Cinema: la fisica delle armi di Hollywood

I film, particolarmente i film d’azione, spesso hanno bisogno che la fisica, così come viene insegnata nelle scuole e nelle università, si prenda una vacanza mentre si svolge una scena. È comprensibile, e persino giusto: lo scopo di un film è divertire, tanto da includere acrobazie ridicolmente improbabili o addirittura del tutto impossibili. La ripetizione, tuttavia, dona alle cose una sorta di realtà tutta loro, e alcune di queste inesattezze si sono lentamente fatte strada nel nostro subconscio fino al punto di portarci a ritenere che il mondo reale funzioni davvero così.

Diamo un’occhiata a come vanno davvero le cose, esaminando i luoghi comuni più diffusi con un po’ di ironia.

Predator
La celebre sparatoria di Predator, con caricatori dalla capienza quasi infinita
Elysium
Matt Damon nel film Elysium impugna un improbabile (ma non troppo) fucile a doppia propulsione, chimica e magnetica

Munizioni infinite

Texas Kid è circondato da una masnada di bandidos assetati di sangue. Li affronta uno dopo l’altro con la sua fida Colt, fino a che non rimane in piedi solo lui.

Fin dai tempi dei film muti, le armi nel cinema raramente contengono la loro capacità nominale di munizioni. Nei vecchi western, le sei colpi sparavano dozzine di volte prima di dover essere ricaricate (sempre che venissero mai ricaricate). Nella moderna era di “wondernines” e pistole mitragliatrici, questa caratteristica delle armi hollywoodiane ha assunto connotati meno evidenti ma non meno inverosimili: le pistole hanno un numero di colpi virtualmente infinito, le pistole mitragliatrici sparano raffiche di decine di secondi, crivellando muri, veicoli e cattivi con centinaia di fori di proiettile.  Nella realtà, un UZI con la sua cadenza di fuoco di 600 colpi al minuto e il suo caricatore standard da 32 colpi dispone di circa 3 secondi di fuoco continuato. Un AR-15 con un caricatore da 30 colpi può sparare per poco più di 2 secondi continuativamente.  Persino con un fantastico caricatore C-Mag a doppio tamburo da 100 colpi si finirebbero le munizioni in circa 7,5 secondi.

Ecco perché il classico burbero sergente raccomanda di sparare  “solo raffiche brevi”… solitamente prima che si scateni l’inferno e i nostri eroi inizino ad annaffiare il nemico con raffiche tali che non solo richiederebbero qualche decina di cambi caricatore, ma di fatto fonderebbero la canna dell’arma.

Colpito da un treno merci

Il rapinatore si gira, puntando la sua arma, ma Harry la Carogna e i suoi due amici, Smith e Wesson, sono più veloci e lo centrano infallibilmente in pieno petto mandandolo a volare all’indietro per qualche metro dentro a una piramide di barattoli impilati.

Notevole, impressionante… Ma un signore di nome Newton ai suoi tempi scrisse una legge, la sua terza in effetti, che non ha bisogno di Harry la Carogna per essere fatta rispettare, e a cui nessuno può sfuggire. È chiamata principio di azione e reazione e afferma che “quando un corpo esercita una forza su un secondo corpo, il secondo corpo simultaneamente ne esercita una uguale e contraria sul primo corpo.”  

Il significato pratico di questa frase è che se il nostro proiettile calibro .44 Magnum ha abbastanza forza da spedire il delinquente indietro per qualche metro nella pila di barattoli, Harry la Carogna dovrebbe a sua volta volare all’indietro per la stessa distanza (presupponendo pari massa corporea) a causa del rinculo. Probabilmente con un polso fratturato.  In realtà un pugno mal dato ha più forza d’urto di un proiettile di grosso calibro, la cui quantità di moto è quella che sentiamo come rinculo. Il che ci porta a…

Grossa arma, grande rinculo

La signora Feldman chiede a Tackleberry di provare la sua magnum, tira il grilletto e vola all’indietro nella sala d’attesa mentre l’agente la avverte che l’arma ha “un po’” di rinculo.

Secondo le convinzioni canoniche, le armi di grosso calibro non sono gestibili da persone normali (ossia, che non siano eroi da film d’azione): ci vuole un Vero Uomo per sparare con una .45, una .44 magnum ti manderà chiappe a terra e sparare con una .50 significherebbe, per chiunque non sia l’Agente Smith, trovarsi con la propria pistola nei denti. Esistono al mondo davvero poche armi con un rinculo effettivamente difficile da gestire. Si tratta di fucili da caccia grossa in calibri mostruosi come il .577 T-Rex o il .700 Nitro Express o… piccoli revolver tascabili a canna corta in .357 magnum.

