Armi d'assalto Bullpup: l'evoluzione dagli anni '70 a oggi

La “nuova era” delle armi da fanteria bullpup iniziò alla fine del decennio 1970, con l'adozione da parte di due eserciti europei di fucili d'ordinanza in calibro 5,56x45mm NATO in tale configurazione: lo Steyr AUG – adottato dallo Heer austriaco come “StG.77” – e il FAMAS F1 francese, prodotto dal conglomerato industriale statale GIAT.

Il motivo principale della loro adozione fu legato alla concezione della fanteria moderna come di una forza meccanizzata che sarebbe stata trasportata sui campi di battaglia su elicotteri o veicoli blindati. 

Ciò richiedeva che le armi di dotazione fossero sufficientemente compatte, e la scelta dei bullpup sembrava la più logica per equipaggiare le truppe con fucili le cui dimensioni ridotte non si traducessero in un eccessivo sacrificio delle performance balistiche.

Le forze armate britanniche si accodarono al trend negli anni '80 con l'adozione di una piattaforma d'arma altamente controversa, denominata SA-80 e consistente nel fucile d'assalto L85 e nella mitragliatrice leggera L86, entrambe camerate per l'allora nuovo calibro leggero Standard della NATO – il 5,56x45mm.

L'evoluzione dei bullpup, dagli anni '70 ad oggi
I tardi anni '70 videro il lancio dei primi fucili militari bullpup prodotti in serie, l'austriaco Steyr AUG (in alto) e il francese FAMAS
L'evoluzione dei bullpup, dagli anni '70 ad oggi
Il Regno Unito si accodò presto con l'adozione del sistema d'armi SA80 – comprendente il fucile d'assalto L85 e la mitragliatrice leggera L86 – partorito dopo un lungo e travagliato periodo di sviluppo
L'evoluzione dei bullpup, dagli anni '70 ad oggi
Il Regno Unito si accodò presto con l'adozione del sistema d'armi SA80 – comprendente il fucile d'assalto L85 e la mitragliatrice leggera L86 – partorito dopo un lungo e travagliato periodo di sviluppo
L'evoluzione dei bullpup, dagli anni '70 ad oggi
Il Regno Unito si accodò presto con l'adozione del sistema d'armi SA80 – comprendente il fucile d'assalto L85 e la mitragliatrice leggera L86 – partorito dopo un lungo e travagliato periodo di sviluppo
L'evoluzione dei bullpup, dagli anni '70 ad oggi
Il Regno Unito si accodò presto con l'adozione del sistema d'armi SA80 – comprendente il fucile d'assalto L85 e la mitragliatrice leggera L86 – partorito dopo un lungo e travagliato periodo di sviluppo

La Bundeswehr tedesca – che all'epoca, per qualche motivo, era alla ricerca disperata di un valido motivo per non adottare tale calibro – cercò di fare il “salto" e di portarsi avanti anche rispetto ai tempi sperimentando il G11, un bullpup dal design estremamente futuristico sviluppato dalla Heckler & Koch e camerato, nella sua configurazione definitiva, per la munizione senza bossolo calibro 4,73x33mm. 

Arma estremamente complicata e non priva di problemi, il G11 finì nel dimenticatoio quando le FF.AA. Tedesche dovettero riorganizzarsi dopo il 1991, in seguito alla dissoluzione del blocco sovietico e alla fine della Guerra Fredda.

In tempi recenti, numerosi altri paesi hanno tentato di sviluppare armi individuali d'impostazione bullpup in calibro 5,56x45mm; tra questi ci sono il Belgio, la Croazia, Israele, la Repubblica Popolare Cinese e Singapore.

Tra i sistemi d'arma bullpup partoriti dalla metà degli anni '60 in poi, linea di fucili, carabine e pistole-mitragliatrici “Tavor” prodotta dall'israeliana IWI è sinora quella che ha ottenuto il maggior successo sui mercati internazionali, adottata dalle forze armate israeliane e di molti altri Paesi e venduta in tutto il mondo a enti militari e di Polizia e sui mercati commerciali.

