Abbigliamento del cacciatore di beccacce

Abbigliamento del cacciatore di beccacce
In Italia ancora non è obbligatorio, nel resto del mondo sì. Parlliamo dell'uso nella caccia vagante, specie nel bosco, di capi orange ad alta visibilità. La differenza si nota ad... Occhio!

Dato che quella alla beccaccia è una forma d’attività venatoria caratterizzata soprattutto dalla dinamicità, da movimento, una caccia in sostanza dove si cammina tantissimo in ambienti sempre estremi e disagevoli, è ovvio che parlando di abbigliamento sarà utile partire dai piedi. Che devono essere coperti e protetti sempre dal meglio di quello che offre il mercato!  

Per il periodo e le occasioni in cui si caccia prevalentemente in montagna e collina, in luoghi non eccessivamente bagnati quanto piuttosto duri e rocciosi, gli scarponi e le ghette paiono la soluzione migliore. 

Per entrambi i capi non si vada al risparmio ma si scelga il meglio; se ne avvantaggeranno caviglie, tendini e stinchi. 

Abbigliamento del cacciatore di beccacce
È naturale per il cacciatore di beccacce, avere sempre una batteria di scarponi in uso, fra usati, semi usati e new entry in fase di rodaggio
Crispi Dakota 
Un'ottima pedula praticamente perfetta per la caccia alla beccaccia negli ambienti boscosi e rocciosi

Descrizione tecnica degli scarponi ideali  

Lo scarpone ideale per la caccia alla beccaccia, sarà sempre uno scarpone leggero (pedula), dalla suola molto grippante, robusta e tassellata in gomma naturale (Vibram qui, è sinonimo di qualità assoluta). La tomaia potrà essere sia in pelle che mista, cordura-pelle, quel che conta è che sia sempre foderata da membrane traspiranti/idrorepellenti tipo Goretex/Sympatex o similari. Basilari i rinforzi in gomma nei punti di maggior tormento, cioè alla punta e al tacco. Idem, per quel che riguarda sistemi d’intersuole capaci di garantire efficiente effetto shock-off e confort in fase di camminata. 

Occhio anche alla minuteria (occhielli, cuciture, lacci), che devono essere antiruggine e in grado di resistere ai tormenti meccanici e agli stress ambientali, tipici della caccia alla beccaccia.  

Le ghette 

Se ne producono di tanti tipi, ma le più efficienti dovranno sempre presentare queste caratteristiche:  

  1. Cavi d’acciaio di fissaggio sotto il piede regolabili, con cinghie in cuoio ingrassato.
  1. Tessuto anti strappo e idrorepellente.
  1. Sistema di serraggio sotto il ginocchio, stabile e sicuro.
  1. Facilità di allaccio e slaccio della zip, che deve sempre essere coperta da un riporto di chiusura in velcro.
Safari Sport - la quinta regina
Nella loro pratica confezione, le strepitose ghette La 5° Regina. Roba serissima, da cacciatori professionali
Safari Sport - la quinta regina
Il serraggio agli scarponi, è affidato a classici tiranti in cavo d'acciaio inox, regolabili con cinghiette di cuoio ingrassato, il meglio del meglio
Abbigliamento del cacciatore di beccacce
L'evoluzione della specie degli antichi "plasticoni" del nonno, qui by Beretta (a SX) ed Aigle (a DX)
Le Chameaux
Le Chameux, uno fra i primi e sempre più importanti produttori di strepitosi stivali da caccia caratterizzati da foggie e materiali ricercatissimi

Gli stivali 

Per tutte le altre situazioni, soprattutto quando ci sarà da mettere i piedi “ammollo” –e dico di fossi, fiumi, laghi e acquitrini (o per tutte quelle giornate di piogge battenti che lo richiedono) – puntare esclusivamente su stivali in gomma rigorosamente senza lacci. Si prediligano quelli (realmente favolosi) di marche francesi soprattutto, ma anche inglesi e americane. Oggi se ne producono di stupendi, interamente in caucciù, di bella foggia alla cavallerizza e dalle forme anatomiche comodissime. Tutti muniti di suole estremamente grippanti su ogni superficie (anche in Vibram!), forniti d’intersuole in elastomeri antishock, alti sino al ginocchio e foderati di tessuti tecnici che spaziano dal neoprene sino alla pelle; i migliori possono addirittura sostituire quasi in toto l’utilizzo degli scarponi, territori rocciosi a parte, ovvio. 

Con questi ai piedi, calzati con le apposite peduline che ne migliorano la calzata, si macinano chilometri senza problemi; altro che i vecchi “plasticoni” del nonno! 

Le calze é bene che non siano troppo pesanti, dotate di rinforzi assorbenti in punta e tallone.

I guardamacchie 

Ovvio che quando piove a dirotto, oppure s’inizia a cacciare nel folto e tra rovi e spineti d’ogni sorta, imperativo diviene l’uso dei gambali. Siano sempre di tessuto traspirante ma impermeabile, resistenti ma non rumorosi. E che tutti abbiano insita nella stessa struttura del tessuto la funzione thorn-proof (a prova di spina!).


I pantaloni 

I pantaloni siano sempre comodi ma non abbondanti, possibilmente in robusta pelle del diavolo o tessuti simili, per l’inverno. L’autunno invece, ci vedrà prediligere capi più leggeri, magari caratterizzati essi stessi di riporti in tessuto anti rovo sul davanti, e nei punti di maggior tormento. Inserti che potranno essere o in tessuti tecnici a base di kevlar, oppure in cotoni oleati/cerati tipo Barbour.