Persino i cannoni da pugno come la S&W 500 sono gestibili con un po’ di pratica. Il rinculo è il prodotto della massa del proiettile per la sua velocità, diviso per la massa dell’arma. Dunque armi grosse e pesanti come un Ruger Super Redhawk o una Desert Eagle 50 caricate con cartucce commerciali hanno di fatto un rinculo più gestibile che non una piccola Chief’s Special caricata con cartucce +P o, Dio non voglia, una piccola snub nose in titanio o lega di scandio ultraleggera in .357 magnum.

Conosco una ragazza di 173 cm per 56 chili che adora sparare con una S&W 628 con canna da 8” 3/8 con ricariche magnum a piena potenza. Paradossalmente l’anziana signora in “Scuola di Polizia” non avrebbe avuto troppi problemi a sparare con la magnum di Tackleberry, mentre possiamo trovare una rappresentazione degli effetti di rinculo assai più verosimile nella scena del “grillo tonante” di Man in Black.  Sono le armi piccole che, spesso, hanno il rinculo più spiacevole. Le armi grosse? Solitamente, nessun problema.

Django Unchained
Le esageratissime emorragie a fontana nel film"Django Unchained" di Quentin Tarantino sono assolutamente volute
Django Unchained
Durante le riprese di' "Django Unchained," con Christoph Waltz and Jamie Foxx

Le fontane di Dracula

Django spara allo scagnozzo che barcolla all’indietro, schizzando fontane di sangue a secchiate ogni volta che viene colpito. 

Dai tempi di Sam Peckinpah, i registi di film d’azione si dilettano nel mostrare dettagli granguignoleschi nelle sparatorie, dove i proiettili producono immani fontane di sangue (esempio recente “Django Unchained”, dove l’effetto è stato deliberatamente esagerato fino al ridicolo).  

Il corpo umano non è un serbatoio pieno di sangue ad alta pressione pronto a spruzzare a fiumi al minimo foro praticato. Le ferite d’arma da fuoco spesso presentano un sanguinamento scarsissimo, particolarmente le ferite al torace, dove la maggior parte del sanguinamento avviene internamente. I soldati dopo uno scontro a fuoco spesso devono controllare attentamente se sono stati colpiti, a causa della desensibilizzazione prodotta dall’adrenalina e della piccola ferita d’entrata lasciata da un proiettile. Le ferite d’uscita, specialmente se prodotte da proiettili ad espansione, possono sanguinare copiosamente ma, di nuovo, ben difficilmente ci saranno gli spruzzi di sangue che si vedono nei film.

Arma letale

Il cattivo spara un singolo colpo e la vittima si accascia a terra, morta stecchita.

Il cattivo probabilmente ha usato una calibro 50, con proiettili a espansione avvelenati col curaro e maledetti da uno stregone voodoo, perché nessuna pistola ordinaria ha un simile effetto. Nulla tranne un colpo diretto al sistema nervoso centrale uccide istantaneamente. 

La vittima di un colpo d’arma da fuoco può cadere a causa degli effetti psicologici dell’essere stata colpita, ma non muore prima ancora di toccar terra.  Ci sono casi di persone colpite in pieno petto da un proiettle 9 mm a punta cava che sono corse alla loro auto per la fuga e hanno guidato per più di un chilometro e mezzo prima di morire. E prima di dire “Sì, ma è perché era solo un 9 mm”, sappiate che ci sono persone che sono state colpite da una mezza dozzina di proiettili calibro .45 ACP che sono crollate a terra, poi si sono rialzate e se ne sono andate sulle loro gambe. E sono sopravvissute alle loro ferite.  Qualche mese fa due rapinatori sono stati colpiti dalla loro vittima con 7 e 8 colpi rispettivamente sparati da una Beretta 98. Entrambi..sono sopravvissuti. Non solo un singolo colpo di pistola ben difficilmente uccide all’istante, ma ci sono ottime probabilità che la vittima sopravviva.

Pallettoni ovunque

L’eroe punta il suo fucile a pompa nella generica direzione di un’orda di scagnozzi all’assalto, e li abbatte con un solo colpo.

Sebbene sia teoricamente possibile colpire più bersagli con una singola cartuccia calibro 12 caricata a pallettoni, la rosata richiede diverse decine di metri per allargarsi a un tale livello.  Di fatto, alle brevi distanze mostrate in molti film, i pallettoni resterebbero così strettamente raggruppati da comportarsi virtualmente come un singolo proiettile.  Dunque, non solo non si possono colpire più bersagli, ma si deve mirare bene se si vuole colpirne almeno uno.

