, ancora da vivere.