L'evoluzione dei bullpup, dagli anni '70 ad oggi
Bullpup in azione: fante francese armato di fucile d'assalto FAMAS F1
L'evoluzione dei bullpup, dagli anni '70 ad oggi
Bullpup in azione: fanti australiani armati di fucili d'assalto AuSteyr F88, versione prodotta localmente dello Steyr AUG austriaco

In termini di numeri, tuttavia, resta difficile battere il Norinco QBZ-95 (o “Type 95”) di produzione cinese, adottato dall'Esercito Popolare di Liberazione nelle sue diverse varianti – un fucile d'assalto, una carabina corta, un fucile di precisione e una mitragliatrice leggera – si è finora evoluto in almeno due diverse generazioni.

Una versione per l'esportazione, denominata QBZ-97 o “Type 97” e camerata per il calibro 5,56x45mm, è stata venduta ai governi di diversi paesi del sud-est asiatico e – in diverse varianti semiautomatiche – sui mercati civili in Europa e in Canada.

Ancor più recentemente, in Russia, il peculiare bullpup ADS (acronimo per “Fucile anfibio, medio, doppio”) è entrato in fase di distribuzione limitata presso alcune unità di forze speciali di marina.

Un aspetto interessante dell'evoluzione dell'assetto bullpup è che, verso la fine del XX secolo, grazie ad esso si è avuto un periodo di rinnovata popolarità delle pistole-mitragliatrici – una tipologia d'arma la cui popolarità presso le Forze dell'Ordine e i reparti militari era andata scemando per tutto il decennio precedente in favore delle versioni compatte dei fucili d'assalto.

L'evoluzione dei bullpup, dagli anni '70 ad oggi
Fante britannico con fucile d'assalto L85A1: il posizionamento non reversibile della finestra d'espulsione e della manetta d'armamento rendono impossibile l'uso di quest'arma da parte dei tiratori mancini
L'evoluzione dei bullpup, dagli anni '70 ad oggi
Funestata da una lunga serie di difetti e una vita operativa turbolenta, la piattaforma SA80 non è riuscita a raggiungere un livello di affidabilità soddisfacente neppure con le ultime modifiche commissionate alla tedesca Heckler & Koch

La prima pistola-mitragliatrice bullpup tecnicamente riuscita nel vero senso della parola fu la Steyr AUG “Para” – conversione in calibro 9mm, con canna corta e chiusura a massa, del fucile d'assalto austriaco – mentre la prima ad avere successo dal punto di vista commerciale è stata l'anticonvenzionale FN P90 belga; la “Type 05” cinese è la più recente.

Nonostante le notevoli differenze (la FN P90 presenta una finestrella d'espulsione posizionata sotto il fusto, verso il basso, funziona ad otturatore chiuso e si alimenta tramite un caricatore posizionato sopra lo Chassis, mentre la “Type 05” cinese spara a otturatore aperto e impiega un caricatore convenzionale), la SMG belga e quella cinese sono accomunate da alcune caratteristiche quali l'uso di caricatori ad altissima capacità (50 colpi in entrambi i casi) e di calibri proprietari ad alta velocità, ovvero il 5,7x28mm per la FN P90 e il 5,8x31mm DAP-92 e DCV-05 per la “Type 05” cinese. 

Di quest'ultima esiste una versione per l'esportazione, conosciuta come “JS9” o “CS/LS2” e camerata per il ben più convenzionale calibro 9x19mm. 

È ragionevole supporre che lo sviluppo del calibro 5,8x21mm cinese sia stato ispirato dal calibro 5,7x28mm della famosa azienda di Herstal.