Fisica delle armi di Hollywood
La tipica situazione in cui la pistola del cattivo fa "click click"...
Matrix
Sparare a raffica e contemporaneamente con due SMG è un gioco da ragazzi per Neo

Quel “click click”

Il cattivo punta la sua grossa semiautomatica sull’eroe, pronuncia una frase a effetto, tira il grilletto e… invece di abbattere l’eroe, l’arma fa “click”.

Il cattivo aveva finito le munizioni senza accorgersene e ora tira il grilletto ripetutamente in preda alla frustrazione, mentre l’arma fa “click”, “click”, “click” e l’eroe avanza trionfante verso di lui.

Potrebbe accadere con un revolver, ma non si possono finire le munizioni in un’arma semiautomatica senza accorgersene: il carrello resterebbe aperto, segno sicuro di un caricatore vuoto. Persino se il carrello non restasse aperto, a causa di un malfunzionamento o dell’assenza dell’hold open (come sulle armi della famiglia Kalashnikov), la maggior parte delle armi scatterebbe a vuoto una sola volta.  Esclusi i revolver e le semiauto a doppia azione, tutte le armi ad azione singola, i fucili d’assalto, le pistole mitragliatrici faranno “click” una volta, e una soltanto: dato che il meccanismo di scatto è riarmato allo sparo, senza munizioni non c’è nulla che possa riportarlo in condizione di scattare nuovamente.

Giubbetto antiproiettile umano

L’eroe si libera, uccide una guardia e afferra la sua arma. Poi, mentre le altre guardie iniziano a sparargli, lui tiene la guardia morta davanti a sé, riparandosi dai proiettili, mentre abbatte i suoi nemici.

Eccezion fatta per i proiettili frangibili, che sono specificamente progettati per frammentarsi e non uscire dal corpo del bersaglio, e alcune cartucce come il .45 ACP, che sparano proiettili grossi e lenti, praticamente tutti i proiettili di pistola possono attraversare un corpo umano con facilità, a meno di colpire un osso. 

Un corpo umano non ci proteggerà minimamente da proiettili da 9mm sparati da una pistola, figurarsi da una SMG o dai proiettili di un fucile d’assalto. 

Un proiettile da 9 mm attraverserebbe lo scudo umano e l’eroe. Un proiettile da fucile trapasserebbe lo scudo umano, l’eroe e chiunque si trovi dietro di loro.

Rock n Roll a due mani

L’eroe estrae le sue due pistole e balza di lato, braccia stese di fronte a lui facendo fuoco ripetutamente, mentre dozzine di scagnozzi vengono falciati al rallenty.

Sebbene portare due armi uguali possa avere un senso (arma di riserva, caricatori in comune alle due armi), usarle entrambe contemporaneamente non ne ha. Il nostro corpo è piuttosto efficace nel puntare una mano dove i nostri occhi stanno guardando, ma farlo con entrambe le mani è assai più difficile. Coordinare entrambe le mani, gestendo il rinculo e premendo il grilletto correttamente, è praticamente impossibile. Nella pratica, sparare con due armi contemporaneamente è un metodo molto efficace per trasformare munizioni in rumore senza ottenere altri risultati utili. E questo partendo da una posizione di tiro stabile…

Quatti quatti, zitti zitti

Il killer infila i suoi caratteristici guanti di pelle nera, estrae una pistola da sotto la giacca, prende dalla tasca un oggetto simile a un barattolo, che avvita alla volata dell’arma. Punta la pistola e, con un paio di “PFUT” la vittima si accascia senza che nessun altro si sia accorto di nulla.

I silenziatori sono più correttamente chiamati “moderatori di suono” perché ciò che fanno, anche se in termini legali sono chiamati “silenziatori”, è moderare il suono. Non possono ridurre al silenzio il rumore di uno sparo. Pochissime armi, principalmente calibro .22, possono essere rese silenziose al livello mostrato nei film. I migliori “silenziatori” possono ridurre il livello sonoro di 25-35 decibel. Una normale pistola calibro 9 Parabellum ha una livello sonoro alla volata di circa 160 dB.

Ciò significa che un buon silenziatore ridurrà tale livello sonoro a circa 125-135 dB. Per confronto, considerate che un martello pneumatico all’opera ha un livello sonoro di 110 dB. Dunque, per quanto un’arma silenziata sia decisamente meno rumorosa, meno dannosa per l’orecchio del tiratore e il suono che produce non sembri più così tanto un colpo d’arma da fuoco, il rumore emesso è ben distante dal lieve sibilo rappresentato nei film, e può essere udito distintamente a distanze considerevoli.