Il recupero degli ungulati

La regola principe in caccia selettiva recita che, dopo lo sparo, nel caso che l’animale si sia allontanato, occorre aspettare una mezz'ora prima di muoversi, per poi recarsi su l’anschuss, (il luogo in cui si trovava il selvatico allo sparo) a “leggere” quello che il terreno racconta, cercare gli eventuali residui biologici conseguenti allo sparo e, una volta avuta la certezza del ferimento, marcare il punto primario per poi individuare e  marcare altri punti certi (sangue o altro) sulla via di fuga presa dall’animale e, in ultimo, l’eventuale punto d’entrata a bosco, se poi l’animale non viene trovato nelle immediate vicinanze, cessare le ricerche e chiamare il recuperatore. 

Recupero degli ungulati
Sia nella caccia in battuta che in quella selettiva, può capitare di dover procedere al recupero di un selvatico ferito

Il tutto nel maggior silenzio possibile, senza allarmare troppo l’animale ferito, evitando così di spaventarlo e di allungare i suoi  spazi di fuga. 

Un animale ferito e non allertato si rimetterà nel punto più vicino da lui ritenuto tranquillo, contrariamente, se spaventato, le sue difese biologiche (adrenalina) lo porteranno ad allontanarsi il più possibile, rendendo tutto più difficile se non vano.

Segugi Bavaresi
Il recuperatore entra in azione qualche ora dopo lo sparo, dopo che il selvatico ferito si presuppone si sia fermato, avendo lasciato tracce di sè sul territorio. Segugi Bloodhound

Il lavoro del recuperatore inizia qualche ora dopo lo sparo. 

Con l’ausilio del suo cane da traccia, o da sangue che dir si voglia, inizia a lavorare partendo dal punto in cui l’animale è stato “toccato”, l’anschuss, valutando la situazione anche grazie ai residui biologici rimasti sul terreno, il colore del sangue ad esempio è un ottimo indicatore, eventuali frammenti di ossa e, se possibile, che tipo di ossa, tracce di contenuto gastrico eccetera sono tutti indizi che fan già capire il tipo di ferita e se il lavoro sarà facile o meno. 

Recupero degli ungulati
Il ritrovamento ed il recupero del capo ferito, oltre che il coronamento di un'azione di caccia soddisfacente, rappresentano dei principi etici a cui il cacciatore mai rinuncia

Poi verrà lasciato al cane il lavoro sulla traccia ed in questo sarà aiutato dai primi segni di marcatura lasciati dal cacciatore, che evidenzieranno subito se il cane ha preso la giusta direzione. 

Immaginiamo la situazione che vede l’animale sparato all’interno di un branco di consimili e che allo sparo scappi insieme a loro, appare evidente che il cane da recupero dovrà concentrarsi su un’unica traccia utile e solo su quella, per cui, il marcare con pezzi di carta (ben visibili) i punti certi di passaggio del capo ferito renderà la vita più facile al recuperatore, almeno all’inizio del suo lavoro, dandogli immediatamente la certezza di essere sulla traccia giusta ed eventualmente correggere il cane, perché poi dentro al bosco potrà contare solo sul suo naso.

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Il lavoro di recupero viene svolto tenendo il cane al guinzaglio lungo che permetterà al conduttore il controllo dell’ausiliare, e lo aiuterà anche a fargli tenere basso il muso, con il naso sul terreno, in questo aiutato anche dal continuo impigliarsi del guinzaglio sulla vegetazione. 

Sarà il recuperatore, una volta preso contatto visivo con il selvatico, a decidere se e quando potrà lasciare il cane, il quale, se correttamente addestrato si getterà sull’animale in fuga cercando di atterrarlo e bloccarlo in attesa del padrone. 

Solitamente il ricorso al cane per tentare di bloccare l’animale viene deciso quando la morfologia del terreno, o altre particolari situazioni, rendono troppo difficoltoso l’avvicinamento a distanza utile per il tiro risolutore, altrimenti è preferibile cercare di arrivare a ridosso del selvatico nel massimo silenzio possibile.

Segugio di Hannover
Il segugio di Hannover è tra i cani da traccia più utilizzati per l'azione di recupero
Dacksbrake
Anche il Dacksbrake è una razza da traccia che trova largo impiego per la caccia a selvatici di media taglia

I cani che solitamente vengono utilizzati per il recupero, quelli meglio dotati allo scopo sono sostanzialmente due, il segugio di Hannover (o Hannoveriano) ed il segugio bavarese, entrambe razze anticamente selezionate per questo specifico lavoro, molto docili, ubbidienti, molto legati al padrone e sopratutto con la struttura fisica adeguata per poter ribaltare e fermare un grosso ungulato come potrebbe essere un cervo. 

Il segugio di Hannover è più massiccio del bavarese, più potente anche se meno agile, entrambi hanno un forte senso del possesso e quindi la dote innata a proteggere gli oggetti del padrone, quindi anche il capo abbattuto, sul quale spesso vengono lasciati a “guardia” mentre il recuperatore rientra magari a prendere lo zaino o l’auto per caricare il selvatico. 

Un altro cane abbastanza utilizzato per i recuperi è il Dacksbrake, o segugio delle Alpi, che però, pur adattandosi benissimo al ruolo di recuperatore non nasce specificamente per lo scopo ed è di taglia decisamente più piccola, eccellente per il lavoro sui piccoli ungulati, al limite anche sul daino, ma decisamente meno utile nel caso sia necessario fermare un grosso cervo ferito.