L'evoluzione dei bullpup, dagli anni '70 ad oggi
Si può tranquillamente dire che della prima generazione di fucili bullpup di produzione seriale, l'unico ad essere considerato come veramente "di successo" sia lo Steyr AUG
L'evoluzione dei bullpup, dagli anni '70 ad oggi
Tra alti e bassi, il periodo tra gli ultimi due decenni del XX Secolo e tra i primi due del XXI Secolo si è caratterizzato per un elevatissimo livello d'interesse per lo sviluppo di armi militari d'impostazione Bullpup; nella foto, un VHS-2 calibro 5.56x45mm proposto sui mercati a partire dal 2014 a cura dell'azienda croata HS Produkt

Tutti i modelli sin qui menzionati sono stati sviluppati dalle aziende produttrici praticamente dal nulla, basandosi poco o niente sulle armi convenzionali sino ad allora esistenti. 

Ciò implica che in molti casi sono stati trascurati elementi quali una comoda collocazione dei controlli, un bilanciamento adeguato e – più segnatamente – l'utilizzabilità da parte dei tiratori mancini.

Alcuni dei bullpup più famosi – parliamo dello Steyr AUG, del FAMAS e della serie Tavor israeliana – sono predisposti per l'adattabilità all'impiego da parte dei mancini, di solito tramite la sostituzione di alcune componenti previo smontaggio da campo. 

Una simile soluzione può essere considerata efficace, almeno in alcune situazioni, ma è difficile definirla “pratica” sul campo di battaglia; per questo motivo alcune aziende hanno provato a risolvere il problema in maniere più radicali, ovvero progettando delle armi d'impostazione bullpup caratterizzate da sistemi d'espulsione originali.

L'evoluzione dei bullpup, dagli anni '70 ad oggi
Il fucile d'assalto cinese Type 95 calibro 5.8x42mm, con la sua violentissima espulsione dei bossoli e la sua finestra posizionata sul solo lato destro e priva di deflettore, non è noto per essere esattamente "user-friendly" quando si parla di tiro dalla spalla sinistra
L'evoluzione dei bullpup, dagli anni '70 ad oggi
Nel corso degli anni è stata prodotta anche una versione per l'export di questa piattaforma, denominata Type 97 e camerata per il 5.56x45mm NATO; il Type 95 è stato inoltre recentemente modificato, con una finestra d'espulsione spostata in avanti per favorire l'uso da parte dei mancini
L'evoluzione dei bullpup, dagli anni '70 ad oggi
La compattezza dell'impostazione bullpup l'ha resa popolare tra i progettisti anche per armi diverse dai fucili d'assalto, come ad esempio le pistole-mitragliatrici; nella foto, la SMG cinese "Type 05"
L'evoluzione dei bullpup, dagli anni '70 ad oggi
Dagli anni '80 il governo tedesco si interessò allo sviluppo di una complicata piattaforma d'arma bullpup impiegante munizioni senza bossolo: il progetto G11 della tedesca Heckler & Koch fu abbandonato solo nel 1990, per via delle mutate condizioni politiche internazionali e per le prestazioni insoddisfacenti del sistema
L'evoluzione dei bullpup, dagli anni '70 ad oggi
Più o meno nello stesso periodo veniva lanciata la "AUG Para 9mm", conversione in pistola-mitragliatrice dell'austriaco Steyr AUG, prima SMG bullpup della storia ad avere successo dal punto di vista tecnico
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La prima SMG bullpup ad ottenere invece un successo commerciale fu la belga FN P90, peraltro la prima arma bullpup ad essere completamente ambidestra

La menzionata FN P90 fu la prima arma bullpup a presentare un sistema d'espulsione che consente l'uso sia dalla spalla destra che dalla spalla sinistra, insomma completamente ambidestro: i bossoli vuoti cadono verso il basso lungo un pozzetto posizionato dietro l'impugnatura. 

Su questa particolare SMG ciò è reso possibile dal caricatore, che è posizionato in una sede sul castello superiore, ospita le munizioni su due file perpendicolari all'asse della canna per offrire una capacità elevatissima in poco spazio e presenta una cucchiaia d'alimentazione rotante che allinea le cartucce una ad una alla camera di scoppio.

Una soluzione simile sarebbe ovviamente poco pratica sulle armi camerate per i moderni calibri da fucile militare, dal 5,56x45mm in su, che infatti presentano ancora tutte caricatori di tipo convenzionale.