Abbigliamento del cacciatore di beccacce
Scarpone, pantaloni con inserti anti-strappo, giacca Filson in waxed canvas dalle eccezionali caratteristiche anti-macchia: l'abbinamento ideale per la caccia alla beccaccia nella macchia mediterranea
Harkila Hurricane Trousers Green
Hurricane Trousers Green, un pantalone molto tecnico per la montagna e il bosco di alta collina
Abbigliamento del cacciatore di beccacce
Nelle giornate più calde, in una caccia di movimento come quella alla beccaccia, è sufficiente coprire bene le gambe per proteggerle dai rovi, per il resto, la leggerezza deve farla da padrona. E allora, vai con una bella camicia di robustissimo fustagno e sopra un classico gilet (questo, della linea Beretta Sport)

La teoria della cipolla 

Per tutto il resto del vestiario si seguano le norme del buone senso: non ci vuol certo nulla di speciale. E questo sta tutto nella famosa “regola della cipolla”, cioè, a strati... 

E saranno camice e maglie di lana, gilet e poi via una bella cacciatora in velluto a coste nelle giornate più asciutte di prim’autunno.  

Quand’è umido, invece, la fa da padrona sopra l’intimo e la camicia, la giacca da bosco da mezza stagione. Un capo tecnico che più non lo si può: leggera ma protettiva, impermeabile ma traspirante, rinforzata anch’essa nei punti chiave da inserti di tessuto a prova di spine e strappi

Harkila Hurricane Waistcoat Green
Hurricane Waistcoat Green, un gilet wind-stopper, molto utile per la caccia nelle zone alte, specialmente in faggeti

D’inverno invece, personalmente adotto spesso anche capi tecnici in pile (magari senza giacca nelle belle giornate) e, se caccio nelle macchie intricate, preferisco sempre un comodo bomber (delle caratteristiche della giacca di cui sopra), che le giacche lunghe mi danno fastidio. 

In caso di pioggia (sopportabile, altrimenti sto a casa) se caccio in pianura, dove lo sforzo è minore, vesto anche un capo in tela cerata (Barbour et similia), altrimenti mai, per via che essendo assolutamente non traspirante crea una condensa insopportabile; ossia fa molto Old England, ma camminando forte per monti e colline ci si bagna più avendoli indosso che no! 

In ogni caso si rammenti che il peggio per la salute è prendere il freddo da sudati: consiglio quindi di partire patendo un po’ di fresco all’inizio (poi ci si scalda camminando) piuttosto che coprirci eccessivamente rischiando di sudare come bestie, spogliarci e beccarci un’infreddatura che può compromettere la stagione. Un ricambio in macchina, non guasta di certo.

Browning Birdn Lite Strap Vest
Da Browning, praticamente l'archetipo della perfetta trisacca per la caccia alla beccaccia!

La trisacca 

Qualche che sia in ogni caso il clima o il luogo, un capo è sempre protagonista di questa caccia: la trisacca!  

Comodissima, la si tiene attrezzata sempre con quel che serve, e la si indossa sopra alla varia tipologia di abbigliamento che si è scelto per la giornata. Certi così, di non aver lasciato nulla a casa o in macchina di quanto davvero indispensabile! 

Le mie sono tutte a prova di spino, con parecchi inserti orange-fluo per garantirmi alta visibilità, dotate di tasche porta tutto, comode, leggere e impermeabili.  

Se non ci fossero toccherebbe inventarle... 

Abbigliamento per il cacciatore di beccacce
Un bel cappellino tipo baseball con... il trucco! Ecco infatti che in un nulla, in caso di necessità, possiamo estrarre la pratica "mini mantellina" anti pioggia, utilissima per non far scorrere l'acqua spesso gelida dell'autunno lungo la schiena

Accessori 

Guantini, sciarpetta e cappello, meglio se tutti di lana, possono fare assai comodo; divengono assolutamente imperativi con freddo intenso. 

Un accessorio indispensabile, specie nelle macchie più fitte, è costituito da un paio di forbici per potare la vite. Consentono di aprirci la strada in un batter d’occhi fra roveti e “jungle di vitalbe” senza essere costretti a lasciare lembi di stoffa e di pelle su arbusti acuminati, o a percuotere la selva come ossessi con randelli di fortuna usati a mo’ di machete.  

Già, il machete... 

CRKT Chance-in-hell
La prima cosa che salta all'occhio in questo machete compatto della CRKT, è l'estrema professionalità dell'insieme: siamo dinnanzi a qualche cosa di serio, nato e concepito per uso quotidiano quanto estremo

Ora che ci penso, in certe occasioni può essere un ottimo ausilio, a patto che abbia caratteristiche quali quelle del “chanceinhell” della CRKT

Un’ultima raccomandazione: l’abito non fa il monaco, ma la gente ci giudica anche per come appariamo; evitate dunque robacce mimetiche ed ex-ordinanza da “squadroni della morte”, prediligente altresì qualche capo con inserti orange che ci evidenzi nel bosco. 

Per dire, due capi e un accessorio ad alta visibilità quando si va a beccacce, anche se la legge ancora in Italia non li impone, per altro verso devono essere per noi imperativo morale e tecnico. Cosa che dobbiamo pretendere oltre che da noi stessi, anche dai nostro compagni di caccia, dato che oltre che sicuro, è anche vantaggioso dal punto di vista del carniere il poter sparare sempre, in piena coscienza di quel che si sta facendo. 

Provare per credere.