L'evoluzione dei bullpup, dagli anni '70 ad oggi
Lo FN F2000, prodotto in Belgio, appartiene alla più recente generazione di fucili d'assalto bullpup
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Lo FN F2000 al tiro: si noti il sistema d'espulsione dei bossoli che rende l'arma ambidestra

In effetti, ad oggi, sono solo due i fucili d'assalto a fuoco selettivo in produzione di massa ad offrire un sistema d'espulsione totalmente ambidestro, ovvero lo FN F2000 belga e lo A91M/ADS della russa KBP. In entrambi i casi si parla di un sistema d'espulsione frontale – ed entrambi sono accomunati da un successo di mercato rimasto sinora molto modesto. 

Dei due modelli, quello più affidabile è il modello russo, ove i bossoli espulsi sono spinti in avanti lungo una canaletta d'espulsione da una componente del gruppo-otturatore, e cadono in avanti più o meno all'altezza dell'impugnatura, da una finestrella posizionata sotto la maniglia di trasporto, in maniera alquanto energica.

Il fucile belga invece presenta una canaletta ospitata nello Chassis che corre parallela alla canna; i bossoli esplosi vengono depositati dentro di essa quando sono estratti dalla camera di cartuccia, e devono percorrerla tutta prima di cadere giù da una finestrella posizionata sopra l'astina. Si tratta, insomma di un sistema basato sulla mera forza di gravità.

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Prodotti dalla KBP di Tula (Russia) i bullpup A91M calibro 7,62x39mm e 5,56x45mm ed ADS calibro 5,45x39mm presentano il medesimo sistema d'espulsione frontale
L'evoluzione dei bullpup, dagli anni '70 ad oggi
Progettato per essere almeno parzialmente "user-friendly" nei confronti dei tiratori mancini, il SAR-21 prodotto a Singapore ha riscosso un successo modesto sui mercati internazionali

Ogni bossolo è spinto in avanti da quello del colpo successivo, e non c'è nessun sistema che li spinga giù o ne assista l'espulsione, dunque in alcune situazioni lo FN F2000 parrebbe essere tendente agli inceppamenti, in particolar modo se si fa fuoco con la canna verso l'alto. 

Va comunque sottolineato come l'espulsione dei bossoli in avanti – raramente implementata sui fucili di fanteria – sia un concetto abbastanza vecchio, utilizzato già sulle mitragliatrici Maxim progettate alla fine del XIX secolo.

L'impostazione bullpup ha recentemente incontrato il favore dei progettisti di sistemi d'arma che debbano per forza presentare una canna molto lunga – in particolare fucili da tiratore scelto di tutti i calibri, la cui canna può essere lunga anche un metro. 

Attualmente esistono numerosi fucili anti-materiale in configurazione bullpup, come gli americani Barrett M90 ed M95, Leader-50A1 e Desert-Tech HTI, tutti in calibro 12,7x99mm/.50 BMG; il russo ASVK in calibro 12,7x108mm; i modelli LR2 ed M06 prodotti in Cina, l'ungherese GM6 “Lynx”, il ceco ZVI “Falcon” e il polacco WKW “Wilk”, disponibili in entrambi i calibri; e molti altri, alcuni ancora in fase di prototipo, come il Barrett XM500.

L'evoluzione dei bullpup, dagli anni '70 ad oggi
Dei bullpup concepiti e lanciati nell'ultimo ventennio, il sistema "Tavor" prodotto dall'israeliana IWI nelle sue varie versioni è sicuramente il più riuscito
L'evoluzione dei bullpup, dagli anni '70 ad oggi
Operatore delle forze speciali russe al tiro con carabina bullpup OTs-14-4A "Groza"

Dagli anni '60 in avanti, alcuni progettisti cercarono di sviluppare armi bullpup tramite la conversione di modelli pre-esistenti d'impostazione convenzionale; la maggior parte dei modelli di tal fatta che furono effettivamente messi in produzione vennero accolti freddamente dal mercato, e non goderono di un successo commerciale propriamente detto.

Fra tutti spiccano i fucili semiautomatici High Standard Model 10A e 10B calibro 12, acquistati da alcune forze di polizia locali negli USA, dalla Marina Militare argentina e dall'Esercito messicano; più recentemente, l'industria armiera russa ha sviluppato, tramite la conversione in bullpup dei noti fucili Kalashnikov e Dragunov, il sistema d'arma OTs14 “Groza” e il fucile da tiratore scelto SVU-A – entrambi in uso in quantità limitate presso le forze speciali della Polizia russa.

La maggior parte delle armi bullpup basate sulla conversione di design convenzionali fu tuttavia venduta sui mercati civili e commerciali; tra questi ci sono il sistema Muzzelite per la conversione dei fucili Ruger Mini-14 e Mini-30, e il Kit AKU-94 per le armi semiautomatiche di derivazione Kalashnikov. 

Nessuno dei citati modelli ha ottenuto il successo commerciale sperato, soprattutto a causa della scarsa utilizzabilità da parte dei tiratori mancini. 

Anche questo motivo ha portato alcuni produttori d'armi a cercare di sviluppare modelli bullpup destinati al mercato civile e caratterizzati da controlli e sistemi d'espulsione completamente ambidestri.

L'evoluzione dei bullpup, dagli anni '70 ad oggi
Negli ultimi 20 anni sono stati lanciati sul mercato numerosi fucili bullpup dedicati al tiro sulle lunghe distanze: nella foto, il fucile LEADER-50A1 prodotto negli Stati Uniti
L'evoluzione dei bullpup, dagli anni '70 ad oggi
Negli ultimi 20 anni sono stati lanciati sul mercato numerosi fucili bullpup dedicati al tiro sulle lunghe distanze: nella foto, il fucile SERO GM6 "Lynx" prodotto in Ungheria
L'evoluzione dei bullpup, dagli anni '70 ad oggi
Nel corso degli ultimi 20 anni sono stati lanciati sul mercato anche numerosi fucili bullpup dedicati al tiro sulle lunghe distanze: nella foto, il fucile ASVK prodotto in Russia
L'evoluzione dei bullpup, dagli anni '70 ad oggi
Nel corso degli ultimi 20 anni sono stati lanciati sul mercato anche numerosi fucili bullpup dedicati al tiro sulle lunghe distanze: nella foto, i fucili Barrett M95 ed M99 prodotti negli Stati Uniti
L'evoluzione dei bullpup, dagli anni '70 ad oggi
Nel corso degli ultimi 20 anni sono stati lanciati sul mercato anche numerosi fucili bullpup dedicati al tiro sulle lunghe distanze: nella foto, il fucile LR2A prodotto dalla cinese Norinco
L'evoluzione dei bullpup, dagli anni '70 ad oggi
Nel corso degli ultimi 20 anni sono stati lanciati sul mercato anche numerosi fucili bullpup dedicati al tiro sulle lunghe distanze: nella foto, il fucile Desert-Tech HTI prodotto negli Stati Uniti
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Altrettanto rari sino ad oggi, ma sempre più comuni negli ultimi anni, sono i fucili a canna liscia d'impostazione bullpup come il sudafricano Neostead, lo statunitense Kel-Tec KSG e il turco UTS-15
L'evoluzione dei bullpup, dagli anni '70 ad oggi
Altrettanto rari sino ad oggi, ma sempre più comuni negli ultimi anni, sono i fucili a canna liscia d'impostazione bullpup come il sudafricano Neostead, lo statunitense Kel-Tec KSG e il turco UTS-15
L'evoluzione dei bullpup, dagli anni '70 ad oggi
Altrettanto rari sino ad oggi, ma sempre più comuni negli ultimi anni, sono i fucili a canna liscia d'impostazione bullpup come il sudafricano Neostead, lo statunitense Kel-Tec KSG e il turco UTS-15

In tale sforzo, sinora, ha avuto successo praticamente solo la Kel-Tec CNC Industries, azienda della Florida nota per i suoi fucili RFB calibro .308 Winchester, RDB calibro .223 Remington e M43 calibro 7,62x39mm, caratterizzati da un sistema d'espulsione che nello RFB è costituito da una canaletta che corre sopra la canna e, nello RDB, da una finestra a caduta libera posizionata direttamente dietro il pozzetto del caricatore.

La medesima azienda produce uno dei pochissimi fucili a canna liscia d'impostazione bullpup attualmente disponibile sui mercati, ovvero il KSG, che a sua volta presenta una finestra d'espulsione posizionata dietro l'impugnatura; il suo unico rivale è lo UTAS UTS-15 prodotto in Turchia, che però presenta una finestrella d'espulsione posizionata sul lato destro dello Chassis in fibra di carbonio, anche se entrambi si basano sul Neostead NS2000 sudafricano, con sistema d'espulsione verso il basso. 

Sia il KSG che lo UTS-15 si alimentano tramite due serbatoi gemelli, selezionabili, e sono offerti come armi tattiche o difensive.

In tempi più recenti, un'altra azienda americana – la citata Desert-Tech – ha presentato lo MDR, o “Micro-Dynamic Rifle”, un sistema d'arma attualmente in fase di sviluppo finale; la piattaforma multicalibro MDR, concepita in versione semiautomatica per i mercati civili e a raffica per quelli professionali, può essere convertita all'istante da un'espulsione convenzionale a un sistema d'espulsione in avanti, cosa che la metterebbe immediatamente in competizione con i design della Kel-Tec.

Per concludere, sembra proprio che la configurazione bullpup sia quella preponderante nello sviluppo delle armi individuali degli ultimi anni. 

Come tutti i design e i sistemi, in fatto d'armi, ha i suoi pro e contro, i suoi sostenitori e detrattori, ma è opinione dell'autore che, con l'andare del tempo e l'evoluzione tecnica, la sua popolarità arriverà a crescere fino a “conquistare” anche quei tiratori civili e quegli operatori professionali che ancora non vedono i bullpup esattamente di buon occhio.

L'evoluzione dei bullpup, dagli anni '70 ad oggi
La statunitense Kel-Tec propone fucili bullpup a fuoco centrale a funzionamento semiautomatico come lo RFB calibro .308 Winchester, lo RDB calibro .223 Remington e lo M43 calibro 6,5 Grendel e 7,62x39mm, le cui dimensioni compatte unite a due diversi sistemi d'espulsione non convenzionale li rendono adeguati sia agli usi civili che agli impieghi di Polizia
L'evoluzione dei bullpup, dagli anni '70 ad oggi
La statunitense Kel-Tec propone fucili bullpup a fuoco centrale a funzionamento semiautomatico come lo RFB calibro .308 Winchester, lo RDB calibro .223 Remington e lo M43 calibro 6,5 Grendel e 7,62x39mm, le cui dimensioni compatte unite a due diversi sistemi d'espulsione non convenzionale li rendono adeguati sia agli usi civili che agli impieghi di Polizia
L'evoluzione dei bullpup, dagli anni '70 ad oggi
La statunitense Kel-Tec propone fucili bullpup a fuoco centrale a funzionamento semiautomatico come lo RFB calibro .308 Winchester, lo RDB calibro .223 Remington e lo M43 calibro 6,5 Grendel e 7,62x39mm, le cui dimensioni compatte unite a due diversi sistemi d'espulsione non convenzionale li rendono adeguati sia agli usi civili che agli impieghi di Polizia
L'evoluzione dei bullpup, dagli anni '70 ad oggi
Alcuni bullpup di più moderna concezione quali lo statunitense Desert-Tech MDR risolvono, ciascuno alla sua maniera, il problema dell'espulsione laterale che li rende difficili da utilizzare per i tiratori mancini
L'evoluzione dei bullpup, dagli anni '70 ad oggi
Tra una crescente platea di estimatori e un novero di detrattori sempre più in calo, l'impostazione bullpup sembra ormai confermarsi come quella di maggior tendenza tra i designer di armi da servizio moderne


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Armi d'assalto Bullpup: i primi progetti

Armi d'assalto Bullpup: 1945-1970, prima del successo globale

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